http://www.globalist.it/ 3 maggio 2017
Si celebra oggi il World press day: tra libertà di stampa, interferenze e repressione
Una giornata per celebrare una libertà che ancora non esiste per i giornalisti nel mondo. In Turchia 203 professionisti sono ancora detenuti.
Si celebra oggi, 3 maggio, la Giornata mondiale della stampa libera. Come tutte le giornate mondiali, si celebra qualcosa che ancora si vuole raggiungere, qualcosa che manca o che esiste solo a metà. Quest’anno l’Italia festeggia una scalata alla classifica della libertà d’informazione, passando dal 77esimo e l 52esimo posto nel rapporto di Reporter sans frontieres, ma da fare c’è ancora molto, considerando tra l’altro la questione del precariato tra i giornalisti e quella delle concentrazioni editoriali. Un lavoro dove le interferenze sono la regola. Anche se sembrano invisibili. E la situazione nel mondo non è certe rosea. Basti pensare all’ultima vicenda che ha legato la Turchia al reporter italiano Gabriele del Grande, insieme ai centinaia di giornalisti che nel sultanato di Erdogan sono reclusi. Dove 203 tra professionisti dei media, vignettisti, scrittori e documentaristi sono detenuti, 103 ricercati, 16 a piede libero in attesa di giudizio; 150 i mezzi della carta stampata o radiotelevisivi, agenzie, siti sequestrati o costretti a chiudere. Il tutto in quadro repressivo abnorme. In questa Giornata mondiale, istituita dalle Nazioni Unite nel 1993, dobbiamo ricordare che in molte zone del mondo testate indipendenti, giornalisti ed operatori dell’informazione sono a rischio anche fisico e il carcere è la pratica consueta e crudele dell’amputazione di un diritto fondamentale. Quest’anno le celebrazioni per la giornata si terranno a Jakarta, in Indonesia. Human Rights Watch denuncia la crescente violenza contro i giornalisti in questo paese: 78 i casi di attacchi contro i giornalisti nel 2016, anche da parte delle forze di sicurezza statali. Il tema della giornata per la libertà di stampa 2017 è “Menti critiche per tempi critici: il ruolo dei media per promuovere società pacifiche, giuste ed inclusive”. La libertà di stampa è un corollario del diritto fondamentale alla libertà di espressione, nei confronti del quale è doveroso fare una considerazione decisiva: la libera espressione è un prerequisito fondamentale per tutti gli altri diritti umani. Una stampa libera garantisce ai cittadini di essere ben informati, e dunque di fare scelte consapevoli e di protestare consapevolmente quando un diritto fondamentale viene violato. Garantisce la trasparenza ed obbliga persone ed enti pubblici ad essere responsabili delle proprie azioni di fronte ad una comunità informata. Intanto in Italia anche dal Miur, dal sottosegretario Angela D’Onghia, arrivano parole dedicate alla libera informazione: “Il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e di informare ed essere informati, rappresentano le fondamenta di ogni democrazia. “Sono sempre più numerosi i giornalisti che subiscono pressioni o perdono la vita a causa del loro lavoro”, prosegue la senatrice. “Eppure è di questi giorni la notizia del balzo in avanti del nostro Paese, di ben 25 posizioni, nella classifica della libertà di stampa di ‘Reporters sans Frontieres’.
"E’ importante allora fare fronte comune a livello internazionale per difendere l’indipendenza degli organi di informazione, prosegue D’Onghia, perché quell’indipendenza appartiene a tutti noi. La libertà di stampa è un requisito essenziale per una società libera e senza timori di rappresaglie. Per questo è importante rinnovare il nostro impegno per scongiurare quelle situazioni che rimangono spesso impunite e che vedono i giornalisti vittime di minacce, intimidazioni e talvolta anche di detenzioni arbitrarie”. “Assicurare la libertà di espressione”, conclude la sottosegretaria D’Onghia, “significa consentire a tutti di difendere le proprie idee e quelle degli altri senza essere messi a tacere perché scomodi. Non dimentichiamo che lo sviluppo sociale è strettamente legato alla libertà di pensiero che pertanto va difesa per garantire un diritto insopprimibile dei cittadini”.
|