Noi per primi non possiamo tacere.
globalist.it - 26 marzo 2017 - Si chiamava Miroslava Breach una giornalista coraggiosa che si occupava di diritti civili e che spesso aveva puntato il dito contro i signori del narcotraffico a Chihuahua, nel Messico. I killer l'hanno aspettata fuori la scuola dove era andata a prendere il figlio e l'hanno uccisa davanti al bambino sparandole 8 colpi. Nei giorni precedenti erano stati assassinati in Messico Ricardo Monlui e Cecilio Pineda. Altri due giornalisti scomodi ai poteri criminali messicani. Proteste, giorni di lutto. Ma alla fine i poteri criminali e della politica corrotta e complice trionfano. Molti messicani hanno protestato: Ni uno más. Basta con la mattanza dei giornalisti nel Messico. E non solo nel Messico. Guarda i video: agoravox.it - sabato 25 marzo 2017 - Doriana Goracci - #NoMasPeriodistasAsesinados "Mai Più Giornalisti Uccisi" è una protesta, l'ennesima, che ci sarà oggi, sabato 25 marzo in Messico per i giornalisti assassinati Cecilio Pineda, Ricardo Monlui, Miroslava Breach: TRE in meno di un mese... Secondo l'Ufficio del Procuratore per i crimini contro la libertà di espressione (FEADLE) in poco più di sei anni, dal luglio 2010 al dicembre 2016 sono stati registrati 31,798 attacchi contro i giornalisti. Delle 798 denunce, riportano esiti di successo una nel 2012 e due nel 2016: il 99,7% delle aggressioni non è stato condannato. Delle 798 denunce di aggressioni contro i giornalisti, il FEADLE ha riferito che solo 107 hanno portato al presunto autore davanti ad un giudice. Cioè, il 13% dei casi,il resto rimane impunito. Ricordo il libro Ni vivos ni muertos, del giornalista italiano residente da anni in Messico, Federico Mastrogiovanni, che ci informa delle oltre 30.000 persone scomparse dal 2006 a oggi:"Desaparecidos dei quali non si sa più niente, a volte ritrovati morti e orribilmente mutilati, a volte mai denunciati come scomparsi e sistematicamente mai cercati dalle autorità pubbliche... La sparizione forzata non è un fatto casuale, ma costituisce una vera strategia del terrore diffusa su tutto il territorio, della quale sono a vario titolo responsabili istituzioni corrotte, crimine organizzato e aziende multinazionali". E' anche vero che nel 2016, su 48 cronisti uccisi nel mondo, 26 sono rimasti vittime di combattimenti in Medio Oriente e lo stesso vale per il numero dei reporter in carcere, in tutto 259. Dei 48 reporter uccisi nel 2016 (1.228 il totale dal 1992), il 75% seguiva le guerre, il 38% si occupava di politica e il 19% di corruzione. Per la prima volta da quando il CPJ ha cominciato a tenere le statistiche, oltre la metà sono caduti durante scontri in Siria, Iraq, Yemen e Afghanistan. articolo21.org -10 febbraio 2016 - Continua in Messico la strage di giornalisti. L’ultima vittima è Anabel Flores Salazar, 32 anni, freelance del quotidiano El Sol de Orizaba. Era una cronista pura: si occupava di omicidi e nera locale. Lascia due bambini, uno di pochi mesi, l’altro di quattro anni. Dal 2000 a oggi i cronisti uccisi a Veracruz sono stati sedici, dieci dei quali negli ultimi cinque anni. Anabel era stata rapita due giorni fa in casa da un gruppo di uomini armati. Il corpo è stato trovato oggi ai margini di un’autostrada nello stato di Puebla. La giornalista aveva le mani legate ed era seminuda. E’ la sedicesima vittima sotto l’amministrazione di Javier Duarte. Veracruz è teatro di una strage contro l’informazione. Anabel era e madre di un neonato e di un bambino piccolo. Le autorità stanno indagando su una gang, perché nell’agosto del 2004 la reporter si trovava insieme a un membro del gruppo criminale nel momento in cui era stato arrestato. Secondo il ‘Comitato per la protezione dei giornalisti’, “il governatore di Veracruz, Javier Duarte de Ochoa, ha alle spalle una triste storia di impunità ed è stato incapace, e poco disposto, a perseguire i delitti contro la stampa”, ha precisato il coordinatore Carlos Lauria. E’ il secondo reporter messicano ucciso quest’anno. Nel 2015 sono stati dieci.
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