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03 September 2018

 

Lo schianto: più il come, che il perché

di Michael Roberts

 

Questa settimana, Adam Tooze si trovava a Londra per presentare il suo nuovo libro, "Crashed, How a decade of financial crises changed the world" [In italiano: "Lo schianto. 2008-2018. Come un decennio di crisi economica ha cambiato il mondo", Mondadori]. Tooze è anche l'autore di "The Deluge and The Wages of Destruction" [in italianoIl prezzo dello sterminio, Garzanti editore]."Il prezzo dello sterminio" ha vinto il Premio Wolfson per la storia ed il Premio Logam come libro dell'anno. Adam Tooze ha insegnato a Cambridge e a Yale, ed oggi insegna storia alla Columbia University. A mio avviso, egli è il più importante storico economico radicale.

Il nuovo libro di Tooze apporta un enorme contributo alla storia economica del collasso finanziario globale del 2008-9. Tooze ci mostra che cosa sia successo e come è nato quello che è stato il più grande boom del credito dei primi anni 2000 che alla fine ha portato al più grande disastro finanziario che ci sia mai stato nelle economie moderne, ed al conseguente crollo della produzione capitalista, il peggiore dagli anni '30. E conclude dicendo che il modo in cui questo schianto è stato trattato dai "poteri" - vale a dire, attraverso i salvataggi delle banche e la salvaguardia della ricchezza dei più ricchi, a pese di tutti noi - ha provocato l'emergere di una reazione "populista" contro il "capitalismo", sia da parte della sinistra, come in Grecia o in Spagna, sia da parte delle persone di destra, come è avvenuto con Trump, con la Brexit, e con la Lega in Italia. Quindi, l'eredità dei primi dieci del capitalismo del XXI secolo, nel secondo decennio, è ancora con noi. E peggio ancora, il problema soggiacente di fondo, quello del debito crescente e del settore finanziario fuori controllo, non è stato ancora risolto. La crisi finanziaria del 2008-9 potrebbe benissimo ritornare.

Prima di Tooze, ci sono state altre intriganti analisi del grande crollo finanziario. La più popolare è stata "The Big Short"[in italiano, "La Grande Scommessa", Rizzoli], di Michael Lewis (da cui è stato tratto anche un film). Lewis ci racconta la storia delle banche di investimento che vendevano obbligazioni ipotecarie "tossiche" ai loro clienti (che erano principalmente altre banche di investimento ed individui ricchi, spesso in Europa), ben sapendo quello che stavano facendo. Non appena la bolla finanziaria cominciò a scoppiare, questa banche cominciarono a vendere segretamente al ribasso (scommettendo sul collasso). Come scrive Lewis nel suo libro, «Goldman Sachs non abbandonò la casa prima che essa incominciasse a bruciare; semplicemente, fu il primo a precipitarsi verso l'uscita - e una volta che lo ha fatto, si è chiuso dietro la porta.»

Nel mio libro su questo stesso periodo, "The Great Recession" - il quale è un resoconto cronologico, mese per mese, della crisi dal 2005 al 2010 - descrivo nei particolari come le grandi banche siano sfuggite alle conseguenze di questa truffa, grazie al governo degli Stati Uniti. Infatti, tutta la brutta storia delle attività di Goldman Sachs e delle altre banche di investimento, prima, durante e dopo che la stretta creditizia e la Grande Recessione mendicassero fiducia.

Ma il lungo libro di Tooze copre le significative crisi finanziarie dei dieci anni precedenti in maniera più dettagliata di quanto abbiamo fatto sia io che Lewis - ed ha una portata globale. La sua lunghezza non significa affatto che sia noioso, nella misura in cui ci mostra i principali attori, e ci fa vedere le loro decisioni attraverso dei grafici. Ci mostra come si siano assicurati che le banche più forti e più fortunate guadagnassero a spese di quelle più deboli e più piccole, e ci mostra come l'intervento governativo abbia fornito fondi ai colpevoli del disastro finanziario a spese delle vittime, delle popolazioni lavoratrici, dei contribuenti e delle piccole imprese. Si è trattato di «socialismo per il ricco e capitalismo per il povero»: è questa la sostanza dell'ordine capitalista.

