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23-04-2018

 

Schiavi dei social perchè la vita è noiosa? Allora impegnamoci per sconfiggere la noia!

di Paolo Ermani  

 

C'è chi scrive sui quotidiani mainstream che sarebbe utopia pensare di dire basta con i social network che ci hanno finora "salvato" dala noia infinita della quotidianità. Una logica alla rovescia...

 

Nell’inserto Affari e Finanza del di Repubblica del 9 aprile, ho trovato un articolo di tale Alberta Marzotto dal titolo “Il nostro narcisismo ha distrutto la privacy”, con il quale commenta lo scandalo dei dati di Facebook utilizzati per favorire la campagna elettorale di Trump. La Marzotto fra le varie cose afferma:  “Pensare che dopo anni di dipendenza da social, capaci di riempire la noia infinita della quotidianità, si possa in un colpo dire basta, e per sempre, è pura e semplice utopia”.

 

Come si fa a dire che sia un'utopia fare qualcosa che si capisce sia per noi negativo e quindi autocondannarci alla mediocrità o all’accettazione del peggio? Una affermazione del genere equivale a dire che chiunque abbia una dipendenza, sia spacciato per sempre e non abbia alcuna possibilità di risalita. Sappiamo bene che non è così, perché chiunque può farcela a uscire anche dalle dipendenze ben più terribili dei social. Ma quello che colpisce ancora di più nell'affermazione di chi scrive è che, a suo parere, i social riempiono la noia infinita della quotidianità. Chissà che fa nella vita la Marzotto... Lei stessa in pratica confessa che la sua quotidianità è una noia infinita... Ma la cosa più interessante della sua affermazione è che in maniera probabilmente del tutto involontaria centra perfettamente il nocciolo del problema, cioè la ragione per la quale si usano i social. Ribaltiamo il suo ragionamento: se i social riempiono la nostra infinita noia quotidiana, vuol dire che se la vita fosse meno noiosa non ci servirebbero i social? O comunque non li utilizzeremo più di tanto? Non sarà quindi che se avessimo una vita più interessante e meno noiosa, ben pochi si accanirebbero con social, videogiochi, televisioni e simili, che guarda caso si sono sviluppati proprio in coincidenza con la distruzione della comunità e l’avvento del consumismo sfrenato al servizio del dio denaro dominatore assoluto?

 

Infatti, chi con una intensa e ricca vita culturale, una comunità vicina stimolante, con un lavoro utile, sensato e soddisfacente, amicizie, rapporti profondi, forti, reali e soprattutto inserito in un contesto naturale, perderebbe troppo tempo con televisione, social e simili? E a maggior ragione se fosse  impegnato anche solo per due o tre ore al giorno a coltivarsi un orto o a fare qualche attività manuale magari pure creativa?

 

Non so in che contesto viva la Marzotto, ma chi potrebbe dire che la quotidianità è una noia infinita di fronte alla bellezza incredibile della natura? Tutto si può fare tranne che annoiarsi di fronte ad essa. Forse la Marzotto vive in un bunker sotterraneo o di fronte alla tangenziale di Roma. Ma se si presta attenzione, ci si accorge che la natura di certo non rende la vita noiosa.

 

Il pensiero della Marzotto ci dà paradossalmente la chiave di volta dell’intero problema. Abbiamo la possibilità di rendere la nostra vita interessante, bellissima e degna di essere vissuta perché abbiamo noi stessi, gli altri e la natura per darci l’esatto contrario della noia quotidiana che affligge chi non riesce a fare a meno dei social.

 

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