Seconda Conferenza di ConCiencias Zapatistas and the Struggle to Decolonize Science Originale: Toward Freedom http://znetitaly.altervista.org 27 febbraio 2018
Gli Zapatisti e la lotta per decolonizzare la scienza di David Meek Traduzione di Maria Chiara Starace
Sotto le immagini del rivoluzionario messicano Emiliano Zapata e di un’idra dalle molte teste che consuma l’umanità, siedono due gruppi. A destra, di fronte al palco, ci sono circa 200 delegati dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), seduti come un blocco omogeneo. Indossano maschere nere come quelle degli sciatori e prendono appunti freneticamente. A sinistra sono seduti 300 scienziati e osservatori dì tutto il mondo. Con un minuscolo nastro rosa appuntato sulla maschera, Julia, delegata zapatista di Oventic, nel Chiapas, prende il microfono: “ I fiumi si stanno prosciugando. Sappiamo che, prima, le persone avevano il loro modo di piantare le loro colture, ma ora non piove più come ci si aspetterebbe. Ora c’è un’espansione di malattie che prima non erano comuni: cancro, diabete…” Julía è molto esplicita circa i collegamenti tra scienza e capitalismo nel perpetuare quella crisi. “Le medicine creano proprio dipendenza dall’industria farmaceutica,” ci dice. Julia è, però molto chiara sul fatto che la scienza può funzionare come strumento di resistenza, se viene re-immaginata dalla base. “Fratelli e sorelle scienziati, vi chiediamo, in base ai vostri studi: perché accade tutto questo? E chi ne è responsabile? Siamo venuti a sentirvi e a portare questa conoscenza ai popoli, ai nostri popoli.” Per quattro giorni, dal 27 al 30 dicembre, la seconda ripetizione di ConCiencias, una conferenza che crea un dialogo tra gli Zapatisti e i massimi scienziati di sinistra di tutto il mondo, ha avuto luogo al CIDECI (Centro Indígena de Capacitación Integral – Centro indigeno di formazione integrale), Universitad de la Terra, situato alla periferia di San Cristobal del Las Casas – una città della regione del Chiapas che è stata per lungo tempo associata alla lotta Zapatista. Anche se potrebbe sembrare secondaria, la lotta per decolonizzare la conoscenza è parte integrante del più ampio progetto zapatista di opporsi al genocidio indigeno, al capitalismo neo-liberale e alla repressione politica. Las ConCiencias, il titolo della conferenza, mette insieme le parole spagnole che significano scienza e consapevolezza. Questa denominazione puntualizza il doppio scopo della conferenza. Primo, gli Zapatisti hanno convocato l’incontro per esaminare in maniera critica i modi in cui la scienza è stata storicamente un’opera sociale in gran parte priva di consapevolezza, un progetto a servizio del capitale, uno sforzo che contribuisce all’emarginazione dei popoli indigeni in tutto il mondo. Secondo, la conferenza è uno spazio di dialogo per esplorare il potenziale anti- egemonico della scienza; in che modo il suo potere può esser sfruttato per identificare le crepe nel muro del capitalismo, ed espandersi su queste, portando alla sua dissoluzione e alla sovranità rinascente dei popoli indigeni. L’’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ha invitato 50 scienziati dall’Europa, Nord America, e America Latina per presentare i risultati della loro ricerca, e fornire un’opinione sul modo in cui la scienza può essere re-immaginata “dal basso e a sinistra”, come dicono gli Zapatisti. Avendo competenze in argomenti che vanno dalla geofisica all’ottica, alla filosofia e all’agro-ecologia, gli scienziati hanno riflettuto su due domande fondamentali degli Zapatisti. Primo, come può la scienza aiutare nella preparazione per la tempesta attuale e in arrivo? Secondo, come si può re-immaginare la scienza come strumento di opposizione che può espandere le crepe nel muto del capitalismo, e la sua idra dalle molte teste? Queste due domande ispiratrici circondano la re-immaginazione della scienza – lontano da un’iniziativa intrecciata con la produzione di capitale, e verso un sistema di produzione di conoscenza che si è umanizzato, che ha uno scopo sociale di trasformazione. La tempesta sta arrivando. Per molti agricoltori che lavorano su scala ridotta, è già qui. Questa tempesta non sta semplicemente accrescendo la prevalenza di tempeste associate con il cambiamento del clima, ma invece le contraddizioni e le crisi sociali, ecologiche, economiche e politiche che sono interconnesse con quello che i movimenti della gente comune chiamano “caos climatico.” Come può la scienza funzionare come metodo per creare fratture nel ‘muro’ del capitalismo? Come può la scienza allargare queste crepe, minando ciò che è egemonico e permettendo che germoglino visioni alternative del mondo? Come hanno domandato Julía e molti altre delegati zapatisti, agli scienziati riuniti: “Abbiamo bisogno che parliate ad altri riguardo all’insubordinazione e che vi organizziate dove vivete: nel vostro quartiere, nel vostro centro di ricerca, nella vostra università.” Più che un