http://www.asianews.it/it.html 13/11/2019
La polizia di Hong Kong in una ‘guerra non dichiarata’ contro i giovani
È l’opinione di un professore della Chinese University di Hong Kong dopo l’attacco condotto dai poliziotti in assetto di guerra contro gli studenti. Il bilancio è giunto a 80 feriti. Gli atenei hanno deciso di chiudere il semestre in anticipo. Anche le scuole rimangono chiuse.
Quanto avvenuto ieri alla Chinese University fino a notte fonda rende evidente che la polizia di Hong Kong sta attuando “una guerra non dichiarata contro l’intera generazione di giovani”. È quanto esprime un professore della stessa università che scrive ai suoi amici raccontando quanto accaduto ieri, che preferisce non pubblicare il suo nome. A differenza di quanto afferma la polizia, l’anonimo professore afferma che i giovani non stavano compiendo alcun gesto di vandalismo o guerriglia, per cui l’assalto della polizia al campus è del tutto ingiustificato. Intanto, a causa delle tensioni createsi in tutte le università, gli atenei hanno deciso di concludere il semestre due settimane prima e già da domani non ci saranno lezioni, se non via computer. Oggi il governo ha dato indicazioni perché tutte le scuole siano chiuse, date le difficoltà di trasporti e di comunicazioni dovute a manifestazioni, sit-in, chiusure della metropolitana. Un fatto che sta creando molto dibattito è il “salvataggio” degli studenti della Cina popolare dalla Università cinese di Hong Kong: quest’oggi la polizia ha usato una nave per trasferirli al sicuro a Shenzhen. I giovani fanno notare che la polizia, invece, verso gli studenti di Hong Kong usa lacrimogeni e pallottole. Il bilancio di ieri è passato a 80 feriti. Ecco la testimonianza del professore sui fatti della Chinese University a Shatin.
Ai miei amici vicini e lontani, io e la mia famiglia stiamo bene. Molte grazie per la vostra preoccupazione e le preghiere. Siamo con cuore spezzato per ciò che la polizia ha compiuto. Prima che la polizia arrivasse, non vi era alcuna rivolta, né attacco, né interruzioni, né raduni di massa alla Chinese University di Hong Kong. (I media pro-Pechino vorrebbero che la gente creda a tutto questo, per giustificare l’operazione della polizia). È a causa dell’invasione della polizia che gli studenti ed ex studenti si sono radunati per difendere il campus. La polizia anti-sommossa ha sparato circa un migliaio di lacrimogeni e pallottole di gomma. Almeno 80 persone sono state ferite. Gli studenti hanno usato mattoni e molotov per fermare l’avanzare della polizia verso ulteriori intrusioni. Il bellissimo campus è divenuto un teatro di guerra. In serata molti ex studenti e altre persone di Hong Kong sono accorsi al campus per aiutare. La situazione si è calmata solo a tarda notte. Nessuno sa quando la polizia attaccherà ancora. Il presidente e altri accademici dell’università sono arrivati sul fronte per negoziare ma senza alcun frutto. Essi stessi sono stati travolti dai gas lacrimogeni della polizia. Per la loro operazione, l’unica ragione data dalla polizia è che qualcuno aveva lanciato oggetti da un ponte verso l’autostrada sottostante. Ma non vi era alcuna prova che questo fosse stato compiuto da qualcuno nell’università. Dall’altra parte, almeno un video preso da una telecamera posteriore di un’auto mostra che proprio la polizia in tenuta anti-sommossa ha lanciato qualcosa dall’alto sull’autostrada. (Anche se c’era il sospetto fondato che un atto illegale era stato commesso da uno studente o da qualcuno dello staff, è necessario solo mandare pochi poliziotti per fare un’inchiesta o arrestare il sospettato, non dispiegare interi squadroni di poliziotti anti-sommossa e farli entrare nel campus senza mandato, attaccando con gas lacrimogeni e proiettili di gomma). Alcune persone vedono ancora la situazione di Hong Kong come un conflitto politico. No. Essa è una guerra non dichiarata contro l’intera generazione dei giovani, che ora sono di continuo chiamati “scarafaggi” dai poliziotti e sono l’obbiettivo della loro brutalità.
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