In particolare, Tooze sottolinea il fatto che il crollo non sia stata tanto la storia del diffondersi del contagio finanziario degli Stati Uniti all'Europa. Quanto il fatto che il boom del credito in Europa sia stato altrettanto forte. Come osserva Tooze, «Il flusso di fondi in Europa, come quello dell'economia globale, è stato guidato non da dei flussi commerciali, ma dalla logica affaristica dei banchieri, i quali mettevano a confronto il costo del finanziamento con quello del rendimento che si attendevano». In realtà, la stretta creditizia , che ha avuto inizio in Francia con la BNP, e che è stata ben presto seguita dalla Nortern Rock in Gran Bretagna.

Ciò che non sorprende i lettori come me che hanno studiato i fallimenti dell'economia mainstream e le autorità ufficiali prima dello schianto, è il fatto che Tooze mostra che i poteri competenti non erano affatto competenti. Hanno fallito nel vedere arrivare la crisi, hanno negato che stava accadendo e in seguito non sarebbero riusciti a spiegare perché fosse avvenuta. Non citerò tutte le idiozie delle persone importanti prima della crisi, e la loro sorpresa sbalordita quando è avvenuta. Lo fa Tooze. Ma ci sono due esempi che vale la pena riportare.

Nel gennaio del 2007, appena sei mesi prima dell'inizio della stretta creditizia globale e del collasso della finanziaria inglese Northern Rock, Gordon Brown, il ministro della finanze (Chancellor) del Regno Unito, ha tenuto un discorso durante una cena di banchieri nella City di Londra, proprio poco prima che egli diventasse Primo Ministro. Ha detto: «Durante i dieci anni nei quali ho avuto il privilegio di rivolgermi a voi in qualità di ministro, ho potuto, anno dopo anno, registrare come la City di Londra sia cresciuta grazie ai vostri sforzi, alla vostra ingegnosità ed alla vostra creatività per diventare una leader mondiale... un'epoca che la storia registrerà come l'inizio di una nuova età dell'oro per la City... La Gran Bretagna ha bisogno ancora del vigore, dell'ingegnosità e dell'ambizione che avete già dimostrato essere le caratteristiche del vostro successo.»

Dopo il collasso finanziario e nel bel mezzo della conseguente Grande Recessione, al grande timoniere e "guru" del precedente boom creditizio , oltre che fautore e sostenitore della "ingegneria finanziaria" e dei derivati, Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve, venne chiesto, nel corso dell'inchiesta sul disastro svolta Congresso degli Stati Uniti, il motivo per cui questo era successo. Egli rispose: «Mi trovo in uno stato di scioccata incredulità.» All'ulteriore domanda: «In altre parole, hai scoperto che la tua visione del mondo, che la tua ideologia era sbagliata, che non stava funzionando (House Oversight Committee ChairHenry Waxman)». «Assolutamente, esattamente, è proprio questa la ragione per cui sono sotto shock, perché ho vissuto per 40 anni o più con la prova evidente che tutto questo stava funzionando maledettamente bene. »

Nel leggere questo, si può trovare un po' strano il fatto che Tooze sembri trovare il ruolo di Alan Greenspan, di Larry Summers (ex segretario del Tesoro) o di Hank Paulson (il capo di Goldman Sachs che in seguito al collasso è diventato segretario del Tesoro) e degli altri attori del collasso, come persone che avevano fatto il meglio che potevano, piuttosto che arroganti sostenitori della "ingegneria finanziaria" che aveva portato al collasso. Questi protagonisti ne escono fuori tutto sommato bene se paragonati alla corretta critica di Tooze nei confronti di economisti keynesiani come Paul Krugman, che stimavano anch'essi che il settore finanziario fosse stabile, e non sarebbe stato il catalizzatore di una crisi. Naturalmente, dopo il crollo, Krugman aveva attaccato l'economia mainstream per aver fallito nel non averla vista arrivare.

