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Maggio 21, 2019
Le Oligarchie Globaliste di Bruxelles Pretendono “Più Europa” per meglio Dominare i Popoli
di Luciano Lago
Come sappiamo, tra breve avremo le Elezioni per il Parlamento europeo il prossimo 26 di Maggio. Queste elezioni sono sicuramente importanti, forse più di quanto pensiamo, visto che una buona parte delle decisioni che riguardano la nostra vita di tutti i giorni (per un 80% circa ) già non si prendono in Italia ma sono decise a Bruxelles.
Nonostante tale realtà, come abitualmente succede, siamo sommersi dalle bugie e dalla frode, questo perchè le oligarchie globaliste che comandano in Europa, ci vogliono far credere che viviamo tutti in un sistema “democratico” quando in realtà sono sempre loro, le elite, quelle che stabiliscono i meccanismi di controllo dei popoli che loro dicono di rappresentare.
Nel caso della UE, la truffa consiste nel fatto che il Parlamento Europeo gode di un limitato potere reale e sono piuttosto altri oprganismi, non elettivi, come il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea, quelli che prendono la maggior parte delle decisioni fondamentali senza dover rendere conto ad alcuno.
L’Unione Europea è stata un progetto elitario fin dalla sua fondazione. L’Unione Europea fu costituita per volontà di una Elite di potere collegata con gli Stati Uniti che decisero di trasformare l’assetto dell’Europa, che avevano assoggettato dopo il 1945 trasformando il vecchio continente in un protettorato politico e militare, creando poi l’Unione Europea e la NATO ( creata in precedenza) per meglio averne il controllo in un sistema integrato.
Per arrivare a questo fine, l’elite di potere anglo USA, attraverso la massoneria, si incaricò di contrattare alcuni influenti politici europei filo americani, in modo che svolgessero il lavoro per soddisfare gli interessi del gruppo di potere dominante negli USA e nei circoli della elite, non certo gli interessi dei popoli europei.
Da allora molto è cambiato sia nello scenario europeo che in quello internazionale. Sulle tracce dei vecchi accordi del MEC si è sviluppata l’attuale Unione Europea sulla base di trattati come quello di Mastricht (1992), seguito poi da quello di Lisbona e da altri trattati che hanno determinato la cessione delle sovranità degli Stati nazionali alle Istituzioni europee per molti dei più importanti settori della sfera pubblica.
Tramite questi trattati e nella gestione effettiva è sorto di fatto un potere franco tedesco che non sempre obbedisce alle direttive che arrivano da Washington e che priva di capacità decisionale il resto dei paesi europei, in particolare quelli del sud Europa. La UE ha finito per mostrare il suo vero volto, in specie quando ha obbligato alle politiche di austerità i paesi più deboli dell’Unione, chiamandoli sprezzantemente i paesi del “Club Med”.
La UE ha dimostrato di essere una struttura tecno burocratica che priva i paesi aderenti della possibilità di decidere nell’interesse dei propri cittadini e si occupa di favorire gli interessi delle grandi corporazioni e dei potentati finanziari. Si può ingannare per un certo periodo la gente ma alla fine la vera natura di una struttura oligarchiaca viene fuori e questo lo hanno ormai notato in molti nei paesi europei che giustamente si sono trovati disaffezionati e delusi dal progetto della UE che inizialmente aveva trovato adesioni entusiaste in molti ingenui cittadini.
Il “bubbone” della UE è scoppiato in particolare quando questo organismo ha preteso di dettare le regole in tema di migrazioni, favorendo l’invasione in Europa di masse di stranieri provenienti da altre culture che sono difficilmente assimilabili con la cultura europea. Il tutto nell’ambito di un progetto di sostituzione etnica e di omologazione delle popolazioni europeee che parte da lontano e serve palesemente gli interessi delle oligarchie globaliste.
Ancora peggio quando le centrali della UE hanno cercato di imporre la loro ideologia in sostituzione dei valori etici tradizionali rimpiazzati con quelli alla base della ideologia massonica, basata su indifferenza di genere, omosessualismo, aborto liberalizzato, educazione LGBT, nozze omosessuali, l’adozioni gay, l’eutanasia, l’eugenetica ed altri concetti in contrasto con la cultura dei paesi a tradizione cristiana. Questo ha suscitato la rivolta ed il rifiuto di buona parte dell’opinione pubblica e di interi paesi come la Polonia, l’Ungheria ed altri paesi tradizionalisti.
