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Nicaragua: comunicato dal Fronte Sandinista Traduzione di Alessandro Lattanzio
Riepilogo introduttivo: Il centro della protesta degli ultimi giorni in Nicaragua erano due università religiose, come afferma la dichiarazione del Fronte sandinista: “Va notato che le università più belluine erano: l’Università centroamericana (UCA) dei gesuiti; e l’Università Politecnica (UPOLI), di una chiesa protestante degli Stati Uniti”. Nell’UPOLI, la controrivoluzione vi era concentrata e la “Gran Prensa Internacional” aveva a capo la colombiana ex-capo della CNN en Español Patricia Janiot. Quando lei e i suoi colleghi apparvero all’UNH (Università Autonoma Nazionale dell’Honduras), qui resistevano con l’occupazione 80000 studenti che in diverse occasioni protestavano contro la repressione dell’Esercito e dei Comandos Cobra, la polizia militare che reprime le proteste popolari in Honduras dal colpo di Stato del giugno 2009. In Honduras, circa 40 persone furono uccise, secondo l’opposizione, nelle proteste contro la presunta frode elettorale del 26 novembre 2017. Il dipartimento di Stato, ora preoccupato per il popolo del Nicaragua e il cui portavoce dichiarava che gli Stati Uniti intensificheranno le sanzioni al Nicaragua, fu il primo a riconoscere il risultato elettorale fraudolento. La dichiarazione del Fronte sandinista chiarisce senza alcun dubbio che la lotta che mobilitava i giovani di UPOLI e UCA era a sostegno dei padroni che si rifiutavano di accettare l’accordo su sicurezza sociale e pensione con governo e sindacati. Gli affaristi volevano sostenere la proposta del Fondo Monetario Internazionale ed eliminare completamente il diritto alla pensione. Era questa la domanda degli studenti? Tutto ciò finì, come dettava la sceneggiatura della CIA, chiedendo le dimissioni di Daniel Ortega e del governo popolare. Dick Emanuelsson
Dichiarazione dell’FSLN sugli avvenimenti accaduti in Nicaragua
Secondo le riforme decise dal nostro governo, l’aumento del contributo dei lavoratori è passato dal 6,25% al 7% (aumento dello 0,75%), dei datori di lavoro dal 19% al 22,5% (aumento del 3,5%) e dei pensionati da 0% al 5%, il problema più controverso, ma contribuendo meno e in cambio sarebbe aumentata la copertura sanitaria e altri benefici per loro. Un’altra misura consisteva nell’eliminare il massimale da pagare per la sicurezza sociale, che in precedenza era fissato a 82953,22 pesos, cioè coloro che guadagnano di più di ciò, non includono la percentuale del loro contributo alla sicurezza sociale alla parte del reddito che va oltre tale importo. Con le riforme, tutti pagherebbero in base al proprio reddito. Ciò è particolarmente sensibile per i datori di lavoro e vantaggioso per i lavoratori, dato che un modo per saccheggiare l’INSS fu per i datori di lavoro nominare i parenti più stretti ai vertici delle loro società, con mega-salari ed ottenendo grandi benefici e pensioni di lusso al raggiungimento dell’età pensionabile. La reazione di chi manifestava contro le riforme fu come se queste fossero le tipiche riforme neoliberali applicate in altri Paesi, e che rifiutavamo di adottare quanto spiegato. Le proteste furono avviate e portate avanti da studenti universitari, in particolare delle università religiose private sovvenzionate dallo Stato. Ad un certo momento acquisirono carattere violento, con barricate sull’autostrada panamericana e altre azioni del genere, e quando si volle ristabilire l’ordine, la polizia fu attaccata con mortai artigianali, molto popolari in Nicaragua dalle lotte contro il neoliberismo condotte dal FSLN. Va notato che le università più belluine erano la Central American University (UCA) dei gesuiti e l’Università Politecnica (UPOLI) di proprietà di una chiesa protestante degli Stati Uniti. In contrasto e di fronte alle violenze, la Gioventù Sandinista fu mobilitata ed organizzata nei quartieri popolari e nelle istituzioni statali, e ci furono altri violenti scontri. L’escalation aumentava e