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17/6/18
Siamo lo 0,01% della vita sulla Terra, e la stiamo uccidendo
E’ ufficiale: siamo la peste della Terra. Lo si sapeva già, ma ad aggravare il quadro provvede una sconvolgente ricerca statistica: i 7,6 miliardi di umani rappresentano solo lo 0,01% di tutti gli esseri viventi. Eppure, dagli albori della civiltà, l’umanità ha provocato la scomparsa dell’83% di tutti i mammiferi selvatici e della metà delle piante viventi. Su tutto domina il bestiame destinato alle nostre tavole: il 60% dei mammiferi terrestri è ormai costituito da bovini e suini d’allevamento, mentre il pollame rappresenta il 70% degli uccelli viventi sul pianeta. Lo afferma il professor Ron Milo, del Weizmann Institute of Science di Israele, che ha diretto il lavoro, pubblicato negli atti del National Academy of Sciences. Questa ricerca, scrive Damian Carrington sul “Guardian”, è la prima stima completa sul peso percentuale esercitato da ciascuna classe di creature viventi. Lo studio ribalta i presupposti che finora ci avevano sempre accompagnato. In sintesi: dopo i batteri (il 13% del totale) la forma di vita più importante sono le piante: la vegetazione costituisce l’82% di tutta la materia vivente. Tutto il resto – insetti, funghi, pesci, specie terrestri – arriva appena al 5% della biomassa mondiale. Altra sorpresa: gli oceani ospitano solo 1% della vita sulla Terra. Il problema? L’uomo: stiamo divorando tutto, alla velocità della luce.
«Non avrei mai creduto che non esistesse ancora una valutazione completa e ufficiale di tutte le diverse componenti della biomassa», ammette il professor Milo. «Spero che questo studio permetta alla gente di prendere coscienza della vera prospettiva del ruolo tanto vessatorio che l’umanità sta giocando sulla Terra». Impressionante, ad esempio, l’impatto ambientale che ha il semplice consumo quotidiano di carne. La trasformazione del pianeta per effetto delle attività umane, ricorda il “Telegraph” in un articolo tradotto da “Come Don Chisciotte”, ha portato gli scienziati ad essere vicini a dichiarare una nuova era geologica: l’Antropocene. «Un segnale di questo cambiamento lo possiamo vedere nei resti delle ossa di pollo domestico, che ormai sono sparse per tutto il mondo ». Un quadro desolante: gli uccelli in libertà sono appena il 30%, mentre la quota di mammiferi selvatici si riduce ad appena il 4% (al 60% rappresentato dal bestiame, infatti, bisogna aggiungere i “mammiferi umani”, che sono il 36% del totale). Attenzione: «La distruzione dell’habitat selvaggio prodotta dall’agricoltura, dal disboscamento e dallo sviluppo (industriale) ha portato all’inizio di quella che molti scienziati considerano la sesta estinzione di massa della vita che si sta producendo nella storia della Terra da quattro miliardi di anni».
Si è valutato che circa la metà degli animali esistenti sulla Terra si sia estinta negli ultimi 50 anni, aggiunge il “Telegraph”, citando lo studio israeliano. Ma solo il confronto del risultato di queste nuove stime con quello che esisteva prima che gli umani diventassero contadini stanziali, e che poi cominciasse la rivoluzione industriale, rivela la vera portata di questo enorme declino. «E’ stata una sorpresa anche per gli scienziati rendersi conto che solo un sesto dei mammiferi selvatici sono sopravvissuti, dai topi agli elefanti. E dopo tre secoli di caccia alle balene sono rimasti, negli oceani, solo un quinto dei mammiferi marini». Da quando è cominciata la civiltà umana, si è estinto l’83% dei mammiferi selvatici, l’80% dei cetacei, il 50% delle piante e il 15% dei pesci. «È qualcosa di veramente sorprendente, la sproporzione del posto che occupa l’uomo sulla Terra», dice Milo. «Quando faccio un puzzle con le mie figlie, di solito trovo un elefante accanto a una giraffa e accanto un rinoceronte. Ma se provo a rendere più realistico il modo di guardare il mondo, dovrei trovare una mucca accanto a una mucca accanto a una mucca e poi accanto a un pollo».
Nonostante la supremazia assunta dall’umanità, in termini di peso, l’Homo Sapiens sulla Terra è ben piccola cosa. I virus, da soli, messi insieme hanno un peso percentuale combinato di tre volte superiore a quello degli esseri umani e così pure i vermi. I pesci sono 12 volte più delle persone e i funghi sono 200 volte di più. Le piante rappresentano l’82% di tutte le biomasse del pianeta – 7.500 volte di più degli esseri umani. Comparando il totale della massa degli umani – aggiunge il “Telegraph” – troviamo che i virus sono tre volte di più, i vermi sono tre volte di più, i pesci 12 volte di più e insetti, ragni e crostacei 17 volte di più. Ma l’impatto dell’uomo sul mondo della natura rimane immenso – insiste Milo – soprattutto per le nostre scelte alimentari, «che hanno un enorme effetto sull’habitat di animali, piante e altri organismi». Lo scienziato si augura che il pubblico prenda coscienza delle dimensioni, sconcertanti, del fenomeno: per esempio, cominciando a mangiare meno carne. Oggi non possiamo più fingere di non sapere. Paul Falkowski, della Rutgers University statunitense, conferma: quella di Milo «è la prima analisi completa sulla distribuzione della biomassa di tutti gli organismi viventi sulla terra, inclusi i virus». La sorpresa? Il virus di gran lunga più pericoloso, sulla Terra, siamo proprio noi.
