Originale:cluborlov.blogspot.com Fonte: Come Don Chisciotte https://www.ariannaeditrice.it/articoli/ 08/05/2019
America, sei licenziata! di Dmitry Orlov Scelto e tradotto da Markus
Alcune ironie sono semplicemente troppo preziose per essere ignorate. Le elezioni presidenziali americane del 2016 ci avevano regalato Donald Trump, una star televisiva dei reality show, con il famoso slogan del suo spettacolo The Apprentice, “Sei licenziato!“. Concentriamoci su questo slogan: è tutto ciò che serve per questo articolo. Alcuni malati di Sindrome Paranoica Trumpiana potrebbero non essere d’accordo. Questo perché partono da alcuni malintesi: che gli Stati Uniti siano una democrazia o che sia importante chi è il presidente. Non lo sono entambe le cose. A questo punto, la scelta del presidente conta tanto quanto quella di un direttore d’orchestra per la banda che suona a bordo di una nave che sparisce sotto le onde. Avevo sviscerato in continuazione questi punti, ben prima che Trump entrasse in carica. Che pensiate o meno che Trump sia stato effettivamente eletto, in qualche modo alla carica c’è arrivato, e ci sono ragioni per credere che questo abbia qualcosa a che fare con il suo meraviglioso e stimolante slogan “Sei licenziato!“. È ragionevole supporre che quello che aveva motivato la gente a votare per lui fosse l’ardente desiderio che arrivasse qualcuno a licenziare tutti i farabutti che infestano Washington, DC e le zone limitrofe. Ahimè, questo non ha potuto farlo. Ai leader prestanome non viene mai concessa l’autorità di smantellare le stesse istituzioni politiche che li avevano fatti salire al potere. Ma questo non vuol dire che non lo si possa fare in qualche modo. E’ successo invece che l’establishment politico ha passato due anni a dimenarsi alla ricerca di un motivo per poter dire a Trump “Sei licenziato!“, ma non è riuscito a trovarne nemmeno uno e così Trump rimane in carica, anche se dire “rimane al potere” scatenerebbe risate sardoniche da parte di chiunque conosca il vero sapore del potere politico. Trump non è altro che un prigioniero della Casa Bianca, proprio come lo era stato il suo predecessore. Ironia della sorte, la ricerca di un pretesto per l’impeachment di Trump è stata infruttuosa ai fini del suo licenziamento, ma assai più redditizia per il potenziamento della sua capacità non solo di licenziare un sacco di figure dell’establishment, ma, forse, anche di mandarle in galera (con l’aiuto del Dipartimento di Giustizia) e i suoi tratti caratteriali, contraddistinti da estremo rancore, malignità e vendicatività, dovrebbero portare più facilmente ad un esito del genere, rendendo lo spettacolo molto divertente. I suoi numerosi nemici e detrattori potrebbero anche ricordare con nostalgia i giorni tranquilli in cui potevano strigliarlo impunemente. Gli sforzi per fermare Trump erano iniziati molto prima delle elezioni, con Obama e i Clinton impegnati a sfruttare le risorse federali per gettare fango addosso a Trump; in particolare, le prove di una “collusione russa” … che non sono riusciti a trovare. Erano invece riusciti a scovare qualche “intromissione russa” (sotto forma di annunci acchiappaclick su Facebook), ma le prove che avevano scoperto erano troppo ridicole per essere portate in tribunale. Peccato che non avessero cercato la collusione e l’ingerenza ucraina, o la collusione e l’ingerenza israeliana, o la collusione e l’ingerenza saudita, perché allora ne avrebbero trovate in quantità, sufficienti non solo per far uscire Hillary Clinton dalla campagna elettorale, ma anche per mandarla in galera. Sarebbe stato un esercizio utile e costruttivo andare a cercare l’ingerenza politica ucraina, ma, come ho già spiegato una volta, il modus operandi americano è esattamente l’opposto, e li aveva costretti invece a rivolgersi contro la Russia. In ogni caso, il completo fallimento del team investigativo nel trovare qualcosa di impugnabile nei confronti di Trump ha lasciato Mueller con un pugno di mosche, e l’unica mosca rimastagli è la vaga possibilità di accusare Trump di ostacolo alla giustizia, basandosi sul 18 U.S.C. § 1512 (c) (2), che specifica che qualcuno è colpevole di ostruzione se: “… ostruisce, influenza o ostacola qualsiasi procedimento ufficiale, o tenta di farlo.” Apparentemente, un neurone deve essere andato in tilt nella testa del povero Mueller, inducendolo a credere che la sua indagine fosse un “procedimento ufficiale,” anche se, analizzando questo termine, si