FONTI : Ma'an News in Arabic https://www.lantidiplomatico.it/ 03/08/2018
Gaza: il fuoco di Israele sulla marcia dedicata a vita e libertà di Paola Di Lullo
Stamane, prima ancora che cominciasse il 19° venerdì di marce, le forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco, contro terreni agricoli ad est del campo profughi di al-Maghazi, centro di Gaza Strip.
La marcia è dedicata al "Martire di Gerusalemme, Muhammad Youssef", in ricordo del diciassettenne palestinese ucciso da Israele*.
Alle 17,00 circa, ora di Gaza, arriva la notizia dei primi tre feriti, colpiti da proiettili veri.
I palestinesi si sono raccolti nei soliti cinque campi :
Come sempre, la marcia è coordinata dal Coordinating Committee of the March of Return (Comitato di Coordinamento della Marcia di Ritorno) per rivendicare il diritto al ritorno, sancito dalla Ris. ONU 194. Tutti insieme, i gazawi, al d là delle divisioni e delle fazioni politiche. Tutti insieme, disarmati, donne, anziani, bambini.
Alle 17,30 circa, i feriti sono saliti ad otto.
Si parla, lo riporta la Shehab News Agency, di scontri ad Al-Bureij, centro della Striscia. Dove per scontri, al solito, s'intende copertoni bruciati e fionde da una parte, ed il terzo esercito meglio armato al mondo dall'altra.
Intorno alle 18,30, il numero dei feriti è salito a trenta. Tra loro anche un giornalista, Alaa al-Namla. E giunge notizia di alcuni giovani raggiunti da colpi di arma da fuco alla testa, a Khan Younis e degli spari contro un punto di osservazione della Resistenza a R.afah. Poco dopo, Israele apre il fuoco ad Al-Bureij.
Alle 19,30 circa, i feriti sono 80.
Secondo quanto dichiarato dall'IOF, un gruppo di palestinesi avrebbe attraversato la recinzione nella parte meridionale della Striscia di Gaza ed avrebbe lanciato delle bottiglie Molotov, prima di ritornare nella Striscia e la sparatoria a Rafah sarebbe stata la risposta a questa penetrazione. In realtà, le mie fonti riportano prima la sparatoria israeliana, poi l'attraversamento della recinzione.
Intanto, il portavoce del ministero della Salute in Gaza, diffonde un comunicato in cui afferma che i feriti sono 120, di cui 70 trattati sul campo e 50 ricoverati negli ospedali della Striscia. Novena sono i feriti colpiti da proiettili vivi.
Alle 20,00 arriva la notizia del primo e, per fortuna, unico martire, per adesso. È Ahmed Yahya Attallah Yaghi, 25 anni, ucciso ad est di Gaza.
Finisce così l'ennesima giornata di repressione da parte di Israele. Repressione illegale di un popolo che chiede, non che vengano sanciti i propri diritti, ma che chiede, pacificamente, che siano rispettati quelli già sanciti dalle Risoluzioni ONU. Ma Israele è davvero tenuto a rispettarle, queste risoluzioni? Israele se ne beffa, se la ride sotto i baffi, nemmeno troppo velatamente.
Ed io comincio a chiedermi a che serve il diritto internazionale se ad uno stato illegale fin dalla nascita è consentito calpestarlo costantemente.
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