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27 marzo 2018

 

Onu ammette ricorso Puigdemont su lesione diritti.

 

Manifestanti ancora in strada dopo il suo arresto Già ieri, migliaia di persone erano scese in strada a Barcellona per protestare e negli scontri con la Polizia una cinquantina di manifestanti erano rimasti feriti. Il governo tedesco è convinto che una soluzione al conflitto della Catalogna debba essere trovata nell'ambito dell'ordine legale e costituzionale della Spagna.

 

La Commissione dei Diritti Umani dell'Onu ha dichiarato ricevibile il ricorso presentato dall'ex presidente catalano Carles Puigdemont contro la lesione dei suoi diritti politici da parte della Spagna. Ora dovrà pronunciarsi sul merito della denuncia. La Commissione ha accolto nei giorni scorsi anche il ricorso di un altro leader politico catalano detenuto Jordi Sanchez. Non si placano intanto le proteste dopo l'arresto di Puigdemont in Germania dove resterà in carcere in attesa di una decisione della magistratura tedesca sulla sua estradizione richiesta da Madrid. Numerosi sostenitori hanno bloccato questa mattina diverse strade in Catalogna. Tra le strade bloccate, l'autostrada A7 nei pressi della frontiera francese e la N340 che collega la catalogna alla costa sud-orientale spagnola, oltre agli accessi a Barcellona da nord e sud. Le manifestazioni sono state organizzate dai 'Comitati di difesa della Repubblica' (Cdr) che lunedì hanno annunciato proteste continue dal momento che "con le ultime incarcerazioni e l'arresto del presidente Puigdemont, appare chiaramente che abbiamo superato un punto di non ritorno".  L'arresto a sorpresa di Puigdemont aveva scatenato già ieri sera proteste a Barcellona, dove migliaia di manifestanti sono scesi in piazza e si sono verificati scontri con i Mossos d'Esquadra davanti alla delegazione del governo spagnolo in Catalogna. Il bilancio, secondo il Sistema di emergenze mediche (Sem), è di 98 feriti lievi, fra cui 22 poliziotti; e sono anche stati effettuati sei fermi. Puigdemont è stato fermato dalla polizia tedesca poco dopo essere entrato in Germania dalla frontiera con la Danimarca. Il politico, che dall'ottobre scorso vive in esilio autoimposto in Belgio per evitare l'arresto, stava viaggiando in auto di ritorno dalla Finlandia, dove era stato invitato da deputati locali. Il fermo è avvenuto dopo che venerdì la giustizia spagnola aveva riattivato il mandato d'arresto europeo, emettendolo anche per altri 12 politici catalani coinvolti nell'iter separatista.

 

Ieri il giudice - dopo avere accertato l'identità di Puigdemont - ne ha convalidato il fermo in attesa che la giustizia esamini il mandato d'arresto europeo. La magistratura della Germania ha 60 giorni di tempo per decidere sull'estradizione dell'ex presidente catalano in Spagna e una portavoce della procura, Wiebke Hoffelner, ha precisato che la decisione "non sarà presa questa settimana". La giustizia tedesca dovrà decidere se reati simili a quelli contestati al leader indipendentista in Spagna esistono nel diritto tedesco. In Spagna Puigdemont rischia fino a 25 anni di carcere, se condannato per ribellione e sedizione per aver organizzato il referendum illegale che ha portato alla dichiarazione unilaterale d'indipendenza. Il caso giunge meno di due settimane dopo l'insediamento di Angela Merkel per un nuovo mandato da cancelliera. Ma il suo portavoce si è affrettato a sottolineare che la decisione sull'estradizione di Puigdemont è puramente giudiziaria: "La Spagna è uno Stato democratico basato sullo stato di diritto. Il governo tedesco è convinto che una soluzione al conflitto della Catalogna debba essere trovata nell'ambito dell'ordine legale e costituzionale della Spagna", ha dichiarato.

 

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