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25 Ottobre 2019

 

Oxfam: I Paesi ricchi investono 100 volte di più nelle fonti fossili che nella mitigazione climatica

 

E l’Italia del Green New Deal deve ancora annunciare il suo contributo al Green Climate Fund

In occasione della High-Level Pledging Conference of the Green Climate Fund in corso a Parigi, Oxfam ha pubblicato il nuovo rapporto “Green Climate Fund Pledging Conference What is the Green Climate Fund?” nel quale denuncia l’ipocrisia climatica dei governi e dell’industria: «Lo scorso anno l’investimento globale in fonti non rinnovabili è stato 100 volte quello che le economie più avanzate dovrebbero destinare ai paesi più fragili per contrastare gli impatti devastanti del cambiamento del clima». Secondo l’International energy agency, nel 2018 gli investimenti realizzati nelle industrie fossili di petrolio, gas e carbone hanno raggiunto i 795 miliardi di dollari.

 

Creato nel 2010, il Green Climate Fund dovrebbe diventare il principale canale di finanziamento multilaterale per aiutare i Paesi Poveri ad affrontare l’emergenza climatica. Grazie al suo sostegno finanziario, negli ultimi 4 anni più di 110 progetti sono stati attuati nei Paesi in via di sviluppo . Oxfam fa l’esempio delle iniziative per sviluppare l’energia solare in Nigeria o in Mali, per il ripristino delle foreste in Honduras o per realizzare sistemi agricoli più resilienti in Bhutan e in Belize.

 

Quella scattata dall’ONG internazionale è un’impietosa fotografia degli impegni insufficienti e delle promesse non mantenute dai Paesi più ricchi per sostenere l’adattamento climatico nei Paesi in via di sviluppo. «Un impegno di stanziamento – rivela l’ONG – che al momento è fermo a 7,5 miliardi di euro di finanziamenti nei prossimi quattro anni, ossia a poco più della metà di quanto Oxfam stima necessario a sostenere le oltre 300 azioni e progetti, già in cantiere, che potrebbero essere messe in campo nei Paesi più poveri, per mitigare la crisi climatica al fianco delle comunità più vulnerabili».

Secondo quanto emerge dal rapporto, «Canada, Austria e Paesi Bassi hanno contribuito per un terzo di quello che potrebbero; l’Australia ha dichiarato che si unirà agli Stati Uniti e si rifiuterà di fornire nuovi fondi in occasione del summit di Parigi; Giappone, Italia, Svizzera, Belgio, Finlandia, Portogallo e Nuova Zelanda devono ancora annunciare il loro contributo».

 

Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia, conclude. «Siamo di fronte ad una sempre più evidente “ingiustizia climatica”: decine di milioni di persone nei paesi più poveri del pianeta non hanno nessuna responsabilità sull’accelerazione data all’impatto del cambiamento climatico, eppure ne subiscono le conseguenze più devastanti. Una successione sempre più rapida e imprevedibile di eventi climatici estremi – come uragani, siccità prolungate e alluvioni – che letteralmente mettono a repentaglio la sopravvivenza di intere comunità, costringendole a migrare. Per questo il Green Climate Fund è un’ancora di salvezza per i paesi poveri che hanno bisogno di aiuti immediati. Facciamo appello a tutti i paesi più ricchi a contribuire con quella giusta quota di investimenti, che potrebbe fare la differenza tra vita e morte per tantissimi. E chiediamo al Governo, che si sta impegnando in positive politiche per l’ambiente con il Decreto Clima, a non tirarsi indietro proprio in occasione di un vertice cruciale come quello in corso a Parigi».

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