Come se questo non bastasse, pur di seguire in modo servile la politica atlantista soggetta agli anglo-USA l’Unione Europea ha portato avanti un politica antirussa, di ostilità e di sanzioni contro la Federazione Russa, che dovrebbe essere invece l’alleato naturale dell’Europa.
La politica della UE sta distruggendo le radici cristiane del continente e sta portando avanti, attraverso l’euro e la BCE, una politica di indebitamento massiccio nella maggior parte dei paesi europei.
Tutto questo ha permesso che personaggi come George Soros e la Banca Goldman Sachs si siano trasformati negli autentici governatori ombra dietro le quinte delle Istituzioni europee, come confermato dagli stretti collegamenti degli oligarchi europei con questi personaggi e istituzioni.
La UE si rifiuta di proteggere gli interessi degli agricoltori e dei produttori del sud Europa, di fronte alla concorrenza di paesi esterni con bassi costi di mano d’opera e permette lo sfruttamento del lavoro per consentire l’abbassamento dei salari e la precarietà del lavoro. La UE ha appoggiato e sostenuto le migrazioni per indebolire gli stati nazionali a beneficio di Bruxelles e delle Istituzioni transnazionali e sta utilizzando paesi come l’Italia, la Grecia e la Spagna come un campo di sperimentazione delle sue tecniche di controllo sociale.
Di fronte allo scontento ed all’impoverimento delle masse dei cittadini, gli oligarchi dell’Europa offrono in Italia, come slogan, “Più Europa” per dare maggiore potere e competenze ai tecnoburocrati di Bruxelles e Francoforte. Il maggiore potere alla UE serve per procedere nel tagliare la spesa pubblica nella sanità, nell’istruzione, nella cultura, nella sicurezza, nel risanamento del territorio e nelle infrastrutture e per ridurre le pensioni. Con il suo modello di economia di mercato la UE ci chiede di competere con i salari di paesi dove lo stipendio mensile lordo non supera 400 euro, di accettare una crescente precarietà del lavoro e dei tempi di vita attraverso le liberalizzazioni, privatizzazioni dei servizi pobblici, di rinunciare a qualsiasi forma di controllo pubblico sull’economia, dalle grandi reti infrastrutturali ai servizi pubblici locali. Ovvero l’Europa e i suoi apologeti ci chiedono tutto quello che i Governi degli ultimi 30 anni hanno scrupolosamente realizzato: sia quelli del centrosinistra, sia quelli del centrodestra, oggi addirittura il governo che parte da una piattaforma pseudo populista, ma che, grazie al cambio di passo di Di Maio e soci, si è messo nella stessa direzione, di ottemperare alle regole (il vincolo del 3% ), quelle dell’austerità che ha portato in Italia e in Europa a una crisi che in tempi di pace non si vedeva da quasi un secolo.
David Rockefeller: frase famosa
Il progetto dell’Unione Europea promosso dalle centrali mondialiste si rivela ormai per quello che è: un formidabile strumento di sottomissione degli stati, dei popoli e delle classi lavoratrici al dominio di una elite finanziaria globalista che opera per cancellare i diritti sociali, le aspirazioni nazionali, le culture nazionali in vista della realizzazione di un nuovo
Ordine Mondiale.
N.B. A tal proposito è interessante riportare la dichiarazione fatta da Vladimir Putin ad un gruppo di turisti europei nel 2017, parlando in modo informale:
“Il Nuovo Ordine Mondiale ha collocato nidi di vipere nei vostri paesi”, ha detto Putin ad un gruppo di turisti venuti in visita al Cremlino. “E adesso le stanno aizzando”.
