http://nena-news.it/ 26 mar 2019
Calma apparente, dopo una notte di tensione
Il presunto cessate-il fuoco annunciato ieri da Hamas per le 22 è stato più volte violato: i raid aerei israeliani e il lancio di missili dalla Striscia sono continuati fino alle 3 del mattino. Rifugi aperti nel sud d’Israele. A Gaza sono tornate le paure del 2014
Roma, 26 marzo 2019, Nena News –
Resta alta la tensione tra la Striscia di Gaza e l’area meridionale d’Israele. Il cessate il fuoco annunciato da Hamas ieri sera che sarebbe dovuto entrare in vigore alle 22 ore locali è stato più volte violato. Dall’enclave palestinese assediata da oltre dieci anni da Tel Aviv e dal 2013 dall’Egitto di al-Sisi, infatti, sono stati lanciati almeno 30 razzi verso il sud d’Israele tra le 22 e le 3:15. Contemporaneamente, sono continuati imperterriti i raid arei dell’aviazione israeliana. Secondo quanto riferisce l’esercito, i missili palestinesi non hanno provocato danni, né feriti: alcuni razzi, infatti, sono stati intercettati dal sistema difensivo Iron Drome mentre altri sono caduti in aree aperte. Solo in un caso, riportano fonti israeliane, un razzo ha colpito una casa nella cittadina di Sderot (a confine con la Striscia) ma non è esploso. L’aviazione di Tel Aviv, dal canto suo, ha fatto sapere di aver colpito 15 “target” a Gaza.Tra questi, alcuni complessi militari appartenenti ad Hamas e alla Jihad islamica situati nel nord dell’enclave palestinese. In mattinata, l’esercito ha poi riferito di aver preso di mira anche altre strutture di Hamas a Deir al-Balah (nel centro della Striscia). A colpire i compound militari del movimento islamico che governa l’enclave palestinese sono stati però anche tank ed elicotteri. Sul versante israeliano per ora regna una calma apparente: l’ultimo razzo è stato lanciato alle 3:15 del mattino. Ciononostante, per motivi di sicurezza, le scuole resteranno chiuse oggi nell’area a confine con la Striscia, ma anche nelle città costiere di Ashkelon, Ashdod (un po’ più a nord) e Beersheba, città situata nel deserto del Neghev. E’ partito intanto dagli Usa alle 2 del mattino (ora israeliana) il premier israeliano Netanyahu. Il suo arrivo in Israele è previsto per questo pomeriggio. Prima di decollare, il primo ministro ha fatto sapere che si recherà immediatamente nel quartiere generale dell’esercito per monitorare la situazione. “Daremo una risposta potente. Hamas deve sapere che non esiteremo ad entrare a Gaza e a compiere i passi necessari” ha tuonato.Netanyahu ha poi chiarito che a guidare le sue azioni non saranno considerazioni di tipo elettorali (le legislative sono fissate in Israele per il 9 aprile), ma “solo i bisogni di sicurezza d’Israele”. I raid israeliani sulla Striscia, che hanno colpito ieri tra le varie cose l’ufficio del leader di Hamas Ismail Haniyeh, erano iniziati 12 ore dopo che un missile da Gaza aveva colpito una casa a Mishmeret (a est di Tel Aviv). E’ stato l’attacco più lontano compiuto dalla Striscia dall’offensiva israeliana “Margine Protettivo” del 2014. L’esplosione ha causato sette feriti, sei della famiglia proprietaria dell’edificio, tra i quali una ragazza di 12 anni, un bimbo di tre anni e un altro di pochi mesi. L’accaduto ha innescato l’immediata reazione di ministri e uomini politici israeliani che hanno invocato una dura lezione per Gaza. Per gli 007 israeliani, gli unici a possedere razzi con una simile gittata sono il Jihad e Hamas. Il movimento islamico ha però negato di cercare una escalation con Israele e ha annunciato l’avvio di indagini per fare luce sull’accaduto. Israele ha fatto sapere ieri di aver bombardato alcuni “centri segreti” del movimento islamico, usati dai suoi servizi di Intelligence. Versione smentita dai media palestinesiche affermano che l’edificio preso di mira appartiene in realtà alla compagnia di assicurazioni al-Multazem. I bombardamenti dell’aviazione, così come il lancio dei razzi, sono poi continuati fino alle tre del mattino. Le sirene, suonate nell’area di Eshkol, Sha’ar HaNegev (sud d’Israele) e nella regione del Neghev, hanno portato nei rifugi migliaia di israeliani. Ai cittadini di quest’area è stato chiesto di restare vicini ai vari “spazi protetti” presenti nei loro territori per via di possibili nuovi razzi palestinesi. Rifugi aperti anche a Tel Aviv, Petah Tikva, Kiryat Gat, Rishon Lezion e altre città nell’area centrale d’Israele. Stop ai collegamenti ferroviari tra Ashkelon e il sud del paese. Senza rifugi dove ripararsi, invece, i civili di Gaza hanno rivissuto le paure dell’offensiva israeliana “Margione Protettivo” del 2014. Bombe e missili hanno preso di mira decine di obiettivi, da nord a sud. Secondo quanto ha dichiarato il ministero della salute di Gaza, al momento sono tre i feriti per i bombardamenti israeliani. Non è chiaro però se siano gravi o meno. Il lancio del missile ieri nella comunità israeliana di Mishmeret segue quello di due razzi alcuni giorni fa in direzione di Tel Aviv. In quel caso Hamas aveva parlato di “errore”, una versione che era stata condivisa anche dall’esercito. Non dal mondo politico israeliano però che, in piena campagna elettorale, ha strumentalizzato l’accaduto per provare a guadagnare ulteriori consensi. Scene simili si sono ripetute anche ieri. Se Netanyahu ha interrotto immediatamente la sua visita ufficiale negli Usa e ha promesso “una dura risposta”, non diverso è stato il commento del suo principale oppositore, Benny Gantz. Parlando alla conferenza dell’Aipac (la principale organizzazione americana a sostegno d’Israele), infatti, l’ex capo di stato maggiore e attuale leader della lista “centrista” Blu e Bianco, ha provato a scavalcare a destra il premier israeliano. Su Twitter si è chiesto provocatoriamente: “Sarà soddisfatto (Netanyahu) della dichiarazione di Hamas che parla di un errore o finalmente si concentrerà sulla sicurezza dei cittadini e non sulle sue questioni legali?”. Critiche al primo ministro sono giunte anche dal leader laburista Avi Gabbay (dato in profondo calo nei sondaggi) che ha definito Netanyahu “un fallimento come premier e ministro della difesa”. Gli ultranazionalisti de “La Nuova Destra”, i cui leader Bennet e Shaked hanno fatto parte dell’esecutivo israeliano in questa legislatura, hanno accusato il capo del governo di aver “fallito contro Hamas”. Tranne la sinistra sionista rappresentata da Meretz e i partiti arabi della Knesset, tutte le forze politiche israeliane hanno usato termini molto duri ieri contro il movimento islamico. Del resto le legislative sono ormai alle porte: mostrarsi inflessibili contro i gazawi e invocare contro di loro “punizioni esemplari” potrà servire a racimolare qualche consenso elettorale in più. Nena News
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