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Il tiro alla fune sul Giro d’Italia di Flavia Lepre
In attesa dell’evento ciclistico che partirà da Gerusalemme la squadra israeliana partecipa alla Milano-Sanremo. Proteste in tutto il mondo, in Italia dieci le città coinvolte. E in Palestina si corre il Contro Giro
Roma, 19 marzo 2018, Nena News –
Con toni entusiastici ed epici Israele incomincia a costruire la propria epopea ciclistica, per celebrare con lo sport le proprie conquiste molto meno aleatorie: Gerusalemme, le colline siriane del Golan e a breve buona parte della Valle del Giordano. L’Israel Cycling Academy, la squadra ciclistica israeliana nata nel 2015 in vista del lancio nazionale nel mondo del ciclismo, ha ottenuto il suo primo successo con il colombiano Edwin Avila nella terza tappa del Tour di Taiwan martedì 13. Il Jerusalem Post, nel darne notizia, ne estende l’alone dorato sulla prestazione effettuata dal team nella Tirreno-Adriatico e definita “impressionante dimostrazione di forza”, nonostante i posizionamenti non ai primi posti, e presenta in modo entusiasmante lo sviluppo di senso di appartenenza e reciproca fiducia tra il campione e la sua nuova squadra. Invece nel resto del mondo, dopo varie manifestazioni di protesta e l’episodio di contestazione lo scorso mese della partecipazione della squadra israeliana al Trofeo Laigueglia, continuano le iniziative per spostare la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme e dalle due tappe israeliane di Haifa ed Eliat. La seconda giornata internazionale d’azione “Cambia Giro” si è svolta in una ventina di città in Malesia, Olanda, Francia, Inghilterra, Belgio, in Italia dieci le città coinvolte. Destinazioni delle proteste in bicicletta in alcune città l’Unione Ciclistica Internazionale, interpellata in precedenza anche per via epistolare, e che è restata muta, Federazioni ciclistiche nazionali, la Corte Penale Internazionale dell’Aia ed a Manchester anche il Consolato italiano. I due fuochi dell’ellittico Giro restano l’Italia e la Palestina. l’Italia, dove il senso di responsabilità per l’uso deplorevole di questo evento sportivo appare piuttosto vivo poiché gli organizzatori del Giro sono italiani e perché il Giro vi approderà dopo le eventuali prime tre tappe “israeliane” e dove sono in preparazione forme di contestazione della manifestazione sportiva. La Palestina, dove decine di ciclisti dei due sessi hanno già dato vita ad un “Contro Giro” da Ramallah a Qalandia, simbolo della quotidiana oppressione del muro e di uno dei più angoscianti checkpoint disseminati dall’occupazione militare in Cisgiordania, luogo in cui nel solo 2016 sono state 33 le abitazioni demolite, uno degli atti attraverso cui Israele porta avanti la propria politica di pulizia etnica dal 1948 ad oggi. L’iniziativa si è tenuta nell’ambito della XIV edizione dell’Israeli Apartheid Week, settimana di azioni di denuncia dell’apartheid israeliana, nata in Canada nel 2005nell’Università di Toronto e diffusasi negli anni successivi in oltre 200 paesi, uscita dalle università per diffondere consapevolezza nella lettura del regime instaurato da Israele attraverso il modello del colonialismo d’insediamento, che ha come proprie finalità strutturali l’eliminazione della popolazione nativa, e per diffondere e rafforzare il movimento di Boicottaggio Disinvestimenti e Sanzioni. Dopo il Trofeo Laigueglia e la Tirreno-Adriatico ancora su territorio italiano si consumerà uno degli atti di complicità del ciclismo italiano con l’occupazione israeliana e le sue violazioni del diritto internazionale, in attesa e preparazione di quello più grave ed eclatante del Giro d’Italia. Sabato 17 parteciperà alla Milano-Sanremo il team israeliano accusato, come la Federazione di cui fa parte, di violazione del diritto umanitario internazionale, in quanto si allena e partecipa a gare che attraversano territori palestinesi sotto occupazione sotto occupazione e “a fine aprile parteciperà ad una gara israeliana che passa per Gerusalemme est nei Territori palestinesi occupati, arrivando alla colonia illegale israeliana di Pisgat Ze’ev”. Nena News
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