http://katehon.com/it 11.01.2017
Il 2017 sarà l'anno della Russia?
Circa due settimana fa sul Washington Post è apparso un interessantissimo articolo a firma Ana Swanson intitolato “Il mondo di oggi assomiglia tanto a quello precedente la Prima Guerra Mondiale”. Ovviamente nessuno potrà mai augurarsi che la seguente metrica di paragone possa corrispondere al vero (visto a cosa ha portato il primo terribile conflitto mondiale), tuttavia l’analisi storica e geopolitica è molto pertinente. Se è vero che l’attuale scenario isolazionista indebolirà l’occidente e farà dell’est un protagonista lo scopriremo presto, sicuramente nei prossimi 12 mesi. Tuttavia in pochi sembravano crederci appena due anni fa. Alcuni politologi americani a marzo 2015 davano per spacciato Putin, paventando scenari di rivolte interne alla Federazione Russa. Perfino autorevoli riviste di analisi geopolitica dichiaravano Putin un leader sconfitto, costretto ad agitare acque fuori per nascondere magagne interne. Che il Cremlino fosse capace di infilarsi con tempismo nel vuoto geopolitico lasciato dai tentennamenti americani, lo avevano previsto in pochi. Tuttavia il punto più basso della politica estera - e dell’analisi geopolitica - americana si è palesato nell’ultimo quadriennio targato Obama (2012-2016). Il debito accumulato dagli USA in termini di credibilità presso l’opinione pubblica mondiale è diventato alto ed ovviamente una figura trascinante come quella del neo presidente americano Donald Trump non potrà far altro che correre ai ripari. In termini di politica estera (in Medio Oriente soprattutto) si andrà in direzione sicuramente molto diversa da quella di Barak Obama. Dall’altra parte l’importanza russa ai tavoli della politica internazionale è in ascesa e ciò non può passar inosservato poiché nonostante l’economia russa non stia vivendo i suoi giorni più prosperi, il potere politico di Mosca non è in discussione. Per capire la situazione economica russa, dunque, è necessario comprendere il suo ruolo e, più in generale, gli eventi nello scenario internazionale. Da una parte l’intervento militare in Crimea (e le conseguenti sanzioni occidentali) dipende direttamente da una scelta geopolitica del governo, che poteva ampiamente prevedere la reazione occidentale ed era quindi preparato a sostenere le inevitabili difficoltà che ne sarebbero derivate. Dall’altra, il crollo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali (evidentemente al di fuori del controllo russo) ha indotto un’ulteriore shock all’economia russa per la quale il governo non era preparato, e segnala le inerenti difficoltà di un’economia non diversificata. Nonostante le significative riserve finanziarie accumulate nello scorso decennio, una situazione di questo tipo rimane insostenibile nel lungo periodo: saranno fondamentali, quindi, gli effetti delle future riforme strutturali, considerate ormai inevitabili e finora rinviate perché ritenute impopolari. Tuttavia nonostante la situazione economica interna riveli alcuni difficoltà strutturali finanziarie, Putin non ha rinunciato al suo imponente programma di modernizzazione delle forze armate russe. Lanciato nel 2010, per la cifra di 700 miliardi di dollari, si avvicina al suo traguardo di 400 missili balistici intercontinentali, 600 nuovi aerei, mille elicotteri, 2300 carri armati, 28 sottomarini e 50 navi entro il 2020. Il risultato di una rinnovata potenza militare, una politica internazionale decisa e una chiara sfida al terrorismo, questa è la Russia che va oltre Putin. Un Paese che avrà il suo peso tra le altre potenze anche quando alla sua guida non ci sarà più l’ex agente del Kgb diventato presidente da sconosciuto e ritrovatosi uomo più potente del mondo. Se Usa e Ue rispettivamente rincarano ed estendono le sanzioni economiche per il contributo russo alla crisi ucraina, dall’altro lato è chiaro a tutti i leader occidentali che ormai nelle questioni internazionali non si può far più finta che la Russia non esista. Se qualche anno fa il Time aveva eletto Vladimir Putin persona dell’anno, oggi in copertina andrebbe l’orso russo, simbolo del Paese intero. Il 2017 sarà l’anno della Russia. |