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Fonte :https://www.theguardian.com
https://comedonchisciotte.org
11 giugno 2018
L’uomo è solo lo 0,01% degli esseri viventi, ma ha già distrutto l’83% dei mammiferi selvatici
di Damian Carrington
traduzione di Bosque Primario
E’ uscita una recente ricerca sulla vita sulla Terra, che può lasciarci senza fiato. Rivela quanto sia piccola la nostra umanità, ma quanto sia stato sproporzionatamente grande l’impatto che gli esseri umani hanno prodotto sulla terra.
Il 60% dei mammiferi ormai è costituito da bestiame di allevamento. Nella foto : Allevamento di bovini nel Mato Grosso, in Brasile (Daniel Beltra / Greenpeace) .
Questa valutazione sulla vita del pianeta, rivela, allo stesso tempo, quanto sia insignificante l’Umanità comparandola con il suo impatto esercitato nel grande schema della vita terrestre.
Secondo questo studio, i 7,6 miliardi di persone che oggi vivono nel mondo rappresentano solo lo 0,01% di tutti gli esseri viventi, malgrado ciò, dagli albori della sua civiltà, l’umanità ha provocato la scomparsa dell’83% di tutti i mammiferi selvatici e della metà delle piante viventi, mentre domina su tutto il bestiame che serve all’alimentazione degli umani.
Questa ricerca è la prima stima completa sul peso percentuale esercitato da ciascuna classe di creature viventi e ribalta certi presupposti che finora ci avevano sempre accompagnato. In sintesi i batteri sono una forma di vita veramente importante – il 13% del totale – ma le piante oscurano tutto il resto e rappresentano l’82% di tutta la materia vivente. Tutte le altre creature, dagli insetti ai funghi, ai pesci e agli animali, costituiscono solo il 5% della biomassa mondiale.
Altra sorpresa è che la brulicante vita negli oceani – quella raccontata da tante serie televisive, come Blue Planet II della BBC – rappresenta solo l’1% di tutte le biomasse. La stragrande maggioranza della vita si svolge sulla terra e una parte molto importante di questa vita – un ottavo – è formata dai batteri che vivono sepolti in profondità sottoterra.
“Non avrei mai creduto che non esistesse ancora una valutazione completa e ufficiale di tutte le diverse componenti della biomassa”, ha affermato il Prof. Ron Milo, del Weizmann Institute of Science di Israele, che ha diretto il lavoro, pubblicato negli atti del National Academy of Sciences.
“Spero che questo studio permetta alla gente di prendere coscienza sulla vera prospettiva del ruolo tanto vessatorio che l’umanità sta giocando sulla Terra” – ed ha anche aggiunto di aver scelto di mangiare meno carne a causa dell’enorme impatto ambientale prodotto dall’allevamento del bestiame.
La biomassa totale della razza umana rappresenta solo lo 0,01% della vita sulla Terra
Tutta la vita sulla Terra è composta per l’82% da piante, dal 13% di batteri, dal 5% da altri tipi di vita, (Gli umani arrivano appena allo 0,01% della biomassa totale della Terra) e ci si è resi conto che l’86% della vita si è manifestata sulla terra, l’1% negli oceani ed il 13% è composto da batteri che vivono sotto la superficie terrestre, in profondità.
La trasformazione del pianeta per effetto delle attività umane ha portato gli scienziati ad essere vicini a dichiarare una nuova era geologica: l’ Anthropocene. Un segnale di questo cambiamento lo possiamo vedere nei resti delle ossa di pollo domestico, che ormai sono sparse per tutto il mondo.
La ricerca rivela che il pollame allevato oggi rappresenta il 70% di tutti gli uccelli del pianeta, e che, quindi, solo il 30% degli uccelli sono ancora selvatici ed il quadro diventa ancor più desolante se guardiamo ai mammiferi: il 60% di tutti i mammiferi sulla Terra sono animali, per lo più bovini e suini, il 36% sono umani e solo il 4% sono animali selvatici.
“Questo è piuttosto sconcertante” – ha detto Milo – “perché nei documentari sugli animali selvatici, vediamo stormi di uccelli, di ogni tipo, in grande quantità, e poi quando invece siamo andati a fare una vera analisi completa, abbiamo scoperto che gli uccelli addomesticati sono molto di più di quelli che vivono liberi”.
