Originale: Counterpunch

http://znetitaly.altervista.org/

15 agosto 2018

 

Siamo governati da psicopatici secondari?    

di Gary Olson 

traduzione di Giuseppe Volpe

 

“Si deve indottrinare la gente a cancellare l’empatia per arrivare a posizioni capitaliste estreme”

Frans de Waal

 

La mia domanda è suggerita dal recente voto del Senato (unanime per quanto ne so) di un pacchetto decennale di aiuti militari a Israele per 38 miliardi di dollari, il singolo pacchetto più vasto della storia degli Stati Uniti, ma è qualcosa su cui ho meditato e scritto per decenni.

 

Nel caso di Israele il meglio che gli apologeti della difesa sarebbero in grado di escogitare è che i nostri molluschi invertebrati del Congresso farebbero la cosa giusta se non fosse per la rapida rappresaglia dell’AIPAC. Anche se c’è del vero in questo, è ingiusto nei confronti dei nostri amici invertebrati. Trascura opportunisticamente il fatto che in altre situazioni – in assenza di qualsiasi pressione dell’AIPAC – il Congresso evita assiduamente di “fare la cosa giusta”. Finanzia invece, direttamente o indirettamente, brutali e barbare violenze aperte e strutturali in tutto il mondo, un’autentica galassia di punti ciechi morali.

Da qui la mia domanda: siamo quasi globalmente governati da psicopatici? Tanto per non essere frainteso, non sto suggerendo che i nostri governanti sia privi di una coscienza o di qualsiasi traccia di empatia. La situazione è sia più sfumata, sia più pericolosa. Non stiamo parlando di psicopatici primari come Jeffrey Dahmer e Ted Bundy o di assassini immaginari come “Dexter” o Hannibal Lecter del ‘Silenzio degli innocenti’. Dobbiamo accantonare gli individui che sono privi di empatia in conseguenza di danni alla corteccia cerebrale prefrontale e quelli nati con una chimica cerebrale anormale.

La nostra attenzione dovrebbe essere concentrata sui potenti che hanno consentito alla loro empatia ereditata biologicamente di atrofizzarsi, di essere auto-anestetizzati al fine di perseguire le loro ambizioni nell’ambito delle regole del gioco. Questo “accantonamento” è imposto dalla priorità dell’accumulazione nel sistema capitalista, il contesto nel quale la sua “logica” impone di essere molto selettivi riguardo a chi riservare compassione. Jon Ronson, un esperto di psicopatici, è convinto che “il mondo in cui è strutturato il capitalismo è realmente una manifestazione fisica dell’anomalia cerebrale nota come psicopatia”. Nella sua ricerca Ronson ha scoperto che molti tratti che si trovano nella lista di controllo di uno psicopatico sono di fatto positivi per psicopatici non assassini. Perché? Perché tali tratti costituiscono distinti vantaggi nel conseguire il successo nei ranghi più elevati della politica, degli affari e dell’esercito.

Ad esempio, una data mattina un membro del Congresso potrebbe mostrare un volto pubblico di compassione mentre striglia sinceramente pubblici dipendenti che tolgono bambini profughi ai loro genitori. Poi, al pomeriggio, vota a favore di politiche militari statunitensi che separano in modo terminale (cioè da morti) altri bambini dai loro genitori in Palestina, Afghanistan o Yemen. Quella sera abbraccia la sua partner, gioca a “riporta” con il cane di famiglia, legge storie per la notte ai bambini e dorme sonoramente, con intatti i suoi sentimenti di rettitudine. Questa compartimentazione del senso morale lo classifica, in assenza di un’espressione migliore, come “psicopatico secondario” (vedere Martha Stought, The Sociopath Next Door, New York, Broadway Books, 2005).

Questo comportamento è determinato da una cultura che gli stessi potenti hanno contribuito a plasmare e, a sua volta, è fonte di legittimazione delle loro azioni. C’è poco da meravigliarsi che questi individui non provino rimorso per le vittime, specialmente quelli di confini lontani, ma neppure le considerino vittime. Se mai lo fanno, le considerano danni collaterali necessari richiesti per perpetuare il sistema.

Siamo arrivati al punto in cui, come osservò una volta Erich Fromm, operando in una società malata, i soli membri sani sono considerati “disadattati”.

Se c’è della validità in questa tesi, siamo ben oltre limitarci a sradicare alcuni mostri morali il giorno delle elezioni. Ma non siamo neppure privi di speranze o alternative. Le lotte politiche contro l’ideologia neoliberista che ottunde l’empatia e il sistema economico che essa serve possono creare condizioni che promuovano il fiorire di empatia e amore, le fondamenta dei nostri io migliori.

 


Gary Olson è professore emerito di scienze politiche al Moravia College, Bethlehem, Pennsylvania. Il suo libro più recente è EMPATHY IMPERILED: Capitalism, Culture and the Brain (New York, Springer Publishing, 2012). 

 


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/are-we-governed-by-secondary-psychopaths/

 

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