Originale: New York Times http://znetitaly.altervista.org/ 25 febbraio 2018
Cattivi, rozzi e prevaricatori * di Paul Krugman traduzione di Giuseppe Volpe Mercoledì, dopo aver ascoltato i racconti strazianti di quelli che hanno perso figli e amici nella sparatoria alla scuola di Parkland – tenendo in mano un foglio di appunti con frasi dal tono empatico – Donald Trump ha proposto la sua risposta: armare gli insegnanti. Dice qualcosa del nostro dibattito nazionale che questa non sia stata neppure tra le reazioni più indegne e più stupide all’atrocità. No, tali onori vanno alle affermazioni di molte figure conservatrici che gli studenti in lutto erano manipolati da forze sinistre o persino che erano attori pagati. Tuttavia l’orribile idea di Trump, tratta direttamente dal repertorio della N.R.A., è stata profondamente rivelatrice e la rivelazione va oltre i temi del controllo delle armi. Quella che oggi è in corso negli Stati Uniti non è solo una guerra culturale. E’, da parte di molta della destra odierna, una guerra al concetto stesso di comunità, di una società che usa l’istituzione che chiamiamo governo per offrire determinate protezioni elementari a tutti i suoi membri. Prima di occuparmene permettetemi di ricordarvi ciò che è ovvio: sappiamo benissimo come limitare la violenza armata, e armare i civili non è parte della risposta. Nessun’altra nazione avanzata sperimenta massacri frequenti quanto noi. Perché? Perché le altre nazioni impongono controlli sui precedenti degli aspiranti proprietari di armi, limitano in generale la diffusione delle armi e vietano armi d’assalto che consentono a un assassino di uccidere dozzine di persone prima che lui (è sempre un lui) sia abbattuto. E sì, queste norme funzionano. Si prenda il caso dell’Australia che soleva subire occasionali massacri armati in stile statunitense. Dopo un esempio particolarmente orrendo nel 1996 il governo vietò le armi d’assalto e riacquistò tali armi da quelli che già le possedevano. Da allora non c’è stato alcun massacro. Contemporaneamente chiunque immagini che si possa fare affidamento su dilettanti armati per salvare tutti da un assassino folle con un’arma semiautomatica – anziché abbattersi a vicenda e uccidere estranei nella confusione – ha visto troppi cattivi film d’azione. Ma, come ho detto, non si tratta solo delle armi. Per capire il perché considerato il caso spesso utilizzato per illustrare quanto bizzarramente trattiamo le armi: come trattiamo la proprietà e la guida delle auto. E’ vero che è molto più difficile ottenere una patente di guida che non acquistare un’arma letale e che imponiamo molte misure di sicurezza sui nostri veicoli. E le morti per traffico – che solevano essere molto più comuni delle morti per armi – sono diminuite molto nel tempo. E tuttavia le morti per traffico avrebbero potuto e dovuto ridursi di più. Lo sappiamo perché, come segnala il mio collega David Leonhardt, le morti per traffico sono scese molto di più in altri paesi avanzati che per migliorare i loro risultati hanno utilizzato politiche basate sui dati, come limiti di velocità più bassi e parametri più rigorosi per la guida in stato di ubriachezza. Pensate che i francesi siano automobilisti folli? Beh, lo erano, ma oggi sono considerevolmente più sicuri di noi nelle loro auto. Oh, è c’è parecchia varietà nella sicurezza delle automobili negli stati degli USA, proprio come c’è parecchia varietà nella violenza armata. Gli Stati Uniti hanno una “cintura delle morti in auto” nel Profondo Sud e nelle Great Plains; corrisponde piuttosto da vicino con la cintura delle morti per armi definite mediante percentuali di morti per armi rettificate per età. Corrisponde anche parecchio da vicino al voto a favore di Trump e anche agli stati che hanno rifiutato di ampliare [il programma di assistenza sanitaria] Medicaid, negando in modo gratuito l’assistenza sanitaria a milioni dei loro cittadini. Ciò che sosterrei è che la nostra letale inerzia riguardo alle armi, ma anche riguardo alle auto, riflette lo stesso spirito che ci sta spingendo a trascurare le infrastrutture e a privatizzare le carceri, lo spirito che vuole smantellare l’istruzione pubblica e trasformare [il programma di assistenza sanitaria] Medicare in un sistema di buoni anziché una garanzia di cure essenziali. Quale che ne sia la ragione, c’è una fazione nel nostro paese che considera l’intervento pubblico per il pubblico bene, indipendentemente da quanto giustificato, come parte di una cospirazione per distruggere la nostra libertà. Questa paranoia colpisce tanto in profondità quanto in diffusione. Qualcuno ricorda la dichiarazione di George Will che i liberali amano i treni non perché hanno senso per il trasporto urbano, bensì perché servano all’obiettivo di ridurre l’individualismo degli statunitensi al fine di renderli più disponibili al collettivismo? E fa il paio con fantasie fondamentalmente infantili riguardo all’azione individuale – “il buono con la pistola” – sostitutiva di funzioni fondamentalmente pubbliche quali la sicurezza. Comunque questa fazione politica sta facendo tutto il possibile per spingerci a diventare una società nella quale gli individui non possono contare sulla comunità perché offra loro persino le più elementari garanzie di sicurezza, sicurezza da pistoleri folli, sicurezza da automobilisti ubriachi, sicurezza da parcelle mediche esorbitanti ([per cure] che ogni altro paese avanzato tratta come un diritto e in realtà si dà da fare per offrire). In breve, potreste voler considerare la nostra follia riguardo alle armi come solo un aspetto della spinta a trasformarci in ciò che Thomas Hobbes descrisse tanto tempo fa: una società “nella quale gli uomini vivono senza altra sicurezza che quella offerta dallo loro forza e dalla loro inventiva”. E Hobbes notoriamente ci disse com’è una vita in una società simile: “solitaria, povera, cattiva, rozza e breve”. Sì, pare gli Stati Uniti di Trump. Nota del traduttore Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/nasty-brutish-and-trump/ |