Originale: Asia Times

http://znetitaly.altervista.org

22 settembre  2018

 

La lotta per una migliore istruzione universitaria è globale

di Vijay Prashad

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Uno slogan decorava le pareti della Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, a Parigi, Francia: “Il disordine naturale dei giovani.” Un altro annunciava: “Non piangete per il ’68, Organizzate il 2018.”

Ero andato a Parigi per unirmi alle rievocazioni per il 50° anniversario degli avvenimenti del 1968 – l’insurrezione di studenti e lavoratori che faceva parte di un’impennata globale che andava dal Messico al Pakistan. Françoise Vergès, una studiosa dell’Isola della Riunione, e io, dovevamo parlare di mattina. Si è saputo che gli studenti di Parigi erano in sciopero, lottando per la loro vita per proteggere l’istruzione e costruire una società migliore. Hanno insistito che facessimo la nostra conversazione per loro – negli edifici che occupavano, e così abbiamo fatto.

Da qualche parte nei vecchi edifici delle università di Parigi, arrivava il suono dello slogan del 1968: In piedi, dannati dell’università (Debut les damnés de l’Université)

Ciò per cui combattevano gli studenti del 1968, lo stanno combattendo gli studenti del 2018, e anche per altro.

Nel 1968, gli studenti francesi hanno detto che non avrebbero scambiato la morte per fame con la morte per noia, indicando che la fame era una cosa del passato e la noia il loro destino nel presente. Oggi, però, la fame ritorna. Gli studenti non solo soltanto frustrati per la mancanza di occasioni che hanno davanti, dopo essersi laureati, ma – sepolti dal debito – non sono neanche più in grado di mangiare o di trovare un rifugio. Gli studenti dal Sudamerica all’Asia Orientale vivono in condizioni di quasi povertà, prendendo a prestito i soldi per pagare le tasse e lavorando a ore impossibili per coprire le spese per mantenersi.

E’ duro essere uno studente universitario in questi giorni. La finanza pubblica si è ridotta, le università di proprietà dello stato sono sotto pressione per aumentare le  tasse, tagliare i benefici e aprire sezioni dei loro campus all’impresa privata. Il declino dell’università gestite dallo stato ha permesso la comparsa di college privati che chiedono rette elevate in cambio di una vita migliore. Frederick Brookd De’Poet, del Ghana, scrive a riguardo a questa condizione in parecchie delle sue poesie dedicate allo studente disoccupato:

E’ disoccupato.

Ed  è  senza libertà…

E’ il laureato disoccupato

L’uomo i cui quattro anni sono stati sprecati per una scuola inutile.

“Sprecati” è una parola forte. Molti studenti si sentono vicini al protagonista della poesia. Altri, però, vogliono di più. Sono scesi nelle strade per difendere l’istruzione pubblica e chiedere un maggiore impegno sia per l’istruzione pubblica che per la società umana. Poche delle loro proteste vengono riportate sui media mondiali che sembra guardare agli studenti in fermento e storcessero il naso dicendo: le vostre proteste non sono serie. Sono invece, alcune delle mobilitazioni più importanti del pianeta.

Di recente gli studenti sono scesi nelle strade di Bogotà e di Città del Messico. Non avete sentito parlare di queste dimostrazioni. In Messico, gli studenti si sono mesi il nastro adesivo sulla bocca per protestare contro due silenzi: il silenzio per l’uccisione

di 300/400 studenti attivisti nella Piazza delle Tre Culture (nel quartiere di Tlatelolco   a Città del Messico) e il silenzio per la scomparsa, nel 2014, di 43 studenti del Escuela Normal Rural di Ayotzinapa (avvenuta a Iguala, nello stato di Guerrero, in Messico). “In Messico, essere uno studente è più pericoloso che essere un criminale,” era lo slogan che scandivano.

In Colombia, 40,000 studenti hanno protestato per la cancellazione di un programma (Ser Pilo Paga, Pays to Be Smart) che portava gli studenti dalle zone rurali all’’università che sceglievano. I docenti si sono uniti a loro  e hanno fatto la loro dimostrazione contro lo sventramento dei finanziamenti per l’istruzione superiore pubblica.

Le proteste per questo problema,  percorrono i bordi del Sud America, dall’Argentina al Cile.

Laureati discoccupati

E’ diventato un cliché dei nostri tempi. I governi, sotto la pressione dei banchieri, hanno tagliato i bilanci delle istituzioni che si occupano dell’istruzione superiore, le quali hanno poi messo il peso sulle spalle di studenti già impoveriti. Il progetto di istruzione  superiore come grande strumento di mobilità sociale, non è più in vigore, né lo è l’ipotesi che una laurea vi darà una vita migliore.

Oggi, l’istruzione sarebbe irriconoscibile per persone come John Dewey e Nadezhda  Krupskaya, teorici dell’apprendimento per il bene comune. Dalle loro prospettive molto diverse – il Pragmatismo per Dewey e il Marxismo per la Krupskaya – sono stati uniti nella speranza che l’istruzione avrebbe migliorato la vita degli esseri umani.

Quello era lo scopo, non creare lavoratori migliori per i tentacoli raggrinziti del capitalismo.

