Fonte: http://charleshughsmith.blogspot.com

https://comedonchisciotte.org/

8 giugno 2018

 

Le tre crisi che sincronizzeranno un collasso globale entro il 2025

di Charles Hugh Smith

 

Avremo una dinamica globale sincronizzata, ma non sarà di “crescita” e stabilità, bensì di decrescita ed instabilità.

 

Per comprendere il tracollo globale sincronizzato che è in vista per il periodo 2021-2025, dobbiamo prima stabilire la relazione che intercorre tra “denaro” ed energia: il “denaro” non è altro che una rivendicazione sulla futura energia. Se non c’è energia disponibile per alimentare l’economia globale, il “denaro” avrà scarso valore.

Gli economisti convenzionali ci assicurano che l’energia è ora una piccola parte dell’economia globale, quindi le fluttuazioni dei suoi prezzi avranno un effetto limitato sulla prosperità globale. Cosa rimane però della prosperità globale quando l’energia non riesce ad incontrare la domanda attuale al prezzo che i consumatori possono permettersi?

L’attuale “comprensione economica” dell’energia e del “denaro” è un reperto di un periodo unico, in cui i combustibili fossili erano economici ed abbondanti. In economia, è quasi un atto di fede credere che l’energia diverrà sempre più abbondante ed a prezzo sempre meno caro, sol perché la polverina della tecnologia è irreversibile. Quando tra molti decenni i combustibili fossili scarseggeranno, avremo tutti generatori di fusione a freddo, o micro-centrali nucleari, o elettricità quasi gratuita dai pannelli solari, e così via.

 

Sono ovviamente un mucchio di balle. Sostituire i combustibili fossili richiede decenni e decine di migliaia di miliardi di dollari d’investimento. In altre parole, lo sviluppo energetico è una dinamica finanziaria. La tecnologia è solo il primo piccolo pezzo di un puzzle ben più grande.

 

La cosa diventa molto più chiara quando pensiamo che il miracoloso fracking ha provocato perdite per 250 miliardi di dollari.

 

Quel che intendo dire è che i profitti non sono garantiti in alcun settore dove si richiedano trilioni di nuovi investimenti per ottenere un rendimento positivo. Il cimitero finanziario è pieno di carcasse di costose tecnologie energetiche che avrebbero dovuto “salvare la civiltà industriale” con qualche nuova fonte pulita essenzialmente illimitata.

 

Gli economisti convenzionali tendono anche a trascurare l’impatto dell’aumento del consumo interno delle nazioni esportatrici di petrolio. Quando la domanda interna aumenta assieme a popolazione e prosperità, accade una cosa divertente; la nazione esportatrice potrebbe sì pompare la stessa quantità di petrolio, ma esportandone molto meno.

 

Poi c’è la balla che i governi non possono fallire perché possono sempre stampare tutti i soldi di cui hanno bisogno. Il Venezuela ne è una dimostrazione, giusto? Oops, scusate.

Non si può stampare più petrolio. Si possono stampare più rivendicazioni future sul petrolio (cioè “denaro”), ma l’unico risultato che si ottiene è svalutare l’esistente stock di “denaro”. Più “denaro” stampi più questo perde il proprio potere d’acquisto.

L’inflazione ha una caratteristica peculiare: stampare più “soldi” non risolve il calo del potere d’acquisto dovuto all’inflazione, bensì lo accelera. Il mainstream si è abituato alla fantasia che tutte le difficoltà finanziarie possano essere risolte dalle banche centrali creando più credito/”denaro”. Quando però entra in gioco l’inflazione negli elementi essenziali del mondo reale, come l’energia, l’espansione del “denaro” e del credito non risolve lo squilibrio tra domanda ed offerta – si svaluta solo il potere d’acquisto di tutto il “denaro” esistente, impoverendo chiunque lo possegga.

 

La terza crisi è la governance: in tutto il mondo, indipendentemente dall’ideologia, la qualità e la legittimità dei governi si stanno sgretolando. Le élite dominanti stanno facendo tutto il possibile per mantenere lo status quo intatto, ma le loro politiche stanno svuotando le varie economie ed indebolendo i paletti che sostenevano le società civili, ora sempre più fragili.

I tamponi finanziari, energetici e di governance cominceranno tutti a collassare, in un crollo globale sincronizzato nel periodo 2021-2025. Perché sincronizzato? Perché i mercati finanziari ed energetici globali sono un sistema unico. Una volta che i freni del sistema crollano, chiunque dipenda dal commercio, dalla finanza globale e dall’energia collasserà, in un effetto domino che inizierà con le nazioni periferiche più deboli. Nessun paese od impero sarà immune, dato che tutte le maggiori potenze si basano su “denaro” con valore fantasma ed energia che non può essere stampata dalle banche centrali.

 

Ecco il mio diagramma su come tali tamponi, sotto la falsa facciata della “prosperità senza fine”, si stiano in realtà indebolendo:

Il “denaro” del Venezuela esemplifica il futuro di tutte le “monete”, tra cui l’euro, lo yen, lo yuan/renminbi ed il dollaro americano. Non c’è nulla di intrinsecamente permanente o prezioso nel “denaro” stampato dalle banche centrali o dai governi; non è altro che rivendicazioni su una diminuzione dell’offerta di futura energia.

Avremo una dinamica globale sincronizzata, ma non sarà di “crescita” e stabilità, bensì di decrescita ed instabilità. Le dure realtà dell’energia, del “denaro” e del malgoverno si ripresenteranno, e la tecnologia e le banche centrali stampa-soldi non ci salveranno.

 


Link: http://charleshughsmith.blogspot.com/2018/06/the-three-crises-that-will-synchronize.html

 

top