https://www.lantidiplomatico.it 14 dicembre 2018
La Grande marcia del ritorno (cioè del rispetto della Risoluzione Onu 194) continua nonostante tutto. di Patrizia Cecconi I feriti di oggi NON torneranno all'ovile come Israele forse spera, ma appena rimessi torneranno al border come hanno fatto centinaia di altri feriti in questi mesi, perché il diritto alla resistenza ormai è un punto irrinunciabile e Israele prima o poi sarà costretto a capirlo.
Anche oggi i cecchini si sono "esercitati" nel loro tiro al bersaglio. Anche oggi vittime di gas tossici e di proiettili sono stati giornalisti, infermieri, bambini. Ben sette sono stati i paramedici feriti mentre prestavano soccorso, mentre ad un fotoreporter è stato sparato un tear-gas in faccia.
Se Israele non godesse dell'ignobile scudo di complicità che lo rende impunito sarebbe accusato, ai sensi del Diritto internazionale, di crimini di guerra. E non solo per quel che ha fatto e che sta facendo lungo la Striscia.
La Mezzaluna Rossa denuncia e chiede sanzioni, ma i complici di Israele sono potenti e come tutti i potenti, finché non vengono defenestrati, rispondono con un ghigno.
Questo Israele sembra non averlo ancora capito. O li stermina tutti, ma la cosa è difficile da realizzarsi, o non ci sarà repressione né crimine contro l'umanità capace di fermare quelle migliaia di resistenti con i quali dovrà seguitare a fare i conti. I feriti di oggi NON torneranno all'ovile come Israele forse spera, ma appena rimessi torneranno al border come hanno fatto centinaia di altri feriti in questi mesi, perché il diritto alla resistenza ormai è un punto irrinunciabile e Israele prima o poi sarà costretto a capirlo. |