L’Antidiplomatico – Infopal - 3/4/2018 - Questo il messaggio poi eliminato dall’account ufficiale dell’IDF: Giornata della terra. Idf comunica: OGNI PROIETTILE È ANDATO A SEGNO. Dedicato agli ingenui in buona fede, agli ipocriti e ai complici dei criminali. Noi lo sapevamo già e Israele aveva spudoratamente annunciato le sue intenzioni, ma il Twitter toglie ogni dubbio. Il messaggio è stato immediatamente cancellato, ma Israele non è onnipotente e qualcosa sfugge anche al suo controllo. Volete ancora credere alla favola della sicurezza?
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Israele, Striscia di Gaza: “Porre fine all’uso della forza letale contro i palestinesi” di Riccardo Noury Amnesty International “(A Gaza) non è stato fatto niente di non controllato, ogni cosa è stata fatta con misura e accuratezza e conosciamo la destinazione di ogni proiettile”. Così recitava un tweet, postato dalle Idf (Israeli defence forces) alle 11 del 31 marzo. Poi è stato cancellato. Sembrava fosse stato scritto da un altro pianeta, mentre nelle 24 ore precedenti sulla Terra – esattamente nella Striscia di Gaza – 17 palestinesi venivano uccisi e circa 1400 feriti dai soldati israeliani.
Alla vigilia della “Grande marcia del ritorno” del 30 marzo, l’esercito israeliano aveva annunciato il dispiegamento di 100 cecchini lungo il confine tra la Striscia di Gaza e il “rafforzamento di una zona militare chiusa”, ammonendo che chiunque si fosse avvicinato al confine “avrebbe messo in pericolo la sua vita”.
Amnesty International aveva rivolto un appello alle autorità israeliane chiedendo di astenersi dall’uso della forza eccessiva e letale. Così evidentemente non è andata. Secondo le forze israeliane, i 17 palestinesi uccisi stavano cercando di forzare il confine o erano tra i “principali istigatori” a compiere quel gesto. Lo ha ribadito ulteriormente il ministro della Difesa Avigdor Lieberman.
Le immagini di due giorni fa mostrano manifestanti palestinesi che lanciano pietre e bombe Molotov e danno fuoco a pneumatici. Atti di certo non violenti ma è ben difficile sostenere che avrebbero potuto costituire un’imminente minaccia alla vita (circostanza che avrebbe reso l’uso della forza letale legittimo) di soldati ben equipaggiati, protetti da cecchini, veicoli blindati e droni.
Si vedono anche manifestanti privi di strumenti di offesa uccisi mentre sventolano la bandiera palestinese o colpiti alle spalle mentre si allontanano di corsa dal confine. Le proteste della “Grande marcia del ritorno”, iniziate nel Giorno della terra palestinese e che rivendicano il diritto al ritorno di milioni di rifugiati palestinesi in quello che ora è Israele, dovrebbero durare fino al 15 maggio, il giorno della “nakba” o “grande catastrofe”, in cui si ricorda lo sfollamento di centinaia di migliaia di palestinesi e la perdita dei loro beni nel 1948 e 1949. ad opera di Israele.
Amnesty International ha chiesto nuovamente alle autorità israeliana di porre fine all’uso della forza letale contro le manifestazioni dei palestinesi e le ha sollecitate ad avviare indagini per verificare se le Idf abbiano usato illegalmente armi da fuoco contro persone che protestavano in modo pacifico.
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