In tutto il sud globale, gli studenti che hanno una laurea per decenni si sono organizzati in piattaforme per protestare contro la loro disoccupazione. Questi gruppi hanno variazioni sulla stessa denominazione: Sindacato dei laureati disoccupati (Tunisia), Associazione Nazionale dei Laureati disoccupati (Nigeria), Unione degli Studenti laureati disoccupati (Sri Lanka) e Coalizione dei Laureati Disoccupati (Zimbabwe). Questi studenti militanti trasformano la loro desolazione in un fatto politico. Non per la  loro insicurezza. Sanno che la loro disoccupazione è al di là di loro.

In Algeria, ho imparato la parola hittiste, hit (muro), che si riferisce ai giovanotti che durante il giorno stanno appoggiati a un muro, e molti di loro hanno una laurea in tasca. Non c’è, semplicemente, lavoro per loro, il che significa che non hanno modo di ripagare il debito che ha finanziato la loro istruzione.

Passione per l’istruzione 

A  Santiago, Cile, nel 2011, gli studenti esponevano un cartello che riconosceva le loro idee riguardo all’istruzione: Passione per l’Istruzione. Questi giorni, però, è difficile per gli studenti studiare con passione, terrorizzati come sono dalla motivazione di fare della loro istruzione universitaria una strada verso un impiego che non esiste.

La politica di governo, manipolata dalla Banca Mondiale e dai gruppi di esperti finanziati dalle grosse aziende, cerca di rendere l’istruzione una faccenda arida, attitudinale e professionale con scarso riguardo per lo sviluppo degli esseri umani. La paura del debito e della disoccupazione spinge gli studenti verso aree di studio che, come viene loro detto, produrranno impieghi redditizi che sono sempre meno disponibili.

I governi, prevaricati dalla Banca Mondiale e da queste istituzioni, hanno deluso i loro cittadini. Possono soltanto immaginare un mondo dove l’istruzione è subordinata al mondo dei lavori.

Che cosa significa in questo nostro tempo, essere giovani e speranzosi? Dove possono, i giovani, parlare di idee e immaginare mondi migliori? Gli spazi pubblici sono stati sempre più rilevati dalle grosse aziende mentre i college sono stati trasformati in job factories. * Questo è un recinto per la mente, il soffocamento dell’umanità. Bisogna lottare per avere più college, più immaginazione – il disordine naturale della gioventù, il desiderio per un mondo senza carenze.

Questo pezzo è dedicato a Miranda Mendoza Flores, di 18 anni, che è stata sequestrata mentre andava al Colegio de Ciencia y Humanidades di Plantel Oriente, nella città di  La Paz, in Messico, il 21 agosto 2018. Il suo corpo è stato trovato sulla strada  Messico- Cuautla, bruciato. La sua morte fa parte dei continui femminicidi che avvengono in Messico.  La sua morte fa parte della guerra contro gli studenti del Messico. Fa parte della guerra contro i giovani. Un altro fiore schiacciato che era pronto a fiorire.

 

Questo articolo è stato prodotto  da Globetrotter, un progetto (Istituto per i media indipendenti)- Independent Media Institute,che lo fatto avere  ad Asia Times.

https://www.studentville.it/divertirsi/campus-party-2018-scopri-il-reverse-mentoring-e-la-job-factory

 

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-fight-for-better-university-education-is-global


 

La Prensa 

lunes 3 de septiembre
de 2018

 

Secuestran y asesinan a Miranda Mendoza, estudiante del CCH Oriente 

 

La Prensa en Línea

 

Una joven de tan solo 18 años de edad, estudiante del Colegio de Ciencias y Humanidades plantel Oriente, fue secuestrada y asesinada entre el 20 y 21 de agosto pasados, luego de que la familia no podía pagar los 5 millones de pesos que pedían los delincuentes por el rescate.

 

 

El pasado 20 de agosto, Miranda Mendoza Flores salió del CCH Oriente ubicado en Periférico Oriente para dirigirse a su domicilio en Los Reyes, La Paz, Edomex, fue en ese momento fue plagiada.

 

Pasaron varias horas y la joven no llegaba a casa; la familia recibió una llamada por parte de los secuestradores, quienes pedían 5 millones de pesos para entregar a Miranda con vida, pero fue una cantidad que los familiares nunca pudieron conseguir. Cabe destacar que fue la única vez que se comunicaron.

 

Al día siguiente, elementos de la Policía Federal halló el cuerpo de una mujer desnuda y calcinada en el municipio de Cocotitlán, a la altura del bar “La Gema”; tras las diligencias correspondientes, se tomó conocimiento de que el cadáver se trataba de la joven Miranda.

Por su parte, autoridades de la UNAM emitieron un comunicado en el que envía sus condolencias a la familia y amigos de la joven, además de que demanda a las autoridades responsables que esclarezcan el hecho y se castigue a los responsables.

 

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CCH UNAM@CCHUNAM

20:32 - 2 sept. 2018

El Colegio de Ciencias y Humanidades informa sobre el secuestro y asesinato de Miranda Mendoza Flores:

 

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