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Una notte in Italia di Sergio Fissore
Una splendida luna, bianchissima nel cielo sgombro di nubi, illuminava in modo magico questa notte nel nord ovest. Riflettevo su come sarà stata la notte in Italia 73 anni fa, fra il 24 ed il 25 aprile. Le formazioni partigiane pronte a sferrare il loro attacco speravano, è facile presumere, in una maggiore oscurità, mentre quelle che attendevano l'attacco nemico, salde nelle loro postazioni, avrebbero benedetto così tanta luce: gli consentiva di prendere meglio la mira.
Per tutti gli italiani, soprattutto nel nord Italia, sarà comunque stata una nottata particolare e che certamente avranno ricordato a lungo. L'aria di libertà si respirava già da alcuni giorni, ma forse solo il comando centrale del CLN AI (Alta Italia), quando decise di proclamare l'insurrezione in tutti i territori ancora sotto il controllo tedesco e fascista, si aspettava la vittoria. Che non fu rapida, e non fu indolore.
Tutti comunque attendevano qualcosa: chi con speranza e trepidazione, chi con paura e terrore. Tutti compirono allora la loro scelta, perché anche non scegliere è di per sé una scelta. Le teorie revisioniste non appartengono alla storia, ne sono un frutto malato. La storia può essere interpretata, non riscritta. Pensare a quando sia stato doloroso e necessario, per un popolo oppresso, arrivare a questa giornata e quanto sia costato in termine di vite perdute, dovrebbe farci collocare questa giornata in un momento particolare della memoria, da rivivere quasi con cadenza quotidiana, perché quello che avevamo perduto ed è stato ritrovato appartiene a tutti i giorni come il sole, la terra, la vita. E proprio come le cose più semplici ed importanti anche la libertà viene spesso data per scontata, ma scontata, come la vita, non lo è mai.
Non servono tante stelle, ne basta una. Ma che sia quella giusta. Buon 25 aprile a tutti.
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