https://news.fidelityhouse.eu/ 2 marzo 2019
Il ritorno della Momo Challenge: attenzione ai video di Peppa Pig e Fortnite su YouTube di Francesco Menna
La Momo Challenge è tornata ma, stavolta, tramite dei video di Fortnite e Peppa Pig su Youtube.
Il famoso “gioco” Momo Challenge torna a destare preoccupazioni nei confronti dei genitori. Questa sfida rappresenta un vero e proprio pericolo per gli adolescenti, perché porta alla morte di questi ultimi. La sua prima apparizione è avvenuta nel 2018, quando tramite WhatsApp i giovani venivano contattati da Momo, costituito da un volto di donna inquietante.
La faccia del Momo è riconoscibile dagli occhi fuoriusciti dalle orbite, dalla bocca sottile, ma molto lunga, che arriva quasi alle orecchie. Se ai tempi della diffusione via WhatsApp venivano presi di mira solo gli adolescenti, questa volta tocca proprio ai bambini, i più piccoli fan di Peppa Pig e Fortnite.
La Momo Challenge può sembrare inizialmente uno scherzo di cattivo gusto, ma è molto pericolosa in quanto porta i ragazzi al suicidio. Il momo, infatti, ora apparirebbe nei video di YouTube, più precisamente in quelli di Peppa Pig e di Fortnite. Infatti, per molto tempo si ha l’impressione di guardare la classica clip del cartone con la maialina rosa, o un classico gameplay di Fortnite, che ultimamente va molto di moda ma, all’interno di alcuni video, si nascondono alcuni frame che raffigurano il volto inquietante della donna.
La Momo Challenge ha una capacità di convinzione talmente alta, che porta i ragazzi a farsi del male fisico a v volte culminato addirittura nel suicidio. Stando al quotidiano Daily Mail, il Momo incentiverebbe gli utenti ad avere paura minacciando di ucciderli nel sonno. Nei peggiori casi, viene chiesto di aprire il gas in casa, ingerire particolari medicinali, nascondendo il tutto agli occhi dei genitori. YouTube, dal canto suo, si difende affermando che “Contrariamente a quanto affermato dalla stampa, non abbiamo trovato alcuna prova di video che mostrano o promuovono la Momo Challenge su YouTube“. Logicamente, spiegano che ciò va contro le politiche della piattaforma.
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