scopre che si riferisce ad eventi che accadono nelle aule dei tribunali, con uno o più giudici che presiedono, e che per avviare un procedimento del genere è necessario dimostrare che sia stato commesso un crimine. Se non c’è crimine, allora non c’è alcun procedimento e nulla da ostacolare, influenzare o impedire. Ne era seguita una specie di danse macabre burocratica. Normalmente, il Procuratore Generale ha l’autorità per poter fornire una guida su questioni del genere, e il PG Jeff Sessions avrebbe potuto dire a Mueller che il 18 U.S.C. § 1512 (c) (2) è rilevante solo per i procedimenti giudiziari e la cosa sarebbe finita qui. Ma Sessions ha avuto la sfortunata fortuna di aver avuto una conversazione informale con l’amabile e pacioccoso ambasciatore russo Sergey Kislyak. A causa di questa chiacchieratina, Sessions aveva contaminato i suoi preziosi fluidi corporei (solo respirare la stessa aria di un russo può essere politicamente fatale, lo si sa) ed era stato costretto ad auto-estromettersi dall’indagine di Mueller. Il team legale di Trump aveva quindi contattato William Barr, un’ex PG, chiedendogli di intervenire. Barr aveva scritto un promemoria per chiarire il problema e lo aveva inviato al vice PG, Rod Rosenstein, che era rimasto come secondo nella catena di comando al Dipartimento di Giustizia dopo la ricusazione di Sessions, e che avrebbe dovuto leggerlo, comprenderlo e agire in base ad esso, interrompendo l’indagine di Mueller; cose che, comunque, non aveva fatto. L’epilogo di questa burocratica danse macabre si era poi svolto come segue. Dopo le elezioni di medio termine, Trump aveva detto “Sei licenziato!” a Jeff Sessions e William Barr era stato confermato come PG. Barr aveva poi detto “Sei licenziato!” sia a Rod Rosenstein che a Robert Mueller, colpevoli di essere imperdonabilmente tonti. Barr aveva anche chiarito che era sua intenzione non lasciare nulla di intentato nelle indagini su questo fantastico caso di uso improprio di risorse ufficiali e cattiva condotta giudiziaria. Sarà divertente da vedere, se non avete nulla di più importante da fare, ma ho il sospetto che la frase “Sei licenziato!” continuerà a rimbalzare per un bel po’ di tempo nelle stanze di Washington come una granata di gomma. Ci sono, tuttavia, fatti a cui prestare attenzione che sono molto più importanti. Al momento, un sacco di cose stanno succedendo nel mondo, tutte in una volta. L’intero pianeta si sta rapidamente riconfigurando. Il mondo brama la nascita di un nuovo ordine post-capitalista e post-industriale, ma la sovrabbondanza di risorse naturali che aveva reso possibili le precedenti rivoluzioni (il carbone per l’era del vapore, il petrolio per l’attuale era del petrolio) semplicemente non esiste più. Tutto ciò che rimane sono ottimizzazioni, miglioramenti e riconfigurazioni dell’ordine esistente delle cose, con l’eliminazione di tutto ciò che è più dannoso e più disfunzionale. A tal fine, le nazioni dell’Europa Occidentale stanno tentando di riprendersi quella sovranità che avevano ceduto agli Stati Uniti e all’Unione Europea, mentre l’Eurasia si sta mettendo insieme per formare un enorme conglomerato economico e di sicurezza centrato su Cina e Russia. Queste ultime stanno entrambe stanno cercando di guadagnare tempo, perché il reindirizzamento del commercio e dei flussi finanziari lontano dagli Stati Uniti è un processo di una certa entità. Le banche centrali mondiali stanno facendo del loro meglio per sbarazzarsi delle riserve in dollari statunitensi e acquistare oro, che, a partire dal mese di aprile, sono autorizzate a considerare una risorsa finanziaria priva di rischio. Come risultato, molte persone ora si aspettano che l’oro salga, ma questa aspettativa si basa su un’illusione. Pensate all’oro come ad un faro e alle valute fiat come a navi che affondano: quelli a bordo di queste navi potrebbero guardarsi intorno e decidere che il faro sta andando su, ma questa è solo un’illusione ottica. Il potere d’acquisto delle valute fiat è destinato a cadere (anche se non in modo uniforme). Il potere d’acquisto dell’oro sembrerà quindi aumentare, ma sarà un’illusione: sembrerà alzarsi sullo sfondo dei mercati in frenata, in particolare nel settore immobiliare e nelle infrastrutture. Ma, in generale, anche il potere d’acquisto dell’oro diminuirà, perché il potere d’acquisto futuro di qualsiasi risorsa finanziaria sarà determinato da una sola cosa: l’energia, in particolare l’energia dei