MEMO Infopal 21/7/2018
L’occupazione agisce senza deterrenza a Gaza Traduzione di Laura Pennisi
Il dott. Essam Yousef, direttore del Comitato internazionale popolare per il sostegno alla Striscia di Gaza, ha dichiarato che la sofferenza di Gaza è “complessa” e che le autorità israeliane seguono una politica “senza legge” senza essere scalfite dalla comunità internazionale, la quale adotta leggi che contraddicono le azioni dello stato occupante. “L’occupazione agisce come se regnasse nella Striscia di Gaza, facendo tutto ciò che più le aggrada con la terra e gli abitanti di Gaza, incluso l’assedio e le uccisioni. L’occupazione sta cercando di imporre la volontà del più forte che tenta di soggiogare i deboli e di controllare il loro destino in un modo molto simile alla legge della giungla.
“Colui che vede le pratiche di occupazione nella Striscia di Gaza non può credere che questo mondo sia regolato da un sistema di leggi che preservano i diritti umani e regolano il rapporto tra entità politiche in un modo che garantisca la dignità e l’esistenza di tutti. “Tuttavia, nonostante l’esistenza delle suddette leggi internazionali, i meccanismi che ne consentono l’applicazione, specialmente se si tratta di fornire protezione agli individui o alle persone oppresse, diventano inutili quando si tratta di difendere la causa del popolo palestinese, e la Striscia di Gaza in particolare.
“L’assedio imposto dall’occupazione israeliana a Gaza è immorale e disumano ed è in corso da oltre 11 anni. Le persone innocenti che vivono nella Striscia di Gaza ne stanno pagando i costi senza alcuna reazione reale e attiva da parte della comunità internazionale”. Youssef ha sottolineato che “l’occupazione inasprisce l’assedio per soffocare ulteriormente e affamare le persone che vivono nella Striscia, fino ad arrivare al punto di chiudere tutti gli accessi, attraverso i quali non può essere fornita nemmeno una quantità sufficiente di rifornimenti di base”.
Ha aggiunto che i dati confermano il divieto di ingresso a Gaza di centinaia di beni di prima necessità, attraverso il valico di confine di Karm Abu Salem (Kerem Shalom) da quando ne è stata annunciata la chiusura, provocando così una completa paralisi e, di conseguenza, un disastro umanitario.
“L’occupazione non è soddisfatta di quello che è successo agli abitanti della Striscia di Gaza dall’inizio dell’assedio fino ad ora? Non sono già abbastanza le centinaia di pazienti morti a causa della decisione di impedire loro di ricevere un trattamento? Non sono ancora sufficienti i tassi di disoccupazione tra i giovani a Gaza, che hanno raggiunto circa il 49%, oltre ai tassi di povertà tra la popolazione, pari al 53%?
“Per non parlare della dipendenza di oltre l’80% della popolazione di Gaza dagli aiuti umanitari, della mancanza di sicurezza alimentare che raggiunge il 72%, della mancanza di acqua potabile – quella non potabile ha raggiunto il 95%.
“Oltre a tutto ciò, l’occupazione sta conducendo ripetute guerre sulla Striscia di Gaza, togliendo la vita a migliaia di persone e ferendone a decine di migliaia, la maggior parte dei quali ragazzini, donne e anziani”, ha aggiunto Youssef.
Ha sottolineato che l’occupazione non riconosce il diritto dei Palestinesi di esprimere il loro rifiuto nei confronti di questa oppressione disumana. Nel frattempo, usa le sue armi e i suoi missili sofisticati contro gli abitanti innocenti della Striscia quando si ribellano all’ingiustizia.
Ha detto inoltre che tutte le leggi e regolamenti internazionali insieme alla natura umana offrono agli oppressi il diritto di resistere all’ingiustizia, a difendersi e lottare per il ripristino dei propri diritti. Il ripristino dei propri diritti non potrà mai partire dall’occupazione, la quale può concederlo o ritirarlo qualora lo desideri.
Durante il suo discorso, Youssef ha chiesto di intensificare l’azione diplomatica e politica a tutti i livelli, palestinese, regionale e internazionale, per porre fine alla tragedia dell’assedio su Gaza e alla sofferenza umana nella Striscia.
Ha sottolineato che sicurezza, stabilità e pace potranno essere raggiunti solo attraverso il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, il primo dei quali è il diritto all’autodeterminazione e all’istituzione di uno stato indipendente sul suo territorio nazionale con Gerusalemme come capitale.
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