http://www.asianews.it/it.html 25/09/2018
Gaza, dopo i tagli di Trump la situazione è un ‘disastro’ di Caritas Gerusalemme
Mancano cibo, medicine e aiuti per la scuola. Shock e disperazione fra i residenti. Gli ospedali non hanno più medicine né equipaggiamento. Gli Usa tagliano i fondi anche alla Caritas, agli ospedali di Gerusalemme Est e ai progetti di coesistenza con gli israeliani. L’Unrwa può assicurare i servizi sono fino a metà ottobre.
Mancano cibo, medicine e anche quaderni, penne e libri per i bambini: dopo il taglio i finanziamenti americani all’Agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi, la situazione a Gaza è un “disastro”. A partire dal 30 settembre, i tagli americani andranno a colpire anche i progetti di Caritas Gerusalemme. Lo racconta ad AsiaNewssuor Bridget Tighe, direttrice generale dell’organizzazione cattolica, presente nelle Striscia con un team mobile di medici.
“Ho visitato una delle cliniche la settimana scorsa – racconta la religiosa – e ho parlato con alcune donne che erano con i loro bambini, in attesa di essere visitate. L’umore nella sala d’attesa affollata non era di rabbia o vendetta, ma di shock e quasi di disperazione. La parola che ho sentito più spesso è ‘disastro’. Una donna, vedova con bambini piccoli, ogni tre mesi riceveva buoni dall’Unrwa per beni alimentari di prima necessità. Il giorno precedente le avevano detto che non ci sarebbe stato più cibo. ‘Come nutrirò i miei bambini?’, mi ha chiesto. Altri mi hanno detto che in precedenza, quando iniziava la scuola, l’Unrwa forniva loro uniformi, libri, quaderni e penne per i bambini, ma che l’agenzia ha smesso da quando gli Stati Uniti hanno tagliato i fondi. Una donna mi ha raccontato che la sua bimba si è messa a piangere perché è andata a scuola indossando vecchi abiti, poiché non potevano permettersi le uniformi. Altri mi hanno detto di avere parenti malati che non possono permettersi medicine. Ovunque c’è paura per quello che il futuro riserverà”.
Continua il declino del sistema sanitario della Striscia, in crisi ormai da diversi mesi. “Gli ospedali soffrono di un grave ammanco di medicine essenziali – spiega suor Tighe – scarsità di benzina per i generatori e parti di ricambio per l’equipaggiamento medico. È quasi impossibile per i residenti di Gaza chiedere il permesso alle autorità israeliane di andare a Gerusalemme o in Cisgiordania per farsi curare. Inoltre, l’amministrazione Usa ha annunciato che interromperà i fondi agli ospedali arabi di Gerusalemme est. La combinazione della mancanza di medicine necessarie e equipaggiamento, e la negazione del diritto a muoversi sta esercitando un effetto devastante su un sistema sanitario già in difficoltà. I cittadini di Gaza sono tenaci, ma stanno perdendo ogni speranza, visto che la comunità internazionale sembra incapace o non desiderosa di assicurare e garantire i loro diritti umani più basilari”.
Negli ultimi mesi, oltre ai fondi destinati all’Onu, l’amministrazione di Donald Trump ha cancellato aiuti pari a 200 milioni per lo sviluppo della Cisgiordania e Gaza, di 25 milioni agli ospedali di Gerusalemme est e 10 milioni a progetti di dialogo e coesistenza israelo-palestinese. La Caritas non è esonerata dai tagli. L’organizzazione ha nella striscia un progetto – finanziato da Usaid – per fornire assistenza medica di qualità a 10 comunità marginalizzate nella Striscia. Il team medico visita ciascuna comunità ogni due settimane ed è composto da dottori e infermieri di ambo i sessi, farmacisti, tecnici ed educatori. I fondi per questo progetto verranno interrotti a partire dal 30 settembre. Nelle ultime settimane la Caritas ha lanciato un appello per raggiungere il budget necessario, di circa 123mila euro, al momento coperto del 70%.
A Gaza vivono quasi due milioni di persone, al 70% dipendenti da aiuti esterni e in particolare dall’Unrwa, che fornisce istruzione, cibo e assistenza medica. Nelle ultime settimane più di 250 persone hanno perso il lavoro. Nella Striscia la disoccupazione fra i giovani (15-29 anni) è al 60%, mentre circa 13mila persone lavorano per l’Onu. Ieri, 250 scuole sono rimaste chiuse per uno sciopero generale dei dipendenti dell’Unrwa. Christoper Gunness, portavoce dell’agenzia, afferma ad AsiaNews: “Il nostro deficit al budget è ancora di 186 milioni di dollari Usa, e al presente possiamo solo garantire la fornitura di servizi fino a metà ottobre. Stiamo organizzando un incontro con donatori a New York questa settimana, e speriamo di poter ridurre ancora di più l’ammanco economico”. Intanto, un rapporto pubblicato oggi dalla World Bank lancia l’allarme: l’economia di Gaza è “in caduta libera”, e nei primi tre mesi del 2018 la “crescita” ha toccato il -6%, con segnali di ulteriore deterioramento.
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