https://scenarieconomici.it/ Ottobre 13, 2019
Dobbiamo ringraziare il Regno Unito per la brexit…. Se ci sarà by Fabio Lugano
Qualsiasi sia il finale di questa storia, sia che ci sia un rinvio, un Hard brexit o altro, comunque bisogna ringraziare il Regno Unito: con la sua scelta di esercitare l’art. 50, cioè il diritto all’uscita, da un lato ha mostrato la rigidità dell’Unione e la sua sostanziale opposizione all’esercizio della democrazia, dall’altro ha aperto la strada alla definizione di un accordo base che, in futuro, potrà essere seguito da tutti gli stati che desiderassero uscire dall’Unione.
Secondo il professor Simon Usherwood il Regno Unito è “Caduto nella trappola” di essere il primo paese ad uscire, e quindi di dover sostenere tutti i costi di contrattazione politica ed economica necessarie per poter definire l’uscita non solo come un elemento teorico, ma come un fattore reale ed applicabile. Fra pochi mesi, a seconda di come andranno le trattative, i paesi che vorranno abbandonare Bruxelles non dovranno fare altro che seguire un cammino già definito e ricalcare accordi già presi, con costi minimi. Di tutto questo bisognerà dire grazie a tutti quelli che, a partire da Cameron sino a Johnson, hanno messo a rischio la propria carriera politica per conseguire la Brexit.
Però non è detto che ci sia una Brexit. Secondo Express in Parlamento potrebbe crearsi una maggioranza per una ripetizione del referendum, con l’accorpamento di Labour, Lib-Dem, Scottish National Party e fuoriusciti dei Tories. Questa non maggioranza raccogliticcia, che non potrebbe formare nessun governo ma può bloccare l’azione di quello attuale, potrebbe arrivare al limite di avere numeri tali dal richiedere un secondo referendum, che sarebbe un tradimento di quello precedente e la conferma del detto, che sta diventando comune, secondo il quale “So vota sino a quando non si dà ragione al potere”.
Nel frattempo la politica inglese è fortemente cambiata. La radicalizzazione attorno al tema Brexit -Non Brexit ha acceso l’interesse politico dei cittadini che ora non trovano più l’offerta politica adeguata. Comunque vada a finire Londra non sarà più la stessa.
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