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Mar 11, 2018

 

Erdogan si scaglia contro la passività della NATO

 

Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha criticato la nato per non aver sostenuto Ankara nell’offensiva turca contro i gruppi kurdo siriani nel cantone siriano di Afrin.

 

” Da quanto tempo la Nato ignora ciò che accade in Siria? Quando l’alleanza intende sostenere la Turchia i cui confini continuano ad essere attaccati dai terroristi dal territorio siriano?… Quando la Nato si farà avanti, per quanto tempo dovrò fare tali dichiarazioni?”, ha detto Erdogan citato da agenzia Anadolu.

 

Il mandatario ha aggiunto che Ankara non può essere indifferente a ciò che accade in Siria, poiché la lunghezza del confine turco-Siria è di 911 km.

 

Il 20 gennaio, Ankara e i suoi alleati dell’opposizione dell’ Esercito Libero siriano (filo turchi) hanno lanciato l’operazione “ramo d’ulivo” nel cantone di afrin, provincia nordoccidentale siriana di Aleppo.

 

L’ operazione è rivolta contro gruppi jihadisti e le Unità di Protezione Popolare (Ypg), braccio armato del partito curdo-Siriano Dell’Unione Democratica (pyd).

 

Per la Turchia, le YPG sono un’estensione del partito dei lavoratori del Kurdistan, formazione che considera terrorista.

 

Erdogan ha affermato inoltre che la Turchia, Stato membro della NATO, quando è stato richiesto, ha sempre inviato le proprie truppe nelle varie aree di conflitto. Tuttavia, adesso che Ankara chiede di essere spalleggiata in Medio Oriente nella lotta contro le milizie curde in Siria, non ottiene in cambio lo stesso trattamento. Il presidente turco ha chiuso il suo commento lanciando un nuovo appello all’alleanza militare e ha rinnovato la richiesta di aiuto, aggiungendo che, ora più che mai, i confini del suo Paese sono in serio pericolo.

Almeno 370 combattenti curdi delle People’s Protection Units (YPG) sono morti da quando il governo di Ankara ha lanciato, il 20 gennaio 2018, l’Operazione Ramo d’Olivo. Oltre a loro, sono stati uccisi 340 combattenti ribelli.Sono invece oltre 200 i civili che hanno perso la vita. Ankara ha però criticato tale bilancio delle vittime, sostenendo che mette in atto tutti gli accorgimenti necessari per evitare di colpire civili. La campagna militare turca ha destato preoccupazioni umanitarie circa la sorte di decine di migliaia di civili residenti nella città di Afrin. Vi è una sola via d’uscita dalla città, ed essa porta alle zone siriane della provincia di Aleppo, che sono sotto il severo controllo del regime del presidente siriano, Bashar al-Assad.

 

Damasco ha condannato l’operazione turca sottolineando che Afrin è una parte inalienabile del territorio siriano.

 

I rapporti tra la Turchia e gli USA  risultano estremamente tesi per effetto del sostegno fornito dalle forze USA alle formazioni curde nel nord della Siria. Allo stesso tempo la Turchia si è riavvicinata alla Russia e ha minacciato di rivedere i rapporti con la NATO.

 

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