https://giornaledicervia.com/ 05/12/2017
Notre Dame cade a pezzi ma la Francia non fa niente per salvarla
Lo Stato dice di non avere soldi per il restauro ma la verità è che i politici francesi si vergognano a farsi associare a una chiesa. Anche se si tratta di Notre Dame. Vergogna. Non c’è altra parola per commentare il degrado in cui versa la cattedrale di Notre-Dame di Parigi, che come racconta la corrispondente di Repubblica dalla capitale francese Anais Ginori sta cadendo letteralmente a pezzi nell’indifferenza dello Stato francese. La basilica più importante di quella Francia un tempo definita “figlia primogenita della Chiesa” è prostrata. Dimenticata, umiliata, abbandonata. Lasciata a sgretolarsi, pietra su pietra, a oltre un secolo e mezzo dall’ultimo restauro. La manutenzione spetterebbe allo Stato francese, che con la legge del 1905 sequestrò i beni della Chiesa e ne assunse la proprietà ma oltre 112 anni dopo non trova i soldi per mantenerli come la pietà religiosa e il rispetto per la storia e la cultura imporrebbero. La corrispondente di Repubblica racconta di statue e doccioni crollati a terra e mai restaurati; racconta di arti rampanti pericolanti e di balconate che crollano. La cattedrale raccontata nell’omonimo romanzo di Victor Hugo rischia di sbriciolarsi sotto gli occhi del mondo ma i politici francesi, cronicamente malati di laicismo, preferiscono non farsi vedere troppo vicini alla chiesa. Certo, fare pagare un biglietto ai dodici milioni di visitatori che ogni anno ne varcano i portoni sarebbe di gran lunga la soluzione più facile ma a Notre Dame specificano, con grande dignità, che mettere un prezzo all’ingresso significherebbe “stravolgere la natura del luogo.” Con l’acuirsi della minaccia terroristica i costi della sicurezza sono ulteriormente lievitati e il ricavato dalla vendita dei biglietti per salire alle due torri basta appena per coprire i costi vivi della manutenzione e della celebrazione delle otto Messe quotidiane. Il denaro necessario a un restauro è tanto: 150 milioni di euro, che ora si spera di raccogliere in America perché in Francia sono in pochi quelli disposti a metterci la faccia e ad associare il proprio nome al restauro di un bene religioso così complesso. Con grande sforzo, la Sovrintendenza ha ottenuto almeno lo stanziamento del denaro necessario per mettere in sicurezza la meravigliosa facciata gotica, che minacciava direttamente i passanti che ogni giorno attraversano il sagrato a piedi o in bicicletta. Ma per il resto della cattedrale, non c’è ancora nessuno disposto a mettersi una mano sul portafoglio. E ancora prima, sulla coscienza. Giornale.it
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