https://www.controinformazione.info/ Ott 11, 2018
Il delirio dei suoi leader fa marcire l’Europa di Claudio Risé
Emmanuel Macron abbracciato a due galeotti delle Antille è il simbolo della sottomissione del Vecchio Continente.
Le immagini presentano con pochi tratti, personaggi, oggetti, interi mondi. Per raccontarli non basterebbero lunghi trattati.
Il fatto è che, come diceva Carl Gustav Jung: “l’inconscio si esprime per immagini e con esse racconta storie che nessun concetto saprebbe riassumere”. Sono soprattutto il cuore e l’anima a coglierle, spesso infastiditi dalla inaspettata e cruda verità dell’immagine. Quelle che in questi giorni si sono riversate in poche ore sugli schermi di computer e smartphone non sono solo “immagini a volte impressionanti” come ha detto il ministro degli Interni Matteo Salvini a proposito del barcollante Junker, “capo del Governo di 500 milioni di europei”. Esse vanno infatti a comporre un affresco storico e sociale ben più inquietante se riunite alle molte altre di potenti o potentissimi, che le hanno precedute o seguite nel giro di poche ore, o giorni. È un intero mondo (buona parte dell’Europa), in sgradevole, morbosa decadenza. I grandi giornali fanno i superiori e deplorano i “personalismi”. Sacrosanta attenzione. Per stare però solo all’ultimo video di Jean Claude Juncker, quella era la riunione del Consiglio direttivo della Nato, l’alleanza militare dell’Occidente, a cui Juncker partecipava come Presidente dell’Europa.
Non un incontro tra amici, ma quanto di più pubblico e ufficiale ci sia. Poi, certo, le immagini riassumono appunto una situazione, con tutti i relativi aspetti simbolici, e politici. Juncker, lì, era il Presidente dell’Europa che “non sta in piedi”, alla riunione del Direttivo della Nato. Alleanza che opera in un settore, quello militare, dove la lucidità mentale e l’autodisciplina svolgono un ruolo centrale. La pena per il caso umano, che nessuno desidera trovarsi su uno schermo da cui si aspetta invece notizie politiche,
Tutti oggi molto preoccupati, tra l’altro, per la crescente diffusione dell’alcol tra i giovani, nella forma dura e direttamente autodistruttiva del binge drinking: il bere fino a (appunto) “non stare più in piedi”, onta inaccettabile di qualsiasi solido bevitore con buonsenso. Juncker che non riesce a reggersi in piedi è un’offesa e un attentato al duro lavoro dei migliaia di ottimi vignaioli d’Europa che producono i vini più buoni del mondo per fare stare bene e vivere felicemente i cittadini (oltre che naturalmente guadagnare).
Fantasmi incerti, ritratti in questi video mentre girano intorno a Juncker (da loro nominato per la seconda volta presidente quando di queste immagini se ne erano già viste altre), con un sorriso sghembo e falso privo di pietas, di dignità, di responsabilità verso chi li ha eletti. Sono consapevole di dire ovvietà visibili a chiunque, ma anche preoccupato per non averle ancora lette altrove. In queste tristi, storiche immagini, appare però un problema molto più ampio, e per nulla esclusivo di Jean Claude Juncker, ma sistemico.
Ad esempio quella di Emmanuel Macron, in visita alle Antille francesi.
Questa battuta-rivendicazione è detta da un Capo di stato la cui popolarità è caduta ai minimi storici (al 30%), dopo il 1 maggio, quando un altro “figlio di Francia”, Alexandre Benalla, capo ventisettenne della sua scorta e di tutte le sue apparizioni in pubblico,
Il presidente rimase a lungo in silenzio mentre la Francia (terra di satira malgrado lo sterminio islamista dell’intera redazione di Charlie Hebdo), si riempì subito di vignette e battute su Macron e la guardia del corpo), e naturalmente richieste di chiarimenti. Finché a una riunione coi suoi deputati Macron si decise a annunciare: Partì comunque un’inchiesta sulle molte irregolarità dell’accaduto, tra le quali il fatto che il ministro dell’Interno, Gérard Collomb, non sapesse neppure dell’esistenza di quel ragazzo
Ora però (potere delle immagini), il ministro Collomb appena vide la foto del presidente alle Antille e la sua dichiarazione d’amore per tutti i figli di Francia “malgrado le loro stupidaggini”, annunciò le dimissioni (altri due ministri importanti si erano dimessi nelle due settimane precedenti).
Qualche giorno dopo, al passaggio di consegne al ministero, Collomb sarà più eloquente: “La situazione è molto degradata”. Parlava dei quartieri “sensibili”, degli immigrati, ma sembra pensare anche ad altro. E continuò: “Si impone arrogantemente la legge del più forte, quella dei narcotrafficanti e degli islamisti radicali, che ha preso il posto della Repubblica”. Il ministro concluse il suo incarico con una oscura profezia: “oggi viviamo fianco a fianco.
Non solo sta in piedi ma danza, su rispettabili anche se solidi tacchi. Chissà se potrà mantenere la promessa di considerare chiusa l’austerità (che in Inghilterra si è sentita comunque assai meno che qui, perché lì la lira sterlina c’è ancora e la Bank of England ha continuato a stamparla). Ma almeno vuole farlo, e la cosa non scandalizza nessuno. È ora l’Europa che deve cambiare il film, e quei suoi protagonisti.
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