Fonte: Enrica Perucchietti 27/07/2018
Il “mondo nuovo” sognato da Jacques Attali di Enrica Perucchietti
Se i Media sono stati molto concentrati su Brigitte, moglie di Emmanuel Macron, sulle sue gambe, gli outfit e la loro storia d’amore, minor interesse hanno rivolto al “padre spirituale” del presidente francese, l’economista e banchiere francese Jacques Attali, storico consigliere di Mitterand, poi consigliere di Sarkozy: sarebbe stato costui a presentare Macron a Hollande che poi lo avrebbe chiamato come segretario aggiunto all’Eliseo, infine nel 2014 a ricoprire la carica di ministro dell’Economia sotto la presidenza di Manuel Valls, prendendo il posto di Arnaud Montebourg.
È stato proprio Attali a rivendicare la “paternità” spirituale del novello presidente francese di cui parla con orgoglio («Sarà un presidente straordinario»). Già nell’aprile 2016 pronosticava che uno sconosciuto avrebbe vinto le presidenziali del 2017 e indicava due possibili nomi: Emmanuel Macron e Bruno Le Maire.
Attali, che contribuì a scrivere il Trattato di Maastricht, è un lobbista che ha rilasciato negli anni interventi a dir poco inquietanti in linea con la sua fervida produzione saggistica (si pensi a Breve storia del futuro del 2006). A lui è stata anche attribuita la frase «E cosa credeva la plebaglia europea, che l’Euro fosse stato fatto per la loro felicità?». Nel 1981 rilasciò un’intervista per un libro di Michel Salomon, L’Avenir de la Vie (Il Futuro della Vita), in cui spiegava la sua visione in merito al futuro dello stato sociale: «Si potrà accettare l’idea di allungare la speranza di vita a condizione di rendere gli anziani solvibili e creare in tal modo in mercato». Per risolvere il problema Attali auspicava il ricorso all’eutanasia, definita uno «degli strumenti essenziali del nostro futuro» in quanto «in una società capitalista, delle macchine permetteranno di eliminare la vita quando questa sarà insopportabile o economicamente troppo costosa».
In un’intervista a «la Repubblica» del 19 Agosto 2014 andava oltre profetizzando l’avvento dell’ectogenesi e della clonazione: «La riproduzione diventerà compito delle macchine, mentre la clonazione e le cellule staminali permetteranno a genitori-clienti di coltivare organi a volontà per sostituire i più difettosi. Un bambino potrà essere portato in grembo da una generazione precedente della stessa famiglia o da un donatore qualsiasi, e i figli di due coppie lesbiche nati da uno stesso donatore potranno sposarsi, dando vita a una famiglia con sole nonne e senza nonni. Molto più in là, i bambini potranno essere concepiti, portati in grembo e fatti nascere da matrici esterne, animali o artificiali, con grande vantaggio per tutti: degli uomini poiché potranno riprodursi senza affidare la nascita dei propri discendenti a rappresentanti dell’altro sesso; delle donne poiché si sbarazzeranno dei gravi del parto». Non solo perché l’utero artificiale e la clonazione, «schiuderanno prospettive vertiginose in cui ciascuno potrà decidere autonomamente di riprodursi e un giorno si arriverà forse all’ermafroditismo universale». Un auspicio già avanzato in Italia da Umberto Veronesi, di cui ho ampiamente trattato in Unisex.
Questa visione distopica coincide in pieno con quanto immaginato dal romanziere e saggista Aldous Huxley nel 1932 nel suo Mondo nuovo di cui ho ampiamente trattato nei miei saggi: le future generazioni nasceranno in fabbriche all’interno di uteri artificiali e il sesso sarà svincolato dall’amore e da una relazione sentimentale stabile.
Attali è infatti un sostenitore del “poliamore” che viene definisce «la punta più avanzata delle società sviluppate»: in Amori. Storia del rapporto uomo donna del 2007 prevedeva che la monogamia sarebbe diventata un “anacronismo”. Da qui la poligamia e di conseguenza la poligenitorialità.
In Lessico per il futuro, alla voce “matrimonio”, scriveva: «L’apologia dell’autenticità porterà alla scomparsa della fedeltà come dovere e dell’infedeltà come colpa. Ognuno avrà il diritto di amare più persone alla volta, in modo aperto e trasparente. Ognuno avrà il diritto di formare contemporaneamente più coppie. Poligamia e poliandria torneranno a essere la regola»; alla voce “nascita”, invece «Ogni essere umano diverrà allora un essere senza padre né madre, senza antenati né discendenti, senza radici né posterità, nomade assoluto». Per guadagnarsi invece una forma di immortalità, in futuro «Ognuno […] perpetuerà la propria esistenza grazie ai cloni genetici che potranno replicarsi gli uni agli altri».
Nel 2006 in Breve storia del futuro, Attali sosteneva che nei prossimi cinquant’anni i costumi cambieranno e anche la morale: quello che prima non era accettato lo sarà serenamente in futuro perché i nostri parametri di giudizio saranno diversi (e qua si potrebbe innestare un interessante parallelo sul Principio della rana bollita di Chomsky e la Finestra di Overton). Non deve quindi stupire se ancora in Lessico per il futuro Attali si spingerà a immaginare che un uomo potrà in futuro diventare madre, ovvero dare alla luce un bambino da solo, «portando l’embrione nel proprio ventre o facendo sviluppare in un utero non umano».
A 18 anni di distanza dalla pubblicazione di Lessico per il futuro, nell’aprile di quest’anno, su «Nature Communications» è stato annunciato che un gruppo di ricercatori americani dell’Istituto di ricerca del Children’s Hospital di Philadelphia ha costruito un utero artificiale, chiamato “biobag” in cui sono stati fatti crescere con successo alcuni agnellini nati prematuri: un piccolo passo per arrivare alla costruzione di uteri artificiali per aiutare i bambini nati prematuri. Lo scopo è realmente questo?
Che l’obiettivo sia un altro lo spiegano quei bioeticisti che spingono affinché la ricerca possa introdurre l’ectogenesi in un futuro prossimo liberando di fatto la donna dal dominio della natura.
L’impressione è che si stia andando verso un orizzonte post-umano, passando per la creazione dell’uomo OGM: un uomo geneticamente modificato. Siamo cioè nel campo del Transumanesimo, un progetto dai connotati demiurgici, che predica l’avvento di un futuro in cui l’uomo potrà finalmente essere libero dalle sue catene biologiche.
Un futuro distopico che vedrà anche l’alba di un “uomo nuovo”, perfetto cittadino del mondo che verrà e che i signori della finanza sognano di costruire.
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