Con la Francia in stato di emergenza, il Regno Unito sotto legge marziale e con migliaia di militari che pattugliano le strade, la Germania e la Svezia che subiscono un collasso della legge e dell’ordine in riferimento alle masse di migranti entrati in quei paesi, è difficile mettere in questione quello che ha detto Putin. |
https://scenarieconomici.it/
Maggio 20, 2019
I globalisti vogliono togliervi il “voto eguale”. E ci riusciranno. Con gli applausi della sinistra e degli intellettuali global
di Giuseppe Palma
Forse negli Anni Ottanta la cosa avrebbe fatto ridere tutti. E la sinistra avrebbe gridato al solito “fascismo”. Oggi invece la questione si fa seria e mai avrei pensato di scriverci un articolo. Sto parlando della proposta, iniettataci a piccole dosi (ma costantemente), di voler abrogare il “voto eguale“, cioè il principio secondo il quale il voto del più umile degli uomini vale quanto quello del più grande: una testa, un voto. Quante lotte e quanto sangue è stato versato per ottenere questo grande traguardo democratico, ma poi arriva il cambio fisso e allora anche il voto eguale entra in crisi. Eh, già. Il cambio fisso. Se l’unico aggiustamento possibile, in assenza della fluttuazione del cambio e in presenza delle folli regole di bilancio, è la riduzione dei salari e la contrazione dei diritti fondamentali dei lavoratori, ecco che anche il principio democratico – nella sua accezione più vasta secondo cui “la sovranità appartiene al popolo” – diventa un ostacolo da abbattere.
Ma non possono farlo apertamente. No, quantomeno adesso non possono. Serve loro far passare il popolo come bue e cattivo, ma soprattutto serve prima attaccare il concetto stesso di sovranità. Ed ecco che “populismo” e “sovranismo” passano sui grandi media come concetti “fascisti” (o giù di lì). Di abbattere il voto eguale se ne è iniziato a discutere dopo il referendum sulla Brexit del 23 giugno 2016, dove qualcuno aveva parlato addirittura di “voto ponderato“, cioè – per dirla breve – se sei laureato, giovane ed hai un lavoro vali 1, se hai più di 80 anni, pensionato e con la terza media vali circa 1/4. Più o meno funzionava così e lo propose, se non ricordo male, un professore universitario.
Poi se ne è parlato poco, di tanto in tanto, infatti nessuno ha mai preso la cosa sul serio. Anche perché – in un mondo normale – una cosa del genere non sarebbe neppure da prendere in considerazione. In un mondo normale.
Pochi giorni fa arriva però il sermone di Erri De Luca, scrittore napoletano di successo, che lancia la “sfida” dal palco del Salone del Libro di Torino (quelli che hanno buttato fuori un piccolo editore perché ritenuto “fascista”). Con la tipica simpatia partenopea, accompagnata dal famigliare e confortevole accento napoletano, De Luca dice – mi limito a sintetizzare – che una persona anziana non può decidere col suo voto il futuro dei giovani. Piazzata così, gli inconsapevoli possono pure abboccare. Ascoltate il video e vi renderete conto:
Salone del libro Erri de Luca: "L'Europa è dei giovani, il futuro è loro"
https://youtu.be/xZVhSkKgMPM
Poi arriva addirittura un lavoro realizzato da alcuni ragazzi di un liceo di Milano, la cui notizia è stata data – con profonda ammirazione – da “Il Foglio“, il quotidiano “più europeista” di tutti. Un lavoro con il quale potrebbe essere proposto il “patentino civico per poter votare“, dove – tra i requisiti – il firmatario del pezzo, Antonio Gurrado, presume vi sia quello di “aver letto la Costituzione e magari averla capita“.
Qui l’articolo apparso su “Il Foglio“: https://t.co/PV0D5I0qeh
Bene. Allora leggiamola questa benedetta Costituzione. L’art. 48 recita:
“Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”.
Se il secondo comma definisce il voto come personale, eguale (una testa, un voto), libero e segreto, l’ultimo comma chiarisce che “Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge“. In poche parole tutti gli elettori sono uguali, anche per effetto del principio di eguaglianza formale di cui all’art. 3 della Costituzione, la quale – stante a quanto previsto dal quarto comma dell’art. 48 – esclude categoricamente il voto ponderato o per censo.
Letta la Costituzione, il patentino civico per poter votare dovrebbe dunque prenderlo qualche giovane studente che non ha capito nulla, qualche suo insegnante e sicuramente più di un giornalista. E perché no, pure qualche scrittore di successo.
Nell’articolo apparso su “Il Foglio” si parla dunque di una “proposta per reintrodurre il suffragio ristretto, vanto d’Italia da Cavour a Giolitti“. Chi mai lo avrebbe detto che saremmo arrivati a questo punto. Siete quindi proprio sicuri che siano Salvini e i “sovranisti” a mettere in pericolo la libertà e la democrazia? Fossi in voi qualche domanda in più me la farei. Cercate il neofascismo tra la fauna della sinistra global e “piùeuropeista“, magari è lì che troverete delle risposte concrete.
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