https://comedonchisciotte.org/ 11 Marzo 2019
Questa non è una crisi, è una guerra di Fabio Conditi
Sono più di 10 anni che siamo in crisi economica, e le conseguenze per la popolazione ed il nostro territorio sono simili a quelle di una guerra. Anzi forse peggio di una guerra.
Si può parlare di crisi economica per un paese povero di risorse, senza capacità produttiva, costretto ad importare la maggior parte dei beni e servizi di cui ha bisogno. Oppure si può parlare di crisi economica se una particolare congiuntura richiede un riassetto delle strutture produttive. In realtà sono ormai quasi trent’anni che assistiamo al lento ed inesorabile degrado dell’Italia, da 4° potenza industriale mondiale nel 1994 ad uno dei paesi più indebitati al mondo e senza crescita economica. Come è stato possibile? Eppure siamo sempre lo stesso territorio e lo stesso popolo che nel passato ha prodotto la civiltà romana, il mondo medievale, l’arte rinascimentale e barocca, che ha insegnato al mondo la politica, l’economia, il diritto, la cultura, l’arte e la tecnologia. Solo per restare in ambito economico, siamo noi ad aver inventato le banche e la partita doppia, che sono alla base della contabilità bancaria. Il concetto di crisi economica prevede un peggioramento momentaneo o al massimo breve, della situazione precedente, ma oggi, dopo più di 10 anni dal crollo dei titoli subprime e dal fallimento della Lehman Brothers, si può ancora dire che siamo in crisi? Per decenni si è pensato alla crisi del ’29 come alla peggiore situazione economica accaduta. Quella sì che fu una crisi, ma la situazione fu recuperata nel giro di una manciata d’anni da tutte le economie mondiali. Quella che stiamo vivendo oggi è una crisi che assomiglia sempre di più ad una guerra, che però è già durata il doppio della seconda guerra mondiale e il triplo della prima guerra mondiale. Una guerra dove l’aggressore combatte tutti i giorni 24 ore al giorno, mentre noi italiani, e non solo italiani, dormiamo 24 ore al giorno. Perché dormiamo? Perché non ci rendiamo conto di essere in guerra da 10 anni e soprattutto non vediamo il nemico e cosa ci sta portando via. Ma se non sappiamo di essere in guerra, come potremo mai vincere? L’Italia è, dopo gli Usa, la nazione con più militari in servizio all’estero, stupidamente andiamo a fare i poliziotti in giro per il mondo mentre abbiamo i ladri in casa. Solo che la guerra che stiamo combattendo non è militare ma economica, ed ha come obiettivo lo smantellamento delle strutture economiche e monetarie del nostro paese, fino a ridurlo a semplice colonia del potere economico e finanziario mondiale. In questi ultimi 30 anni abbiamo perduto la nostra moneta nazionale, la gestione del debito pubblico, il controllo del sistema bancario, le nostre migliori aziende strategiche, i nostri migliori marchi del Made in Italy. Le politiche di qualsiasi Governo devono ormai sottostare a tali norme e vincoli da ridurre le politiche economiche alla semplice adozione delle stesse ricette che fino ad oggi non hanno funzionato ed anzi hanno aggravato la situazione di crisi economica. Negli ultimi 10 anni ci hanno convinto a fare politiche di austerity, con la scusa che l’anno dopo ci sarebbe stata la ripresa, ma in realtà abbiamo avuto solo una ripresa … per i fondelli ! La realtà è che tutto ciò non è frutto del caso, ma è voluto e programmato da anni, ed ha come obiettivo la colonizzazione finanziaria di una delle popolazioni più ricche al mondo per patrimonio artistico e culturale, risorse ambientali ed umane e per risparmio privato. Per la mancanza di soldi e per i ricatti dei mercati finanziari, le cosiddette politiche di austerity distruggono territorio, edifici e infrastrutture, e uccidono la popolazione per suicidi, povertà e malattie. Le nostre soluzioni per uscire dalla crisi economica non sono più una scelta politica, ma una questione di sicurezza nazionale.
Ho provato a spiegare tutto ciò al Convegno “Spread, banche e sicurezza nazionale nel contesto europeo” del 29 gennaio 2019, è stato organizzato nella Sala Isma del Senato, dal gruppo del Movimento 5 Stelle del Senato, in particolare dalla Senatrice Sabrina Ricciardi e dal Senatore Mario Turco, che mi hanno invitato in qualità di Presidente dell’associazione Moneta Positiva, insieme a due carissimi amici, l’Avv. Francesco Carraro e il Prof. Valerio Malvezzi. L’incontro è stato ripreso in diretta streaming da Byoblu di Claudio Messora ed è ora visibile sul loro Canale Youtube, a testimonianza della loro grande opera di documentazione e divulgazione di tutti gli interventi di esperti fuori dal coro mainstream. È la prima volta che una forza politica accetta di parlare pubblicamente di un tema così delicato ed importante come quello monetario, ma soprattutto che accetta un confronto serio e costruttivo sulla possibilità che lo Stato ricominci ad usare la propria sovranità monetaria e fiscale per uscire dalla crisi economica. Sarebbe una rivoluzione di portata epocale, visto che da anni il processo culturale, economico e politico è sempre andato nella direzione di trasferire ad una ristretta cerchia di privilegiati, il potere di creare e distribuire il denaro senza alcuno controllo da parte di Stato e cittadini. Un cambiamento di questa portata, è avvenuto negli ultimi 30/40 anni senza che la maggior parte delle persone se ne rendesse conto e nel più totale disinteresse sia della classe politica, dei mezzi di informazione e/o degli esperti economici, che anzi hanno sempre giustificato queste scelte con motivazioni che si sono rivelate false ormai da anni, oltre che prive di qualsiasi fondamento scientifico. Questa non è una crisi economica, è una guerra!
Video: Convegno Senato 29 gennaio 2019 - Fabio Conditi - Questa è Guerra https://www.youtube.com/watch?v=G63ZtLu6guk
In una guerra, se non vogliamo essere trasformati in schiavi, dobbiamo combattere per riaffermare la nostra sovranità. La moneta deve essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
Fabio Conditi – Presidente dell’associazione Moneta Positiva con il contributo di Galileo Ferraresi e Stefano Di Francesco http://monetapositiva.blogspot.it/
Fonte: www.comedonchisciotte.org 11.03.2018 |