"Crashed" ci fornisce il resoconto più granulare ed affascinante del crollo e delle sue conseguenze. Ci mostra potentemente quello che è successo e come è successo, ma secondo la mia opinione non ci fa vedere in maniera adeguata il perché questo sia accaduto. Ma forse non è questo il lavoro di uno storico economico, e farlo tocca all'economia politica. Per Tooze, le cause sembrano essere la deregolamentazione del sistema bancario, l'avidità finanziaria e l'incompetenza delle autorità. Per me, questo sono solo i sintomi, o i catalizzatori immediati delle cause soggiacenti all'economia capitalista.

Come ha detto Martin Wolf, nella sua recensione di "Crashed", «Anche una storia così completa soffre di omissioni. Tooze si focalizza sull'idea che alla fine la causa della crisi sia stata la crescita del bilancio dei settori finanziari. Non presta abbastanza attenzione al perché i politici abbiano avuto bisogno che ciò accadesse.» Wolf ci offre la sua spiegazione causale in termini keynesiani: «La spiegazione, come ho argomentato nel mio libro, "The Shifts and the Shocks", risiede nell'eccesso di risparmio globale e negli squilibri macroeconomici globali, associati a tale eccesso di risparmio. L'esistenza, in alcuni paesi, di enormi surplus esterni, hanno reso necessari enormi deficit in altri paesi. Le banche centrali, per raggiungere gli obiettivi macroeconomici, hanno avuto bisogno della crescita del credito.»

Ma la spiegazione data da Wolf è altrettanto inadeguata: quale è stata la causa di questo globale eccesso di risparmio e di questi "squilibri" che sono sorti negli anni 2000? A dirla tutta, in realtà, il surplus di risparmio era una carenza di investimenti. Ed il rallentamento dell'investimento globale, in particolare nelle economie capitaliste avanzate, è stato uno dei prodotti della caduta della redditività, a partire dalla fine degli anni '90 in poi - e si tratta di qualcosa che sia io che altri abbiamo documentato.

Secondo l'opinione di Tooze, «Queste crisi sono difficili da prevedere, o da definire in anticipo,» e, a meno di una maggiore regolamentazione, non c'è niente che possiamo fare. In un certo senso, fino a che il capitalismo continua ad essere il modo dominante di produzione a livello globale, è più o meno giusto che sia così. Tutto questo mi ricorda quello che ha detto Greenspan nella sua sintesi finale della crisi: «Dubito che la stabilità possa essere realizzabile nelle economie capitaliste, dato che i mercati competitivi sempre turbolenti vengono continuamente attratti, ma non raggiungono mai un equilibrio». Ed ha proseguito, «a meno che non si verifichi una scelta sociale di abbandono dei mercati dinamici, e si sfrutti una qualche forma di pianificazione centrale, temo che dopo tutto impedire la formazione delle bolle si rivelerà irrealizzabile. Tutto ciò che possiamo sperare di fare, è mitigare le conseguenze.»

Riguardo al futuro, Tooze è pessimista. Economicamente, vede un collasso futuro, probabilmente a causa di un evento disastroso nella Cina indebitata. Secondo il mio punto di vista, è più probabile che l'evento catastrofico avvenga nel cuore del Capitale: nel settore aziendale degli Stati Uniti e dell'Europa.

Politicamente, ci avverte che il collasso del 2008, e la risposta dell'ordine dominante, hanno creato le condizioni per una "democrazia illiberale". Egli sostiene che il successo del Tea Party e dell'estrema destra americana provenga direttamente da questo. E così ora abbiamo Donald Trump, Puti, Brexit, Erdogan e l'ascesa dell'estrema destra in Europa.

Ma il populismo - così come viene chiamato dal mainstream - ha preso anche una svolta a sinistra, con Syriza (finché non è arrivata la crisi); con i gruppi di sinistra in Spagna, così come con Corbyn nel Regno Unito. L'opposizione alle principali soluzioni capitaliste (salvataggio delle banche, austerità e mercato libero, "ordinaria amministrazione") non proviene unicamente e solo dalla destra nazionalista reazionaria.

 

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