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maggio 9, 2018
Senza una garanzia definita dall’UE, non resteremo nel JCPOA
di Khamenei
Celebrando la settimana degli insegnanti nazionali, onorando professori e insegnanti, l’Ayatollah Khamenei, leader della rivoluzione islamica, visitava l’Università Farhangiana per incontri e un discorso ai funzionari del Ministero della Pubblica Istruzione e dello staff dell’Università Farhangiana; partecipava a due incontri con insegnanti, membri dello staff e studenti, il 9 maggio 2018. All’incontro con gli insegnanti, l’Ayatollah Khamenei dichiarava: “Ieri sera avrete sentito il presidente degli Stati Uniti fare certe osservazioni superficiali e oscene. Diceva diverse bugie nel suo discorso, minacciando il governo e il popolo iraniani. Gli rispondo, da rappresentante del popolo iraniano: “Donald Trump, non puoi alzare un dito contro di noi. Sai che la questione nucleare è solo una scusa!” Inoltre ricordava al pubblico: “Quando iniziò la questione nucleare, alcuni funzionari iraniani dissero: ‘Perché insistiamo nel mantenere il programma elettronucleare? Possiamo metterlo da parte’. La loro reazione non fu appropriata perché il nostro Paese ha bisogno di energia nucleare, e secondo studi degli esperti, tra pochi anni l’Iran avrà bisogno di 20000 megawatt di energia elettrica generata dal nucleare“. Il leader continuava: “Da quel giorno, dissi che il problema che gli Stati Uniti hanno con l’Iran non riguarda l’energia nucleare; è solo un pretesto. Loro (certi funzionari) dissero che non era vero“. L’Ayatollah Khamenei confermava di aver sempre avuto ragione preoccupandosi del JCPOA, affermando: “Ora potete vedere voi stessi che la mia previsione è una realtà. Abbiamo accettato l’accordo nucleare (JCPOA); ma le animosità contro l’Iran non sono cessate”. L’Ayatollah Khamenei notava: “Oggi le preoccupazioni statunitensi riguardano la nostra presenza nella nostra regione e il nostro programma missilistico; anche se accettassimo le loro condizioni, i conflitti non finiranno risolti; ma inizieranno un altro problema”. Il leader della rivoluzione sottolineava: “La vera ragione dell’opposizione degli Stati Uniti al sistema della Repubblica islamica è che prima della rivoluzione gli Stati Uniti avevano il dominio completo sul nostro Paese; alla fine, le loro mani furono staccate dall’Iran dalla rivoluzione islamica“. L’Ayatollah Khamenei si rivolse al pubblico: “I funzionari statunitensi vogliono quel tipo di governanti, in altri Paesi, che gli regalano denaro e prendono i loro ordini. Il governo degli Stati Uniti vuole poterli cambiare ogni volta che ne hanno bisogno: ad esempio come rimossero Reza Khan dal potere nominando suo figlio; o come fecero in certi Paesi del Golfo Persico, trattandone i capi come schiavi degli Stati Uniti”.
Passando ad altre questioni, oltre ai problemi che gli Stati Uniti creano all’Iran, menzionava il ruolo di altri Paesi sul rispetto del JCPOA: “Non ci fidiamo dei tre Paesi europei, come non ci fidiamo degli Stati Uniti; senza ricevere una vera garanzia da questi tre Paesi europei, non aderiremo all’accordo nucleare“, affermava il leader. Inoltre, il leader della rivoluzione dichiarava: “Qualche giorno fa Trump scrisse una lettera ai capi di certi Paesi del Golfo Persico, a cui abbiamo avuto accesso. Nella lettera, indicava di aver speso 7 trilioni di dollari per tali Paesi, e che quindi devono rispettare i suoi ordini. Bene, Trump ha speso tutti questi soldi per dominare Siria e Iraq, ma non ci era riuscito; andrà all’inferno coi suoi fallimenti“. Riferendosi al dominio degli Stati Uniti su certi Paesi arabi, proseguiva: “Trump impartisce ordini, affermando che ‘devono’ fare come dice: vuole anche dare ordini agli iraniani. La nazione iraniana è indipendente e dignitosa. I precedenti governanti del nostro Paese privarono il popolo della dignità. Ora la Repubblica islamica e la rivoluzione islamica si sono imposte e gli USA non possono tollerarlo”. L’Ayatollah Khamenei proseguiva: “Alcuni nostri funzionari dissero: ‘Perché insistiamo ad opporci agli Stati Uniti?’ Possa Dio perdonargli tale errore“. Ricordava al pubblico il passare dei presidenti degli Stati Uniti mentre la Repubblica Islamica rimane forte. “Trump se ne andrà, perirà e il suo corpo si decomporrà: ma la Repubblica Islamica continuerà a prosperare“, dichiarava l’Ayatollah Khamenei. Il leader proseguiva: “Ciò che è successo è una scorrettezza degli Stati Uniti, e non ci sorprende. Tale atteggiamento si ebbe anche quando gli Stati Uniti erano sotto il dominio dei precedenti presidenti, è successo in un modo o nell’altro durante ogni presidenza“, ed insisteva: “La nazione iraniana è saldamente in piedi, gli ex-presidenti sono passati e sono stati dimenticati, e la Repubblica islamica c’è ancora, lo stesso destino attende questo presidente, e la Repubblica islamica sarà forte quel giorno“.
Il leader della rivoluzione affermava: “Dal primo giorno, ho detto più volte che non ci si può fidare degli Stati Uniti. L’ho detto pubblicamente e in privato. Ho detto che se volete firmare un accordo, prima assicuratevi che ci siano le necessarie garanzie. Una delle condizioni che menzionai era che il presidente degli Stati Uniti lo firmasse. I responsabili dei negoziati si sforzarono, ma non ottennero questa condizione“. Parlando ulteriormente del JCPOA aggiungeva: “Abbiamo adottato questo accordo negli ultimi 2 anni e mezzo, e ora tale bruto dice che non l’accetta“. Sul seguito del JCPOA con o senza gli USA, l’Ayatollah Khamenei dichiarava: “Si dice che sarà seguito dagli altri tre Paesi europei. Non mi fido nemmeno di questi. Non fidatevi. Se volte l’accordo su qualcosa, assicuratevi che ci siano garanzie pratiche. Altrimenti, faranno ciò che gli Stati Uniti hanno fatto“. Sulle condizioni per continuare ad attuare il JCPOA con l’Europa, il leader della rivoluzione ricordava ai funzionari: “se otterrete delle garanzie, bene, anche se ne dubito, altrimenti non possiamo aderire ancora all’accordo JCPOA“. Aggiungeva: “I funzionari affrontano una grande prova: faranno in modo che l’orgoglio della nazione sia protetto o meno? Orgoglio e interessi della nazione vanno garantiti sul serio“.