combustibili fossili e, sopratutto, l’energia del petrolio. Senza energia, niente si muove all’interno di un’economia, a meno che non si tratti di un’economia agraria basata sul foraggio e sulla forza muscolare animale. Un aspetto particolarmente interessante della saga dell’oro è che potremmo scoprire che gran parte dell’oro presumibilmente conservato negli Stati Uniti potrebbe, di fatto, non esserci affatto. Da quando Nixon aveva chiuso, nel 1971, la “finestra aurea,” ponendo fine alla convertibilità in oro del dollaro USA, e fino a poco tempo fa, il dollaro americano era riuscito a mantenere il suo status di valuta di riserva globale tramite un’operazione di pura levitazione finanziaria, ma quel po’ di magia potrebbe essere stata, in realtà, un gioco di prestigio: vendite d’oro dietro le quinte ai maggiori creditori statunitensi. Quando diversi paesi, in particolare la Germania, avevano tentato di rimpatriare il proprio oro, che avevano in precedenza affidato agli Stati Uniti, le loro richieste erano state respinte e, quando avevano avuto successo, l’oro restituito non era lo stesso oro, e, per di più, le operazioni avevano richiesto un notevole lasso di tempo. La fame di oro degli Stati Uniti li aveva costretti a compiere azioni piutosto indecenti, come rubare le riserve auree dell’Iraq, della Libia e dell’Ucraina. Quindi, quando verrà il momento per gli Stati Uniti di difendere la propria valuta utilizzando le riserve auree, potrebbe venir fuori che la dispensa è vuota. L’oro sta diventando sempre più importante, ma l’energia lo è ancora di più e sempre lo sarà. Dopo essere stati messi in disparte per alcuni anni, le questioni relative all’approvvigionamento energetico e alla sicurezza energetica tornano nuovamente al centro dell’attenzione. Dopo tutto, il picco del petrolio, non è ancora passato; è stato appena posticipato di qualche anno, in virtù del fatto che gli Stati Uniti, dilapidando un’enorme quantità di fondi pensione, stanno sfruttando il petrolio da scisto. Ma, attualmente, la maggior parte delle località accessibili è già stata sfruttata e i ritorni decrescenti delle continue e frenetiche perforazioni si aggiungono ai rendimenti finanziari, da sempre deprimenti, dell’industria del fracking. Nel frattempo, la Russia ha costruito diversi impianti per la liquefazione del gas naturale, un nuovo oleodotto verso la Cina e due nuovi gasdotti verso la Turchia, la Germania, l’Europa occidentale ed oltre, e questo aggirerebbe l’Ucraina, riducendo a zero l’importanza geopolitica di questo paese. Uno stratagemma disperato degli Stati Uniti per assumere il controllo dei giacimenti petroliferi venezuelani si è ritorto contro di loro in maniera assai imbarazzante; laggiù, i recenti sviluppi hanno sollevato una importante domanda: che cosa succederebbe se gli Stati Uniti lanciassero una rivoluzione colorata ma non si presentasse nessuno? Come avevo previsto sei anni fa nel mio libro The Five Stages of Collapse, il Sindacato Rivoluzioni Colorate ha perso costantemente il suo tocco magico. Nonostante la spavalderia di tutte le vecchie cariatidi della politica estera di Washington, l’intervento militare statunitense in Venezuela è impensabile: i sistemi di difesa aerea russi S-300 rendono il Venezuela una no-fly zone per gli aerei statunitensi. Nel frattempo, gli Stati Uniti, dopo essersi tagliati fuori dal petrolio del Venezuela con le loro stesse sanzioni, sono stati costretti ad importare petrolio russo. (Per ora, ma non per molto, gli Stati Uniti hanno un eccesso di greggio leggero di bassa qualità dal fracking, che però non serve per il diesel e gli altri distillati, a meno di non essere miscelato con tipi di greggio più pesanti, che però devono essere importati). Nel frattempo, Russia e Bielorussia hanno inscenato un rumoroso bisticcio fra innamorati sulle esportazioni petrolifere russe verso l’Europa, molte delle quali passano attraverso un oleodotto bielorusso. La Russia e la Bielorussia (o Russia Bianca), per quanto riguarda la maggior parte degli aspetti, non sono entità molto ben distinguibili tra loro e, quando bisticciano, gli astanti dovrebbero non fare troppo caso al linguaggio volgare, ma guardare invece se incominciano a volare piatti e posate. Il risultato di questa lite familiare è che la Russia Bianca non fornirà più all’Ucraina i prodotti distillati dal petrolio russo. Un altro strano sviluppo è che il petrolio russo che viene convogliato nella Russia Bianca, e da