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10/09/2019

 

Allarme dell’Oms: nel mondo, un suicidio ogni 40 secondi

 

L'agenzia Onu rileva che i Paesi asiatici col più alto tasso di suicidio sono Corea del Sud, India e Giappone. Impiccagione, auto-avvelenamento da pesticidi e armi da fuoco sono i metodi più comuni per togliersi la vita. In Sri Lanka, una serie di divieti sui veleni ha portato ad un calo del 70% nel numero dei morti.

 

Nel mondo, ogni 40 secondi una persona si toglie la vita. È quanto emerge da un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che insieme a partner internazionali oggi osserva la Giornata mondiale per la prevenzione al suicidio. Pubblicato ieri col titolo “Suicidi nel mondo”, lo studio dell’Oms è il secondo sul tema e segue una ricerca del 2014.

Ogni anno, nel mondo si suicidano quasi 800mila persone – quasi il doppio delle vittime di malaria o omicidi. Tra i giovani dai 15 ai 29 anni, il suicidio resta la seconda principale causa di morte dopo gli incidenti stradali. Per le ragazze nella stessa fascia di età, è secondo solo alle complicanze della gravidanza. Per i maschi, segue incidenti stradali e “violenza interpersonale”.

 

Il 79% dei suicidi si verifica in Paesi a basso e medio reddito. Tuttavia, il tasso di suicidi è superiore nelle nazioni più ricche. Nel 2016, i ricercatori hanno stimato che la media globale è del 10,5 ogni 100mila abitanti, ma il dato può variare dal 5 al 30 a seconda del territorio in esame. L'agenzia delle Nazioni Unite rileva che i Paesi asiatici con i più alti tassi di suicidio sono la Corea del Sud (20,2), l'India (16,5) ed il Giappone (14,3).

I metodi più comuni per togliersi la vita sono impiccagione, auto-avvelenamento da pesticidi e armi da fuoco. Mark Van Ommeren, psicologo e coordinatore dell’Oms per la Salute mentale, dichiara: “I pesticidi sono tra i prodotti più facilmente accessibili, soprattutto nei grandi Paesi rurali come la Cina o l'India”. Lo strumento più efficace per ridurre il numero di suicidi è limitare l'accesso ai pesticidi che vengono utilizzati per l'auto-avvelenamento.

 

Il Paese meglio studiato è lo Sri Lanka, dove una serie di divieti ha portato ad un calo del 70% nel numero di suicidi: secondo le stime, tra il 1995 e il 2015 si sono salvate 93mila vite. In Corea del Sud, negli anni 2000 l'erbicida “paraquat” era il più utilizzato nei suicidi. A seguito di un bando sul prodotto, emesso tra il 2011 ed il 2012, le morti per avvelenamento sono diminuite della metà già nel 2013.

 

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