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15/9/2018
L’ONU lancia un’allerta sulla catastrofica situazione a Gaza
Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi
Le Nazioni Unite hanno allertato l’opinione pubblica sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, “catastrofica” a causa del blocco economico decennale imposto da Israele, nella sovrappopolata enclave sulla costa palestinese.
“La situazione di Gaza diventa sempre meno vivibile”, ha riferito mercoledì Isabelle Durant, vice-direttore dell’Agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNCTAD), secondo Press TV/Al-Ray.
L’agenzia delle Nazioni Unite ha riportato nel suo rapporto annuale che la disoccupazione nei Territori palestinesi occupati è aumentata del 27% nel 2017, la percentuale più alta nel mondo, di cui solo il 44% a Gaza.
Il rapporto riporta, inoltre, che le condizioni imposte dal regime di Tel Aviv hanno un impatto maggiore su donne e giovani, a metà dei palestinesi sotto i 30 anni non ha un lavoro.
Inoltre, le molteplici restrizioni israeliane sui movimenti di persone e beni, la confisca di terre e risorse naturali, insieme all’accelerata espansione degli insediamenti sono ugualmente negativi.
La UNCTAD ha dichiarato che togliere le restrizioni sul territorio assediato è di particolare importanza, poiché la Striscia è stata “ridotta a un caso umanitario di profonda sofferenza e direttamente dipendente dagli aiuti esterni”.
Togliere alcune delle restrizioni imposte da Israele sul commercio palestinese e sugli investimenti potrebbe permettere al Prodotto interno lordo (PIL) di aumentare, afferma l’agenzia UN.
Inoltre, un calo drastico è stato riportato nel supporto internazionale ai palestinesi “il gelo nella ricostruzione di Gaza e l’insostenibile consumo nel finanziamento del credito pubblico e privato dà un quadro oscuro della futura crescita della regione”.
Il sostegno internazionale allo sviluppo della Palestina si è ridotto del 10% rispetto allo scorso anno.
Il drammatico calo delle donazioni è dovuto innanzitutto alla decisione dell’amministrazione del presidente americano Donald Trump di tagliare completamente i fondi all’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA), al fine di imporre un’importante pressione sui palestinesi e conciliare gli interessi del governo sionista con quelli americani.
Il mese scorso, l’amministrazione Trump ha deciso di cancellare i fondi americani all’UNRWA, che prima ammontavano a 350 milioni di dollari all’anno.
Washington inoltre ha tagliato circa 200 milioni di dollari dagli aiuti per la Cisgiordania e Gaza e, durante il weekend, ha annunciato il taglio ulteriore di 25 milioni di dollari dagli aiuti destinati a sei ospedali destinati ai palestinesi di Al-Quds.
Mahmoud Elkhafif, che coordina la UNCTAD Assitenza per il Popolo Palestinese Unito, ha riferito che il taglio delle donazioni americane contribuirà alla “miseria” di Gaza.
Israele ha imposto un blocco totale sul territorio dal 2007.
Le Nazioni Unite hanno allertato che il blocco su Gaza la renderà inabitabile nel 2020, ma, mercoledì l’Agenzia ha riferito che le condizioni “sono peggiorate” rispetto al momento in cui questa dichiarazione è stata fatta.
La UNCTAD ha riferito che l’assedio decennale e le tre guerre imposte da Israele hanno “svuotato” le capacità produttive di Gaza.
Il regime israeliano nega a circa 1,8 milioni di gazawi i diritti primari, come la libertà di movimento, di lavoro insieme a salari adeguati e servizi di assistenza sanitaria e educazione.
Israele ha inoltre lanciato molteplici guerre contro la Striscia, l’ultima cominciata a luglio 2014 e finita a fine agosto dello stesso anno. Circa 2.200 palestinesi sono rimasti uccisi e oltre 11.000 feriti.
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15/9/2018
OMS rifornisce Gaza con medicinali per eventi traumatici
Traduzione di F.H.L.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con il sostegno dell’Unione Europea, “sta fornendo le scorte di medicinali per eventi traumatici urgentementi a Gaza, e la formazione pratica per il personale sanitario che lavora nei punti di stabilizzazione dei traumi in prima linea (TSP)”, secondo quanto reso noto in un comunicato stampa dell’OMS rilasciato giovedì.
“Le medicine essenziali e le forniture mediche per curare più di 100 mila persone sono state consegnate agli ospedali e ai TSP – ha dichiarato l’OMS – colmando le lacune critiche, mentre le scorte si esaurivano rapidamente a causa del numero crescente di feriti della Grande Marcia del Ritorno”.
“Il ruolo degli operatori sanitari nei punti di stabilizzazione del trauma è fondamentale”, ha affermato il dott. Gerald Rockenschaub, capo dell’ufficio dell’OMS per Gaza e la Cisgiordania.
“Il personale sanitario dei TSP di solito è il primo a vedere i pazienti feriti, e la loro capacità di rianimare, stabilizzare e trattare i pazienti con lesioni gravi può aumentare significativamente le probabilità di sopravvivenza degli stessi, prima che vengano indirizzati all’ospedale per ulteriori cure mediche”, ha aggiunto.
“Una catena è forte quanto il suo anello più debole”, afferma Michelle ?i?i?, che sovrintende alle operazioni umanitarie dell’UE in Palestina. “È fondamentale che siamo in grado di fornire ai pazienti assistenza d’emergenza dal punto di ferimento al momento in cui vengono rilasciati dall’ospedale. Questo serve a migliorare il sistema sanitario a Gaza nella sua totalità”.
L’OMS afferma che dal 30 marzo all’inizio di settembre “più di 18 mila persone sono state ferite durante le manifestazioni in corso a Gaza”, di cui oltre 8.600 sono state gestite direttamente nei TSP, e 9.500 si sono rivolti agli ospedali per cure specialistiche.
“Quando mi hanno sparato ad una gamba, sono stato portato al più vicino centro di stabilizzazione di trauma, a meno di 5 minuti di distanza. I medici hanno curato la mia ferita e si sono accertati che fossi abbastanza stabile per essere portato in ospedale. Senza questa assistenza medica immediata per salvare la mia gamba, sarei sopravvissuto al viaggio in ospedale, ma la mia gamba avrebbe potuto essere permanentemente danneggiata”, ha affermato Waleed, una delle migliaia di palestinesi trattati nei TSP, secondo l’OMS.
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