ANSA 24 marzo 2018
Un fiume umano a Washington Giovani contro le armi: 'Siamo la generazione del cambiamento'
E' un fiume in piena quello che percorre il centro di Washington con la "Marcia per le nostre vite" organizzata dagli studenti sopravvissuti alla strage di San Valentino a Parkland, in Florida. "Noi siamo la generazione del cambiamento", dice Ann, che viene dalla Pennsylvania, ha 18 anni e sottolinea con orgoglio: "Sono già registrata per votare. E sono qui perché da qui parte il cambiamento". Il corteo, già imponente, scorre lungo Pennsylvania avenue fino ad arrivare ai piedi del Campidoglio, la sede del congresso. "Ci ascolteranno? Noi stiamo facendo tutto il possibile, non possono fare altro che ascoltarci", dicono i ragazzi. Già dalle prime ore del mattino migliaia di persone avevano cominciato a raggiungere il centro di Washington. Gli organizzatori avevano previsto almeno mezzo milione di persone nella sola capitale Usa. Ma sono ben 836, di cui oltre 700 negli Usa, le proteste oggi in tutto il mondo per un giro di vite sulle armi, secondo gli organizzatori. Quella principale è a Washington, ma altre 'marce per le nostre vite' sono in corso in tutti gli stati americani. Gli organizzatori hanno riferito di aver programmato dimostrazioni in tutti i continenti, anche se il numero maggiore, fuori dagli Stati Uniti, è in Europa.
C'è anche Paul McCartney fra i molti volti noti e personalità dello spettacolo che appoggiano e prendono parte oggi alla mobilitazione in tutti gli Stati Uniti contro le armi. L'ex Beatle ha preso parte al corteo di New York: "Uno dei miei migliori amici e' stato ucciso da un'arma proprio qui vicino, per me è importante", ha detto McCartney, ricordando John Lennon assassinato a New York nel 1980 … "Mi avete reso nuovamente orgoglioso del mio Paese": lo ha scritto George Clooney in una lettera agli studenti del liceo di Parkland pubblicata nell' edizione Usa del Guardian per la marcia contro le armi a Washington. Clooney, che ha donato 500 mila dollari agli organizzatori, ha aggiunto che parteciperà alla marcia con la moglie Amal. "Siamo al 100% con voi ma entrambi pensiamo fortemente che questa è la vostra marcia. Il vostro momento", si legge nel testo … A sorpresa sul palco della 'Marcia per le nostre vite' a Washington sale una bimba di nove anni, un cespuglio di capelli neri, la voce squillante e un sorriso trascinante, per scandire davanti al mare di folla: "Quando e' troppo e' troppo!". E' Yolanda Renee King, la maggiore dei nipoti di Martin Luther King Jr., il padre del movimento per i diritti civili assassinato a Memphis il 4 aprile 1968."Mio nonno aveva un sogno, che i suoi quattro bambini non venissero giudicati per il colore della loro pelle, ma per i tratti della loro personalità", ha esordito, conquistando già la folla, per poi lanciare il suo appello: "Io ho un sogno, che quando e troppo e' troppo! E che questo sia un mondo libero dalle ami, punto e basta!". Completamente rapito dalle parole di Yolanda il fiume di gente riversatosi lungo Pennsylvania Avenue, è esploso in applausi e urla. Una energia che la piccola di 9 anni ha saputo cogliere guidando i ragazzi in un coro all'unisono: "Lo avete sentito,saremo una grande generazione!" … "Politici rappresentateci o andate via!". L'appello e' senza mezzi termini e viene dagli studenti sopravvissuti alla strage di San Valentino a Parkland in Florida. Cameron Kesky è uno di loro, e il primo a salire sul palco della marcia di Washington. Parla con alle spalle l'immagine imponente del Campidoglio: "Questo è l'inizio", dice sicuro, parlando alla folla a perdita d'occhio. "Questo è il giorno in cui comincia un nuovo lucente futuro per gli americani. E se credete che questo sia un buon giorno, aspettate di vedere cosa sarà domani!". Cameron ricorda le vittime una per una e per un momento tornano a scendere le lacrime. Le stesse pero' che il fiume di giovani disceso su Washington ha trasformato in urlo di speranza. Tra la folla c'e' anche Rylynn che non ha ancora compiuto 14 anni, viene dalla Virginia, accompagnata da compagni e genitori: "Cambierà. Questa volta siamo noi ragazzi a chiederlo. E cambierà". |