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5/3/2019

 

PCHR: forze israeliane feriscono 83 civili inclusi 23 bambini, donne, 3 paramedici e un giornalista a Gaza

Traduzione di Giulia Barbini

 

Nel 49° venerdì della Grande Marcia del Ritorno, le forze israeliane hanno ferito 83 civili inclusi 23 bambini, donne, 3 paramedici e un giornalista nella Striscia di Gaza.

La sera del 1° marzo 2019, con un uso eccessivo della forza nei confronti di manifestanti pacifici, nel 49° venerdì della Grande Marcia del Ritorno, le forze israeliane hanno ferito 83 civili inclusi 23 bambini, donne, 3 paramedici e un giornalista nella zona est della Striscia di Gaza. Tre dei civili feriti hanno riportato gravi ferite.

In base alle osservazioni degli operatori del PCHR, le forze israeliane che stazionavano all’interno di jeep militari lungo la recinzione di confine hanno continuato a fare eccessivo uso della forza contro i dimostranti, aprendo il fuoco e sparando gas lacrimogeni.

Decine di dimostranti sono stati colpiti da proiettili e lacrimogeni senza aver rappresentato una minaccia o un pericolo imminente per l’incolumità dei soldati.

Queste nuove violazioni arrivano il giorno dopo che la commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite incaricata di investigare sulle violazioni commesse nei Territori palestinesi occupati, aveva pubblicato quanto riscontrato durante il periodo dal 30 marzo al 31 dicembre 2018.

Questi accadimenti confermano come Israele continui a violare le regole sul diritto umanitario internazionale e le leggi internazionali sui diritti umani.

Va sottolineato che la commissione delle Nazioni Unite ha raccolto sufficienti motivazioni per credere che i soldati israeliani abbiano violato le leggi umanitarie internazionali e le leggi internazionali sui diritti umani durante le dimostrazioni della Grande Marcia del Ritorno.

Inoltre, queste violazioni potrebbero equivalere a crimini di guerra o contro l’umanità, e pertanto Israele dovrebbe investigare immediatamente.

Venerdì 1° marzo 2019. I fatti si sono svolti come segue:

Intorno alle ore 15:00, migliaia di civili, compresi donne, bambini e famiglie intere, hanno cominciato a spostarsi in massa verso i cinque accampamenti stabiliti dall’Autorità nazionale per la Grande Marcia del ritorno, adiacenti alla recinzione di confine con Israele nella parte orientale della Striscia di Gaza.

A centinaia, compresi donne e bambini, si sono avvicinati alla recinzione con Israele davanti ad ogni accampamento e si sono raccolti a decine di metri di distanza dal confine principale, tentando di lanciare pietre alle forze israeliane e accendere palloni incendiari lungo il confine.

I dimostranti intonavano slogan, sventolavano bandiere e tentavano di avvicinarsi al confine, di dare fuoco a pneumatici e lanciare pietre alle forze israeliane.

Nonostante i dimostranti si fossero raccolti in uno spazio sotto tiro dei cecchini israeliani che stazionavano sui terrapieni di sabbia e torri di controllo militari, le forze israeliane hanno iniziato a sparare proiettili letali e di gomma, oltre a una raffica di lacrimogeni.

Il fuoco israeliano, che è continuato fino alle 17:30, ha portato al ferimento di 83 civili palestinesi, compresi un bambino, una donna, un giornalista e tre paramedici.

Due dei paramedici feriti lavorano per la difesa civile palestinese e il terzo è un volontario al PRCS, a est di Rafah. I tre hanno riportato ferite gravi.

Inoltre, decine di dimostranti, paramedici e giornalisti hanno subito intossicazione da inalazione dei gas lacrimogeni sparati dalle forze israeliane posizionate sulle jeep militari nella parte orientale della Striscia di Gaza. Anche un’ambulanza del PRCS è stata colpita da un lacrimogeno a est di Rafah.

Le seguenti tabelle mostrano il numero dei civili vittime della soppressione delle forze israeliane della Grande Marcia del Ritorno.

 

Feriti

Uccisi

 

2103

40

Bambini

331

2

Donne

177

2

Giornalisti

176

3

Personale medico

8

Disabili

11071

190

Totale

 

Tra i feriti, 529 sono in gravi condizioni - 101 hanno subito l’amputazione degli arti superiori o inferiori - 89 amputazioni di arti inferiori - 2 amputazioni di arti superiori - 10 amputazioni di dita - 17 bambini hanno subito amputazioni degli arti secondo il Ministero della Salute.

Il numero di questi feriti include solo quelli colpiti da proiettili letali o dai candelotti di gas lacrimogeni, mentre altre migliaia hanno subito intossicazione da inalazione di gas lacrimogeni, o hanno riportato contusioni.

Il PCHR sottolinea che colpire continuamente i civili che protestano pacificamente o che svolgono i loro doveri umanitari, è una grave violazione delle leggi internazionali sui diritti umani, dello Statuto di Roma della Corte Internazionale e della quarta convenzione di Ginevra. Pertanto il PCHR fa appello alla corte internazionale affinché apra un’indagine ufficiale su questi crimini per perseguire e assegnare  le dovute responsabilità a tutti coloro che applicano tali misure o sono coinvolti nel dare ordini alle forze israeliane a livelli politici e di difesa.

Il PCHR condanna l’eccessivo uso della forza e I crimini perpetrati dalle forze israeliane nonostante la prevalente calma della situazione, ritenendo ciò il risultato dell’impunità di cui Israele gode grazie agli Stati Uniti e incoraggiando quindi le forze israeliane a commettere ulteriori crimini su decisione ufficiale dei più alti gradi militari e politici.

Il PCHR accoglie nuovamente i risultati dell’indagine internazionale sulla Grande Marcia del Ritorno, e:

1- fa appello al consiglio per I diritti umani delle Nazioni Unite di adottare e ratificare il report quando sarà discusso il 18 marzo alla 40esima sessione del Consiglio.

2- fa appello agli stati membri del Consiglio per i diritti umani affinché decidano di rinnovare il mandato della commissione d’inchiesta, alla luce del prosieguo della Marcia del Ritorno e delle continue violazioni dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali da parte di Israele nel periodo successivo al lavoro della commissione.

3- fa appello all’Alto Commissariato per i diritti umani affinché sottoponga il rapporto alla Corte penale internazionale

4- reitera il suo appello alla pubblica accusa della Corte penale internazionale di aprire un’ indagine ufficiale su questi crimini, di perseguire e ritenere responsabili coloro che sono coinvolti nell’emissione di decisioni all’interno dell’esercito israeliano a livello di politica e sicurezza e coloro che hanno espletato tali decisioni.

Il PCHR reitera anche l’appello alle Alte Parti Contraenti della IV convenzione di Ginevra del 1949 affinché adempiano ai propri doveri secondo l’Articolo 1, cioè di rispettare e garantire il rispetto della Convenzione in ogni circostanza, e secondo l’articolo 146 di  perseguire persone accusate di aver commesso gravi violazioni della Convenzione.

Il PCHR si rivolge alla Svizzera, quale stato depositario della Convenzione, affinché chieda alla Alte Parti Contraenti di organizzare un incontro e assicurare il rispetto della Convenzione da parte di Israele, sottolineando che queste gravi violazioni costituiscono crimini di guerra in base all’articolo 147 della stessa Convenzione e al protocollo addizionale alle convenzioni di Ginevra riguardante la garanzia del diritto dei civili palestinesi alla protezione nei Territori occupati.

 

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