poi, sorprendentemente, i residenti dei quartieri popolari aderirono. Il passo successivo furono le proteste generalizzate in diverse città, accompagnate da assalti e incendi di istituzioni sandiniste e statali, e di case di sandinisti, così come saccheggi di supermercati e magazzini, tra cui uno di pronto soccorso. In tali crimini c’era chi richiamava gente dai quartieri poveri spingendola al saccheggio. I lavoratori statali furono mobilitati per difendere le istituzioni, con ronde notturne, ottenendo risultati eccellenti ed evidenziando il coraggio dei lavoratori dell’INSS, che non permisero ai gruppi di violenti anti-riforma di penetrare nelle strutture. La polizia agiva con prudenza, ma era impossibile evitare la repressione, data la natura delle sommosse e le distruzioni che non potevano essere consentite. Anche al culmine degli eventi, l’esercito fu mobilitato per proteggere le istituzioni. Come risultato degli scontri, soprattutto tra i manifestanti anti-riforma e i dimostranti pro-riforma, ci furono circa 25 morti, tra cui poliziotti, un giornalista di Channel 6 (Sandinista), diversi giovani della Gioventù sandinista e studenti universitari in protesta. Come in altre esperienze (il caso del Venezuela), la destra usa questi morti per esacerbare l’umore contro governo e polizia. Alcuna organizzazione politica, sociale o sindacale ha rivendicato la responsabilità delle proteste, sebbene siano state sostenute pubblicamente dal COSEP, da certi capi della Chiesa cattolica e dai partiti di destra (gli stessi che negavano ai lavoratori i diritti quando erano al governo). Nonostante l’apparente mancanza di direzione delle proteste, va notato il perfetto coordinamento e le azioni sincronizzate dello stesso tipo ovunque, come se tutto fosse già stato preparato e pronto a scattare nelle condizioni giuste. Ciò ha a che fare con la cultura militare della società nicaraguense, ma indubbiamente fu preparato; nel nostro caso fu particolarmente aggressivo, probabilmente per la solidità e la stabilità che il nostro processo presenta finora, e che ora è stato restaurato. Nella sua prima apparizione, il Presidente Comandante Daniel Ortega annunciava il ripristino dei negoziati tripartiti tra governo, lavoratori e affaristi, per riesaminare le riforme. Nella seconda apparizione, il Comandante annunciava l’abrogazione delle riforme creando condizioni più favorevoli per il dialogo, iniziati oggi con la partecipazione di governo, lavoratori, imprese private e Chiesa cattolica, la cui adesione era pretesa da affaristi e studenti. Era importante che il Presidente Comandante Daniel Ortega venisse accompagnato da imprenditori rappresentanti investitori stranieri, dando così un segnale di forza e stabilità agli investitori nazionali e internazionali. In questo momento la violenza si è arrestata e solo piccoli fuochi vengono mantenuti senza impatto significativo, e le forze sandiniste sono passate all’offensiva. Da parte sua, il popolo, senza distinzioni politiche, si organizzava spontaneamente per affrontare il saccheggio. Il nostro rapporto finora. Saluti, compagni; fraternamente, Segretariato internazionale, FSLN.
Nota: Questa è una lettera inviata da Ana Margarita Vigil, presidente del MRS (vile e ottuso oppositore al governo sandinista) a Luis Carrion Cruz, anche lui del MRS, chiedendo come infiltrarsi nei movimenti studenteschi, soprattutto per convincere l’UNEN (Unione nazionale degli studenti del Nicaragua). Vigil ha eccellenti relazioni con l’Ambasciata degli Stati Uniti e i partiti democratico e repubblicano. Si alleò cogli ex-contras per boicottare le elezioni del 2016:
Managua Nicaragua A Luis Carrion Cruz 22 aprile 2018
*Ana Margarita Vigil, presidente della MRS, dopo due anni di borsa di studio in un’università negli Stati Uniti, incontrava frequentemente Rosa Eliana Lethinen, deputata repubblicana, figlia di un ufficiale dell’esercito dell’ex-dittatore cubano Fulgencio Batista e in seguito impiegato dalla CIA.
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