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sabato 3 febbraio 2018

 

La verità di al-Sisi: “L’Italia è rimasta al fianco dell’Egitto”.

di Riccardo Noury

Amnesty International 

 

Quanta amarezza nell’ascoltare quelle parole, pronunciate proprio alla vigilia del 3 febbraio: il giorno del 2016 in cui venne ritrovato il corpo di Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio, orrendamente torturato.

Quella frase è stata detta dal presidente egiziano al-Sisi durante la festosa cerimonia di avvio della produzione del giacimento di gas di Zohr, il 31 gennaio, alla presenza dell’ambasciatore italiano al Cairo Cantini e dell’amministratore delegato dell’Eni Descalzi.

Quell’affermazione ha confermato definitivamente, se mai ve ne fossero dubbi, che i rapporti tra Italia ed Egitto ora eccellenti non si sono mai completamente deteriorati neanche nel periodo di assenza dell’ambasciatore (nella foto, l’incontro tra al-Sisi e il ministro dell’Interno Minniti dello scorso dicembre, due mesi dopo il ritorno dell’ambasciatore).

Con tanto di condoglianze alla famiglia Regeni, il presidente al-Sisi ha aggiunto beffardamente: “Non smetteremo di cercare i criminali che hanno fatto questo”.

Naturalmente, nessuno nella circostanza ha chiesto “Perché, in questi due anni cosa avete fatto?”

Se, come non ha mancato di ripetere al-Sisi, Giulio è stato assassinato nel tentativo di “rovinare i rapporti con l’Italia” e “danneggiare l’Egitto”, perché non si sono velocemente cercati i responsabili di quel tentativo e invece sono state inventate versioni ridicole, offensive e tragiche (i cinque egiziani innocenti assassinati nel marzo 2016)?

Se in questi due anni al Cairo vi fosse stata davvero la volontà di “cercare i criminali” che hanno sequestrato, fatto sparire, torturato e assassinato Giulio Regeni, si sarebbe potuto dare un’occhiata all’interno degli apparati di sicurezza egiziani. Quelli, protetti dall’impunità, per le cui mani sono passati migliaia di egiziani (i “Giulio d’Egitto”).

Dal Cairo, dal presidente al-Sisi, ci aspettiamo un’ulteriore verità: i nomi, la catena di comando. Chi ha sequestrato Giulio, chi lo ha fatto sparire, chi lo ha torturato, chi lo ha assassinato. Chi ha ordinato e chi ha coperto questi crimini di diritto internazionale.

L’Italia, con questo governo e col prossimo, dovrà sollecitare quella verità con maggiore forza.

 

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