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sabato 27 ottobre 2018

Notte di fuoco a Gaza: Israele risponde con 80 raid al lancio di missili

Nella serata erano partiti più di trenta razzi dalla Striscia: l'Aviazione israeliana ha attaccato obiettivi militari: per ora si segnalano solo due feriti. Foto che ricorda Delacroix diventa virale

Nella notte Israele ha pesantemente bombardato Gaza, da dove nella serata erano partiti più di trenta razzi: l'esercito israeliano ha attaccato ottanta obiettivi militari e per ora non si ha notizie di vittime da nessun lato. "In risposta alle gravi azioni" palestinesi, si legge in una nota dell'esercito, "decine di caccia, elicotteri e aerei militari hanno condotto un attacco notturno in grande scala contro circa ottanta obiettivi" di Hamas. Nel mirino, anche un edificio di quattro piani che secondo l'esercito era "la nuova sede dei servizi di sicurezza di Hamas nel quartiere Daraj", nella capitale della Striscia. Secondo Israele, l'edificio è proprietà di Hamas e prima dell'attacco "le truppe hanno chiesto più volte ai residenti di lasciare l'edificio".

Qualche ora prima, nella serata, su Israele era caduta una pioggia di razzi, parte dei quali, una decina, era stata intercettata dal sistema di difesa missilistica Iron Dome. Nelle comunità israeliane, erano risuonate più volte le sirene antiaeree che avevano spinto migliaia di civili a trovare riparo nei rifugi, in particolare nella città di Sderot e nel Consiglio Regionale Shaar Hanegev. Secondo un portavoce, il servizio di emergenza Magen David Adom (la Stella Rossa di Davide) ha curato sette persone per attacchi di ansia, mentre altre due sono rimaste ferite mentre correvano ai ripari. Nel pomeriggio, durante le ormai consuete proteste del venerdì al confine tra Gaza e Israele, negli scontri che tra l'altro potrebbero mettere a repentaglio gli sforzi per una tregua, erano morti cinque palestinesi, secondo il ministero della Sanità a Gaza.

In mattinata le sirene hanno ripreso a suonare: almeno cinque gli allarmi in territorio israeliano e immediata la risposta dell'Aviazione. Il movimento islamista Jihad Islamica ha annunciato poi da Gaza, in tarda mattinata, di aver accettato di mettere fine al lancio di razzi verso Israele: accetta di riportare la calma nella zona come risposta agli sforzi egiziani per arrivare a una tregua e arrestare il deterioramento dello scontro tra lo Stato ebraico e le milizie palestinesi. L'annuncio è arrivato dopo quattordici ore di crescente tensione a Gaza e nel timore che le violenze possano sfociare in una nuova guerra, dopo quelle del 2008-9, del 2012 e del 2014.
Venerdì invece, nel corso degli scontri per la Marcia del ritorno, almeno cinque giovani palestinesi erano rimasti uccisi e 180 feriti, negli scontri con l'esercito israeliano al confine della Striscia.

Se Delacroix ricompare a Gaza
E' diventata invece virale, come si usa dire ormai di ogni immagine che superi la media delle visualizzazioni sul Web, la foto di un ragazzo con fionda e bandiera a Gaza che ricorda per certi versi un celebre quadro del pittore francese Delacroix. L'immagine, diventata il simbolo della resistenza, è stata paragonata da molti al celebre quadro "La Libertà che guida il popolo" di Eugène Delacroix. Lo scatto, che ha anche suscitato forti critiche e polemiche per la "strumentalizzazione", porta la firma del fotoreporter Mustafa Hassona e ritrae un manifestante palestinese a torso nudo mentre si prepara a scagliare una pietra con una fionda reggendo una bandiera palestinese nell'altra mano.

La foto-simbolo della Marcia del ritorno: anche ieri cinque giovani sono morti negli scontri al confine con l'esercito israeliano (Ansa)

 

 

 

 

"La Libertà che guida il popolo" di Eugène Delacroix

 

 

 

 

 

 

 

Al-Jazeera è riuscita a intervistare il protagonista, il 20enne Aed Abu Amro. "Sono sorpreso che la mia immagine sia diventata virale" ha dichiarato. "Prendo parte a proteste ogni settimana, a volte più volte. Non sapevo neanche ci fosse un fotografo vicino a me", ha aggiunto spiegando che porta la bandiera palestinese a ogni manifestazione. "I miei amici mi prendono in giro dicendo che è più facile lanciare sassi senza tenere una mano sempre impegnata con la bandiera, ma io ci sono abituato".

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