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26 marzo 2018

 

Proteste e scontri per l’arresto in Germania di Puigdemont

di Guido Keller

 

Ancora scontri in Catalogna, in particolare a Barcellona: a pochi giorni dalle proteste per la decisione della Corte suprema di processare 25 leader indipendentisti, anche oggi si sono registrati tafferugli e cariche della polizia per la rabbia di decine di migliaia di manifestanti seguita all’arresto in Germania dell’ex presidente della Generalitat e leader indipendentista Carles Puigdemont.


Questi è stato fermato ieri dalla polizia tedesca non appena varcato il confine con la Danimarca, mentre era diretto ad Amburgo per poi rientrare in Belgio, dove era fuggito a seguito del mandato d’arresto europeo emesso dalla Spagna. Stava tornando in auto dalla Finlandia, dove si era recato per tenere una conferenza all’Università di Helsinki.
Se tuttavia il Belgio si è sempre rifiutato di estradare Puigdemont e gli ex assessori Clara Ponsatì, Antoni Comin, Lluis Puig e Meritxell Serret, la Germania potrebbe non fare altrettanto e quindi rispondere positivamente al mandato d’arresto europeo.


I cinque, e con loro un’altra ventina di leader indipendentisti catalani rimasti in patria, molti dei quali agli arresti domiciliari, sono chiamati a rispondere dall’autorità giudiziaria spagnola per i reati di sedizione e ribellione, sia per aver organizzato il referendum indipendentista, reso nullo dalla Corte suprema e farlocco per il metodo (vi sono persone che hanno votato in quattro seggi), sia per aver proclamato il 27 settembre la nascita della Repubblica di Catalogna, ovvero dichiarato la secessione dalla Spagna. Reati che comportano fino a 30 anni di reclusione, ma anche sotto il profilo politico il premier Mariano Rajoy non sembra essere disposto a rimuovere come se nulla fosse i fatti e le tensioni che hanno caratterizzato lo scorso autunno spagnolo.


In mattinata Puigdemont è portato in una prigione a Neumuenster, nel Land settentrionale dello Schleswig-Holstein, e i giudici hanno ora a disposizione 60 giorni per deciderne l’estradizione. E’ tuttavia certo che se non vi fosse stata l’intenzione di “restituire” Puigdemont alla Spagna, sarebbe stato sufficiente fare finta di nulla e lasciarlo transitare, come ha fatto la Danimarca.


Intanto a Barcellona, Girona e in altre città della Catalogna di sono svolte le manifestazioni a sostegno del leader indipendentista, con scontri e tafferugli che hanno portato al ferimento di 87 persone e all’arresto di 4.


Tutto però lascia presagire che la cosa non sia finita qui.

 

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