congresso, ConCiencias è un invito agli scienziati di organizzarsi, di creare nuovi sistemi organizzativi per aiutare le lotte della base. Julía ha implorato gli scienziati: “Non scambiate la verità per la bugia, e specialmente non per il denaro. Questo è ciò che fa di voi dei buoni scienziati. Sappiamo che siete grandiosi, ma noi Zapatisti vi chiediamo di essere ancora migliori, lavorando nei collettivi. Studiate in maniera scientifica, capite chi è responsabile dei problemi che abbiamo. Chi sono realmente i colpevoli? Siate voi a parlare per dire la verità e non per avere un modello. Siate onesti. Questo potrebbe avere come conseguenza umiliazioni e minacce, ma non dovere rinunciare a causa di queste. Fratelli e sorelle scienziati, è ora di essere svegli, attenti, di non perdere l’amore per la vostra lotta. Dobbiamo operare ogni giorno per costruire un futuro collettivo.” Partendo da queste osservazioni iniziali, i delegati di cinque caracoles (aree amministrative autonome zapatiste, n.d.t.) hanno commentato le interconnessioni tra sfruttamento, emarginazione, umiliazione, sfratti e assassinio e il loro desiderio e passione collettiva per lo studio. Il primo giorno comprendeva interventi sulla ecologia, l’agro-ecologia, la medicina, la fisica, e la geofisica, il cambiamento di clima e l’istruzione. La sera, il Subcomandante Galeano ha presentato un testo intitolato “Dipende”. Cominciando con un argomento che questo discorso non avrebbe accennato argomenti di scienza, arte o politica, Galeano ha sganciato i rapporti tra le cause strutturali del femminicidio e la violenza dello stato messicano come vengono incarnate dal massacro del 1997 ad Acteal, in Chiapas. Il secondo giorno, scienziati e zapatisti si sono riuniti per approfondire ulteriormente l’analisi del modo in cui la scienza può intervenire nel contesto della crisi del capitalismo. I temi centrali nelle presentazioni comprendevano la tecnologia, la genetica, l’apicultura e la matematica. Quella sera, il Subcomandante Galeano ritornò per presentare un’analisi intitolata: “Trump, il Rasoio di Ockham*, il Gatto di Schrödinger** e il Gatto Nero”, in cui forniva un caso critico per la necessità di esaminare il capitalismo come una serie sistematica di crimini. Il terzo giorno, le domande sulla pedagogia critica, la costituzione cellulare degli umani, la sovranità alimentare, l’astronomia e la spettroscopia, sono stati i temi più importanti. Gli scienziati si sono impegnati in autoriflessioni critiche e hanno discusso di idee sul modo di coordinare il lavoro scientifico come forma di mobilitazione sociale. Alla fine del terzo e ultimo giorno, molte donne zapatiste sono salite sul palco di fronte ai partecipanti. In nome del Comitato indigeno rivoluzionario clandestino, del Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, hanno incrementato il tema della solidarietà internazionale sviluppato attraverso ConCiencias, per invitare le attiviste internazionali a partecipare al “Primo Incontro internazionale politico, artistico, sportivo e culturale per le Donne in Lotta” che si terrà nel Caracol Zapatista di Morelia in Chiapas, Messico dall’8 al 10 marzo del 2018. Gli uomini saranno i benvenuti se accompagneranno una attivista, e se saranno impegnati in opere di solidarietà durante gli eventi dell’incontro. Nel corso di tutta la conferenza, il focus principale è stata l’importanza di decolonizzare la scienza. La conoscenza non si produce in un qualche spazio immateriale, ma, è, invece un processo politico che avviene in spazi che sono permeati di potere. Per lungo tempo la scienza è stata una forza della colonizzazione che ha contribuito a costruire “el muro del capital” (il muro del capitale). Gli Zapatisti domandano che la scienza venga re-immaginata sia dagli scienziati che dalla base di gente comune, uniti insieme, come tecnica di resistenza. Decolonizzare la scienza richiede che gli scienziati si organizzino nelle loro comunità e che analizzino in che modo le loro metodologie ed epistemologie di ricerca siano state impiegate come strumenti di colonialismo e di neo-colonialismo. Tale processo di decolonizzazione richiede anche che gli scienziati diventino alleati impegnati, cospiratori e complici che possono condividere punti di vista metodologici e teorici con i movimenti di base su come costruire una nuova visione di scienza all’interno delle crepe del muro del capitale.
note *https://it.wikipedia.org/wiki/Rasoio_di_Occam https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_gatto_di_Schrödinger
David Meek è Assistente presso il Dipartimento di Antropologia dell’Università dell’Alabama, a Tuscalosa, Al. La sua ricerca è focalizzata sulla politica della conoscenza nei movimenti sociali di base e le forme critiche di educazione all’agricoltura sostenibile in tutto il mondo. Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/zapatistas-and-the-struggle-to-decolonize-science
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