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25 ottobre 2017
Erdogan pronto ad attaccare i curdi ad Afrin. In barba al diritto internazionale
di Shorsh Surme
Mentre i curdi del Kurdistan dell’Iraq stanno difendendo il loro territorio dalle milizie sciite Ashd al-Shabi, che a ben guardare sono peggio dell’Isis, il sultano turco Recep Tayyip Erdogan ieri ha dichiarato di essere pronto a invadere la provincia curda di Afrin, nel Kurdistan Siriano (Rojava).
Infatti, rivolgendosi al suo gruppo parlamentare (Akp) ha affermato che “Ora dobbiamo risolvere il problema di Afrin”. Si sa che Afrin è uno dei tre cantoni di Rojava, sotto la guida curda dell’Unità di Protezione del Popolo (Ypg).
L’esercito turco due mesi fa era entrato nella città Idilb violando il diritto internazionale, quel diritto per il quale nel 1990 si misero insieme giustamente più di 33 paesi dell’occidente e non solo contro Saddam Hussein per l’occupazione del Kuwait… invece ora tutto tace.
Con questa mossa di Erdogan verrà chiuso il valico di Khabur, tra Iraq e Siria, così sia il Rojava che la Regione del Kurdistan dell’Iraq saranno tagliati fuori dal mondo.
Nel frattempo il governo turco ha espresso il proprio sostegno all’esercito iracheno, iraniano e alle milizie sciite per l’attacco al Kurdistan e in particolare alla città di Kirkuk, nota per i suoi giacimenti petroliferi. Il problema della città di Kirkuk non è nuovo. Tutti i governi che si sono succeduti in Iraq hanno considerato Kirkuk una città araba, dopo che il regime di Saddam arabizzò la città importando con la forza gli arabi delle paludi del sud dell’Iraq e deportando o costringendo la popolazione curda ad abbandonare la propria città. Cosi il regime cercava di dimostrare che la città di Kirkuk non era una città curda e che non faceva parte dal territorio del Kurdistan.
A proposito di questo oggi il primo ministro iracheno Hayder al-Abadi è arrivato in Turchia per una visita ufficiale e discutere con Erdogan come reprimere la popolazione curda.
Non dimentichiamo che i curdi prima di lottare per la loro libertà hanno combattuto sempre per la democratizzazione dei paesi dove vivevano, e questo è stato il punto che scatenato i massacri e i genocidi nei loro confronti.