lì verso l’Unione Europea, è risultato misteriosamente contaminato e il flusso è stato interrotto fino a quando la situazione non è stata risolta, cosa che ha causato un leggero panico in Europa. Gli Stati Uniti si sono offerti volontari per compensare il calo con le loro riserve strategiche di petrolio, ma poi, con un altro strano colpo di scena, anche una parte di quel petrolio si è rivelata contaminata. Cosa ancora più stupida, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni unilaterali all’Iran, minacciando chiunque importi il petrolio iraniano, facendo così sorgere un’altra importante domanda: che cosa accadrebbe se gli Stati Uniti imponessero sanzioni unilaterali al mondo intero e tutti si limitassero a sbadigliare? Schemi finanziariamente rovinosi e generalmente privi di senso, come le sabbie bituminose, il petrolio da scisto, il fotovoltaico su scala industriale, gli aerogeneratori e le auto elettriche non faranno altro che accelerare il processo di selezione fra nazioni con e senza energia, con le seconde che usciranno di scena prima piuttosto che dopo. Lasciando da parte i vari sistemi fittizi e nozionali (fusione nucleare, specchi spaziali, ecc.) e concentrandoci solo sulle tecnologie che già esistono, c’è solo un modo per mantenere la civiltà industriale, e questo è il nucleare, basato sull’Uranio 235 (che è scarso ) e il plutonio 239 prodotto dall’uranio 238 (di cui c’è n’è abbastanza per migliaia di anni) utilizzando i reattori a neutroni veloci. Se non vi piace questa scelta, allora la vostra alternativa è quella di trasformarvi completamente in società agricola, con una densità di popolazione significativamente ridotta e senza centri urbani di una certa dimensione. E se siete d’accordo con la scelta del nucleare, allora avete poche alternative oltre a quella di servirvi del principale fornitore mondiale di tecnologia atomica (reattori ad acqua leggera serie VVER, reattori autofertilizzanti a neutroni veloci della serie BN e tecnologia del combustibile nucleare a circuito chiuso) che, guarda caso, è la multinazionale statale russa Rosatom. Controlla più di un terzo del mercato mondiale dell’energia nucleare e ha un portafoglio di progetti internazionali che si spinge talmente nel futuro da comprendere fino all’80% dei reattori di prossima costruzione. Gli Stati Uniti sono decenni che non sono in grado di completare un reattore nucleare, gli Europei sono riusciti a mettere in linea solo un nuovo reattore (in Cina), mentre il programma nucleare giapponese è allo sbando fin dai fatti di Fukushima e dalla finanziariamente disastrosa acquisizione di Westinghouse da parte di Toshiba. Gli unici altri concorrenti sono la Corea del Sud e la Cina. Ripeto, se, per qualsiasi motivo, non vi piace il nucleare, allora potete sempre comprarvi un pascolo e qualche campo di foraggio ed iniziare ad allevare somari. Tutto questo potrebbe essere una notizia scioccante per gente che negli Stati Uniti e in altri paesi anglofoni o nell’UE si informa unicamente dai mass media. Beh, potrebbe essere scioccante, ma non è di sicuro una novità: nessuno di questi sviluppi è particolarmente nuovo e nessuno di essi è inaspettato. L’alto livello di negazione di tutti i problemi di cui sopra a Washington, che è stato l’epicentro una potente esplosione di irrealtà, e, in generale, sui media occidentali, non sorprende, né è di qualche utilità. Dopo aver scoperto queste cose per conto vostro, potreste essere tentati di imprecare contro di esse dal tetto di casa vostra. Una cosa del genere, oserei dire, sarebbe sconsigliabile. La cosa giusta da fare con le persone che insistono a negare la realtà è di accontentarle, usando tutto il tempo a disposizione nei vari giochi che cercano di giocare con voi, e poi dire educatamente addio. In effetti, questo è ciò che stiamo vedendo: nessuno in particolare vuole negoziare con i funzionari degli Stati Uniti, ma comunque lo fanno tutti perché, come ogni negoziatore di crisi sa bene, è essenziale continuare a parlare, anche semplicemente per guadagnare tempo. Mentre quelli parlano, gli ostaggi, a Wall Street, al Pentagono, al Tesoro degli Stati Uniti e alla Federal Reserve, vengono silenziosamente evacuati. Per gli Stati Uniti il tempo sta per scadere e, una volta esaurito, quello che sentiremo, in un eccelso tocco di ironia, sarà il mondo intero che dice all’America: “Sei licenziata!“. Link:http://cluborlov.blogspot.com/2019/05/america-you-are-fired.html#more |