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4 giugno 2018
Il 43% degli americani non ce la fa a pagare cibo e affitto
di Fabrizio Poggi
Lavorano duramente ma non guadagnano abbastanza per permettersi le cose più necessarie
Il sito web Pravda.ru riporta il sunto di una nota generale di United Way sulla situazione sociale in USA. Il tono del breve servizio, e soprattutto le conclusioni, sono quelli tipici delle organizzazioni di volontariato e assistenziali, in particolare di scuola anglosassone, che versano lacrime sugli effetti, ma non riescono a concentrare l’attenzione sui rapporti di classe reali che generano tali situazioni.
Le poche cifre riportate, sono comunque indicative della condizione in cui versa quasi la metà (e queste sono sicuramente cifre ufficiali, che non scandagliano l’effettivo stato delle cose) della popolazione della (fu) prima superpotenza industriale e militare mondiale e che oggi si trova a fare i conti con una bilancia commerciale non esattamente favorevole.
Affidandoci ai dati pubblici forniti dalla CIA, si vede che nel 2017 il tasso di crescita USA è stato del 2,2% (produzione industriale +1,8%) ponendo gli States al 144° posto mondiale. Il debito pubblico è stato del 77,4% del PIL; la bilancia delle partite correnti ha registrato un saldo negativo di 462 miliardi di dollari, ponendo gli USA al 201° posto mondiale (al capo opposto, la UE con un attivo di 387 miliardi e la Germania con 296 miliardi di $), essendo gli yankee al 3° posto per le esportazioni (1.576 miliardi; contro la Germania al 4° posto con 1.401 miliardi) e al 1° posto per le importazioni (2.352 miliardi, con la Cina al primo posto – 21% – tra i paesi esportatori verso gli USA) mentre la Germania è al 4° posto con 1.104 miliardi di $.
Nel 2017 gli USA hanno registrato un debito estero pari a 17.910 miliardi di $ che li pone al 1° posto della graduatoria stilata dalla CIA. Il debito pubblico è stato il 77,4% del PIL e il deficit di bilancio il 3,4% del PIL.
L’Agenzia è rimasta un po’ indietro nel considerare la percentuale di popolazione al di sotto della soglia di povertà, che nel 2010 era stimata al 15.1%.
I pochi dati forniti da United Way sembrano indicare che le cose, da questo punto di vista, siano tutt’altro che migliorate.
Molti cittadini degli Stati Uniti non possono permettersi spese impreviste, come il conto di un ospedale o una riparazione dell’auto: costi aggiuntivi a quelli consueti, che però possono capitare a chiunque. E molti americani non possono permettersi nemmeno pasti completi, per non parlare dell’affitto.
Lo scrive Pravda.ru, su fonti di United Way, che ha condotto uno studio sulle condizioni finanziarie “statisticamente medie” di quegli americani che, pur avendo un lavoro, dispongono di un reddito minimo.
Lavorano duramente, riporta United Way, ma non guadagnano abbastanza per permettersi le cose più necessarie. Si tratta di maestre d’asilo, cassiere di supermercato, addetti a distributori di benzina, commessi di negozio, camerieri in ristoranti o bar, semplici impiegati e così via.
E’ sufficiente una spesa non pianificata, per spingere tali famiglie sull’orlo dell’abisso. Secondo lo studio, il 43% degli americani medi riesce a coprire a malapena le spese per l’affitto e il cibo, nonostante il fatto che guadagnino più del livello federale ufficiale di povertà dato da disoccupazione o invalidità.
In alcuni stati, il numero di tali famiglie è più alto, in altre più basso, riporta United Way; ma la situazione generale non cambia. E’ alto soprattutto in California, New Mexico e Hawaii (non riesce difficile capire il perché) il numero di famiglie che riescono a malapena a far quadrare i conti e sono costrette a barcamenarsi da stipendio a stipendio. In ognuno di questi stati, il 49% delle famiglie lavora per avere appena qualcosa con cui vivere. Il numero più basso di tali famiglie è nel Nord Dakota: 32%.
Tutti ricordano, scrive Pravda.ru, il momento in cui è iniziata la grave crisi economica in Grecia, allorché il governo lanciò un duro programma economico, il sistema finanziario del paese si fermò per un’intera settimana e nessuno poteva permettersi le cose più essenziali alla vita. Casi simili esistono in Gran Bretagna, dove i contribuenti devono anche sborsare 45 milioni di dollari per il matrimonio reale, ma le famiglie povere non sanno cosa mangeranno domani. Anche l’Argentina e Cipro forniscono buoni esempi.
Un’uscita da una tale situazione potrebbe essere un aumento del livello di produzione. Negli Stati Uniti, ad esempio, la maggior parte delle persone non fa che consumare, senza fare nulla. Divorano tutto quanto trovano intorno a loro, come locuste, ma sono impegnati in lavori che non producono nulla. Di conseguenza, il paese deve aumentare costantemente la quota delle importazioni per alimenti, vestiario e altri beni di consumo.