http://imemc.org/ http://www.infopal.it/ 13/8/2018
Le forze israeliane stanno uccidendo bambini palestinesi a tassi record Traduzione di Laura Pennisi
Quattro bambini palestinesi sono morti a causa di ferite d’arma da fuoco tra il 27 luglio e il 5 agosto dopo che le forze israeliane hanno sparato loro durante le proteste della “Marcia del Ritorno” nella Striscia di Gaza. Tali decessi hanno portato il 2018 ai massimi livelli per decessi infantili, superando il numero di bambini palestinesi uccisi dalle forze israeliane in ogni singolo anno nel corso dello scorso decennio, al di fuori delle offensive militari israeliane su larga scala.
Le forze di Israele hanno ucciso tre bambini, Muath Ziad Ibrahim al-Soury, 15 anni, Moemen Fathi Yousef al-Hams, 16 anni, e Majdi Ramzi Kamal al-Satri, 11 anni, con uso di munizioni vere e proprie durante gli ultimi due venerdì successivi alle proteste della “Marcia del Ritorno”. Un quarto ragazzo, Ahmad Jihad Ahmad al-Aydi, 17 anni, colpito da fuoco israeliano il 30 marzo, è morto il 5 agosto.
“Le forze israeliane hanno operato con un’impunità quasi totale per così tanto tempo che le uccisioni illegali e altre palesi violazioni del diritto internazionale sono diventate la norma”, ha detto Ayed Abu Eqtaish, direttore dell’Accountablity Program presso la Defense for Children International – Palestina. “L’impunità, unita all’aumento dell’uso di munizioni vere e proprie da parte di Israele come metodo per reprimere i dimostranti a partire dal 2014, significa che non esiste alcun meccanismo legale che porrà fine a questo spargimento di sangue”.
Ahmad è morto nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Shifa nella città di Gaza, il 5 agosto, soccombendo a una ferita da arma da fuoco. Il primo giorno della “Marcia del Ritorno”, le forze israeliane hanno sparato ad Ahmad con munizioni a est del campo profughi di Al-Bureij, nella parte centrale della Striscia di Gaza, ferendolo gravemente. È stato curato presso l’ospedale dei Martiri di Al-Aqsa per 8 giorni, quindi trasferito all’ospedale di Shifa. Il ragazzo è stato in grado di ottenere un trasferimento palestinese ed è stato quindi curato presso la Società araba di Riabilitazione di Betlemme sita nella città di Beit Jala, in Cisgiordania, prima di rientrare nella Striscia di Gaza. È morto all’ospedale di Shifa intorno alle 8 di sera di domenica.
Immagine: Muath al-Soury, 15 anni, è morto sabato mattina sul presto dopo che le forze israeliane gli hanno sparato venerdì sera. (Foto: per gentile concessione della famiglia al-Soury).
Le forze israeliane hanno sparato a Muath con munizioni vere e proprie intorno alle 7 di sera del 3 agosto. Muath partecipava alle proteste della “Marcia del Ritorno” vicino alla recinzione perimetrale, a est del campo profughi di Al-Bureij, secondo fonti DCIP. Il proiettile è entrato nell’addome danneggiando i vasi sanguigni più importanti e il suo intestino. È stato trasportato all’ospedale dei Martiri di Al-Aqsa ed è morto intorno alle 3:30 del mattino di sabato 4 agosto. Immagine: Moemen al-Hams, 16 anni, era insieme a un gruppo che stava tentando di tagliare e attraversare la recinzione perimetrale della Striscia di Gaza quando le forze israeliane gli hanno sparato alla schiena il 27 luglio. (Foto: cortesia della famiglia al-Hams). Moemen e l’undicenne Majdi sono stati entrambi colpiti da arma da fuoco quando le forze israeliane hanno sparato su un gruppo di manifestanti intenti a tagliare e a tentare di attraversare la recinzione perimetrale della Striscia di Gaza vicino a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, verso le 17:30 di venerdì 27 luglio, secondo i rapporti iniziali.
Dopo che Moemen ha tagliato il recinto e ha cominciato ad entrare, un testimone lo ha visto accasciarsi. È stato trasferito all’ospedale europeo in condizioni critiche e ha subito diverse operazioni prima di essere dichiarato morto intorno alle 4:30 del mattino del 28 luglio. Secondo il medico legale che ha esaminato il corpo del ragazzo, una pallottola è entrata nella schiena di Moemen vicino alla spina dorsale ed è uscita dal lato destro del petto. Immagine: Majdi al-Satri, 11 anni, era a circa 50 metri dalla recinzione perimetrale della Striscia di Gaza quando le forze israeliane lo hanno colpito alla testa uccidendolo all’istante. (Foto: Cortesia della famiglia al-Hams).
Majdi era a circa 50 metri dalla recinzione perimetrale quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco, secondo un testimone oculare. Il proiettile lo ha colpito in fronte, uccidendolo all’istante.
Oltre a queste quattro vittime più recenti, le forze israeliane hanno ucciso almeno 35 bambini palestinesi dall’inizio del 2018. I genitori di un altro bambino, Yousef Abu Jazar, colpito dai proiettili delle forze israeliane il 29 aprile, stanno ancora aspettando la conferma ufficiale della morte.
Un adolescente palestinese è stato ucciso da un colono israeliano dopo che i media locali hanno riferito che il ragazzo avrebbe compiuto un attacco mortale con l’uso di un coltello all’interno di un insediamento israeliano in Cisgiordania il 26 luglio.
Nel 2017 sono morti 15 bambini palestinesi a causa delle azioni delle forze israeliane. Questo numero comprende anche un bambino che era stato ferito durante un attacco di un drone israeliano nel 2014, soccombendo alle ferite nel 2017.
Il 2017 è stato definito dal DCIP come “l’anno più mortale dell’intero decennio” per i bambini della Cisgiordania. Le forze israeliane e le guardie di sicurezza hanno ucciso 32 bambini palestinesi nella Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est, nel 2016. La maggior parte delle uccisioni di bambini quest’anno ha avuto luogo nel contesto delle proteste lungo la recinzione perimetrale della Striscia di Gaza. Le prove del DCIP hanno determinato in diverse occasioni che i bambini uccisi lungo il perimetro della Striscia di Gaza non rappresentavano una minaccia mortale reale al momento della morte. Secondo la legge internazionale, le forze letali possono essere usate solo quando esiste una minaccia diretta e mortale alla vita o lesioni gravi.
La Corte suprema israeliana ha sostenuto che le regole adottate dalle forze militari israeliane sono in linea con i parametri internazionali nel contesto delle proteste della “Marcia del ritorno”.
Ad aprile, il portavoce dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha affermato che il tentativo di avvicinare o attraversare la recinzione perimetrale della Striscia di Gaza da solo “non costituisce una minaccia per la vita o di gravi lesioni tali da giustificare l’uso di munizioni”.
Cinque bambini sono stati uccisi quest’anno dalle forze israeliane anche in Cisgiordania, tra cui il quattordicenne Arkan Mizher, a cui le forze israeliane hanno sparato durante una campagna di arresti nel campo profughi di Dheisheh, il 23 luglio.
Pubblicato in origine in data 6 agosto 2018 da Defense for Children International – Palestine (DCIP).
(Immagine: Il 5 agosto, Ahmad al-Aydi è morto nel centro di Gaza a causa di una ferita subita il 30 marzo dal fuoco israeliano. Foto: per gentile concessione della famiglia al-Aydi).
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