Di tutti i mammiferi sulla Terra, il 96% sono bestie di allevamento e da gli umani, mentre solo il 4% da animali selvatici:
- Il 60% sono bestiame
- Il 36% sono umani
- Il 4% sono mammiferi selvatici
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- Il 70% degli uccelli sono polli ed altri volatili di allevamento
- Il 30% sono uccelli selvatici
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La distruzione dell’habitat selvaggio prodotta dall’agricoltura, dal disboscamento e dallo sviluppo (industriale) ha portato all’inizio di quella che molti scienziati considerano la sesta estinzione di massa della vita che si sta producendo nella storia della Terra da quattro miliardi di anni. Si è valutato che circa la metà degli animali esistenti sulla Terra si sia estinta negli ultimi 50 anni.
Ma solo il confronto del risultato di queste nuove stime con quello che esisteva prima che gli umani diventassero contadini stanziali e che poi cominciasse la rivoluzione industriale, rivela la vera portata di questo enorme declino. E’ stata una sorpresa anche per gli scienziati rendersi conto che solo un sesto dei mammiferi selvatici sono sopravvissuti, dai topi agli elefanti. E dopo tre secoli di caccia alle balene sono rimasti, negli oceani, solo un quinto dei mammiferi marini.
Da quando è cominciata la civiltà umana, è scomparso l’83% dei mammiferi selvatici
- Si è estinto l’ 83% dei mammiferi selvatici
- Si è estinto l’80% dei mammiferi marini
- Si è estinto l’50% delle piante
- Si è estinto il 15% dei pesci
“È qualcosa di veramente sorprendente, la sproporzione del posto che occupa l’Uomo sulla Terra” – ha detto Milo – “Quando faccio un puzzle con le mie figlie, di solito trovo un elefante accanto a una giraffa e accanto un rinoceronte. Ma se provo a rendere più realistico il modo di guardare il mondo, dovrei trovare una mucca accanto a una mucca accanto a una mucca e poi accanto a un pollo.”
Nonostante la supremazia assunta dall’umanità, in termini di peso, l’Homo sapiens sulla terra è ben piccola cosa. I virus, da soli, messi insieme hanno un peso percentuale combinato di tre volte superiore a quello degli esseri umani e così pure i vermi. I pesci sono 12 volte più delle persone e i funghi sono 200 volte di più.
Le piante rappresentano l’82% di tutte le biomasse del pianeta – 7.500 volte di più degli esseri umani
Comparando il totale della massa degli umani troviamo che i virus sono tre volte di più, i vermi sono tre volte di più, i pesci 12 volte di più e insetti, ragni e crostacei 17 volte di più. Ma l’ impatto dell’uomo sul mondo della natura rimane immenso – ha detto Milo – particolarmente per le scelte alimentari: “Le nostre scelte alimentari hanno un enorme effetto sull’ habitat di animali, piante e altri organismi”.
“Spero che la gente prenda questo [lavoro] come uno strumento per guardare più realisticamente al mondo ed ai propri consumi” – ha detto – “Io non sono diventato vegetariano, ma per me l’impatto ambientale è entrato nel mio processo decisionale quando devo scegliere: che conviene – carne, pollo o tofu?”
I ricercatori hanno effettuato una stima sulla biomassa, mettendo insieme dati di centinaia di studi, che spesso hanno utilizzato tecniche moderne, come il telerilevamento satellitare che può scannerizzare grandi aree e rilevare il sequenziamento del DNA e che possono svelare la miriade di organismi che vivono nel mondo microscopico.
Hanno cominciato prendendo in esame la biomassa di una classe di organismi e poi hanno determinato in quali ambienti quel certo tipo di vita avrebbe potuto vivere in altre parti del mondo per creare un totale globale. Si è usato il carbonio come misura chiave e trovato che tutta la vita contiene 550 miliardi di tonnellate di questo elemento. I ricercatori, pur riconoscendo alcune sostanziali incertezze su certe stime, specialmente sui batteri che vivono nel substrato profondo della terra, sono convinti che il loro lavoro possa offrire una panoramica utile a molti.
Paul Falkowski, della Rutgers University, USA, che non ha partecipato alla ricerca, ha dichiarato: “Lo studio è, per quanto ne so, la prima analisi completa sulla distribuzione della biomassa di tutti gli organismi viventi sulla terra, inclusi i virus.”
“Ci sono due aspetti importanti messi in evidenza da questo studio: per prima cosa, gli umani sono estremamente efficienti nello sfruttamento delle risorse naturali ed hanno abbattuto, e in alcuni casi eliminato, i mammiferi selvatici per usarli come cibo o per piacere in quasi tutti i continenti. In secondo luogo, la biomassa delle piante terrestri domina in modo schiacciante su tutta la scala globale – e la maggior parte di queste biomasse si presenta sotto forma di piante”.
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Link : https://www.theguardian.com/environment/2-018/may/21/human-race-just-001-of-all-life-but-has-destroyed-over-80-of-wild-mammals-study
21.04.2018 |