https://www.huffingtonpost.it/ 11/03/2019
È ora di salvare il pianeta di Stella Bianchi
Lo scorso 8 marzo è stato ancora un venerdì per il futuro, un venerdì nel quale gli studenti scioperano per il clima a migliaia e in decine di città verso lo sciopero globale del 15 marzo.
Un movimento globale acceso dalla fermezza autentica di una straordinaria sedicenne svedese, Greta Thunberg, che da sola ha iniziato a sedersi davanti al Parlamento di Stoccolma con il suo cartello "sciopero per il clima".
Oggi Greta lo ha fatto di nuovo, per la 29esima volta, e da quando ha iniziato ha parlato ai grandi del mondo riuniti al vertice Onu Cop24 a Katowice in Polonia e poi a Davos e a Bruxelles raggiungendoli sempre in treno per emettere meno co2 perché si fa quel che si dice, walk the talk direbbero in inglese.
La casa brucia, ha ammonito Greta a Davos ed è proprio quello che purtroppo sta succedendo. L'ultimo rapporto dell'Ipcc, gli scienziati che riferiscono all'Onu, non poteva essere più chiaro: abbiamo dodici anni per invertire drasticamente la rotta, fermare le emissioni di co2 e degli altri gas serra e salvare il pianeta. O meglio la nostra vita sul pianeta.
Sembra una forzatura, una frase retorica. Eppure siamo arrivati proprio a un passo dal precipizio, i segnali ormai forti e chiari delle catastrofi ambientali da un angolo all'altro del pianeta ce lo dicono chiaramente e risuonano gli allarmi degli scienziati, sempre confermati da quanto succede, se non per il fatto che le loro previsioni si avverano prima del tempo.
Facciamo fatica a prenderne consapevolezza, non vogliamo crederci, ci spaventa troppo immagino. Ma la nostra incredulità non ferma i cambiamenti climatici, non ferma il loro impatto devastante tanto più forte in aree del mondo come quella del Mediterraneo dove le temperature aumentano più di quanto avvenga in media, non ferma le minacce alla stabilità internazionale e alla pace che arrivano già e arriveranno ancora più forti dalle condizioni naturali impazzite.
Ora è il momento di agire come faremmo in una crisi, in una emergenza di sistema. Con un piano sistematico che coinvolga tutti i settori dell'economia e che ci porti rapidamente fuori dall'uso dei combustibili fossili, carbone petrolio e gas, i massimi responsabili del riscaldamento globale.
Con investimenti che consentano di creare lavoro nella trasformazione dell'economia, con salari degni per chi li svolge e sostegni e accompagnamento per chi si trova in occupazioni o regioni che dovranno essere riconvertite. Con una transizione giusta insomma che realizzi una economia a zero emissioni all'insegna della giustizia sociale, della dignità delle persone, del diritto di ogni essere umano a vivere in un'ambiente sano e sicuro. Non potrebbe esserci programma migliore, ambizione più grande per una forza progressista, per una nuova sinistra ed è stato importante che Nicola Zingaretti abbia voluto dedicare la sua grande vittoria alle primarie del Pd di domenica scorsa proprio a Greta e ai tanti che scioperano per il clima e, insieme a loro, ai cinque milioni di poveri in Italia e ai troppi disoccupati, giovani e non solo.
Proprio qui è l'anima della sinistra nuova, qui ci sono le ragioni per impegnarsi tutti. Sapendo che non è tempo di aggiustamenti al margine e che il sistema produttivo sta già andando nella direzione giusta ma non ancora con la velocità necessaria. L'8 marzo scorso le donne sono scese in piazza per rivendicare e festeggiare la loro autonomia, la loro indipendenza, il loro diritto a scegliere, sempre, in prima persona. Le donne saranno decisive. Non a caso sono donne le protagoniste della lotta ai cambiamenti climatici. Cito per tutte, insieme a Greta Thunberg, Christiana Figueres, senza il suo impegno testardo a capo della convenzione Onu per i cambiamenti climatici non saremmo arrivati all'accordo di Parigi dopo il fallimento del vertice di Copenhagen. Ed è sempre l'impegno delle donne, il loro rafforzamento a segnare il successo delle politiche di sviluppo nei paesi con maggiori difficoltà.
Nessun compito è più necessario e urgente. Nulla vale di più che impegnarsi per salvare il pianeta e lavorare per la giustizia sociale e per la pace.
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