http://nena-news.it/ 02 mag 2017
Statuto, via libera a Stato palestinese solo nei confini del 1967
Nel documento il movimento islamico ritiene la “creazione di uno Stato palestinese interamente sovrano e indipendente nelle frontiere del 4 giugno 1967 con Gerusalemme capitale” come “una formula di consenso nazionale”. Linguaggio più morbido rispetto al testo del 1988 ma non c’è il riconoscimento di Israele
Gerusalemme, 2 maggio 2017, Nena News –
Hamas non riconosce Israele ma accetta la creazione di uno Stato palestinese in Cisgiordania e Gaza, con capitale Gerusalemme. E’ questa una delle modifiche principali apportate, e annunciate ieri sera, al testo dello Statuto del movimento islamico fondato trent’anni fa, all’inizio della prima Intifada, per combattere Israele e reislamizzare la società palestinese. Nel documento, che modifica ma non sostituisce la Carta del 1988, Hamas ritiene la “creazione di uno Stato palestinese interamente sovrano e indipendente nelle frontiere del 4 giugno 1967 con Gerusalemme capitale” come “una formula di consenso nazionale”. Va notato che la modifica, comunque di grande rilievo politico, non costituisce un riconoscimento dello Stato ebraico. Il movimento islamico infatti non rinuncia al suo obiettivo finale di liberare tutta la Palestina e di lottare e resistere, anche con le armi, contro il “progetto sionista”. Allo stesso tempo gli emendamenti introducono un linguaggio più morbido rispetto alla versione originale dello Statuto. In particolare sottolineano che Hamas non è in conflitto con gli ebrei e la religione ebraica ma combatte il Sionismo, ossia il nazionalismo ebraico che ha dato vita allo Stato di Israele in Palestina. Illustrato a Doha (Qatar) dal leader uscente Khaled Mashaal e inviato anche a “numerose capitali straniere” che attualmente non hanno alcun rapporto con Hamas – il nuovo testo è stato reso pubblico in anticipo sui tempi previsti e a 48 ore dal primo incontro fra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. Sotto la spinta dei suoi sponsor regionali, Qatar e Turchia, che gli chiedevano da tempo un appoccio più pragmatico alla realtà mediorientale, Hamas cerca palesemente di rompere l’isolamento politico-diplomatico, oltre a quello territoriale, in cui si trova. Il documento, ha spiegato Meshaal, riflette un “Hamas ragionevole in materia di realtà e circostanze regionali e internazionali, pur rappresentando la causa della sua gente”. Una copia del programma è stata distribuita subito a Gaza, la roccaforte del movimento islamico dove più forti, secondo le indiscrezioni, sono state in questi ultimi mesi le resistenze all’ammorbidimento dello Statuto voluto dalla direzione politica che si trova in buona parte all’estero, quindi soggetta alle influenze di Paesi arabi che da un lato sono sostenitori dell’islamismo e dall’altro mantengono relazioni con l’Occidente e, in non pochi casi, con lo stesso Israele. A parere di alcuni l’iniziativa mira a far rientrare l’organizzazione – considerata come “terroristica” da Israele, Stati Uniti ed Unione Europea – in qualche modo nel gioco negoziale ma la mossa non sembra destinata a raggiungere questo l’obiettivo. Non c’è il riconoscimento al diritto ad esistere di Israele chiesto dai Paesi occidentali mentre il governo Netanyahu, già ieri sera, aveva descritto come “fumo degli occhi” le modifiche “menzognere” allo statuto di Hamas. Gli islamisti palestinesi però non guardano solo all’Occidente. Hanno in mente anche altri traguardi, nel mondo arabo che ritengono molto importanti. Hamas ora si definisce un semplice movimento islamico e non più parte dei Fratelli musulmani. Un passo che mira a rendere più flessibile la posizione del regime egiziano di Abdel Fattah al Sisi, schierato con il pugno di ferro contro la Fratellanza – che ha rimosso dal potere con il sanguinoso colpo di stato militare del 2013 – e che resta fondamentale per rompere l’isolamento di Gaza. La novità è stata subito colta in Egitto. Il quotidiano al Akhbar titola oggi “Hamas si stacca dai Fratelli musulmani” e aggiunge che, secondo fonti del Golfo, “il movimento annuncerà nelle prossime ore un documento di presa di distanza” (dalla Fratellanza). Secondo il libanese Daily Star “Hamas ammorbidisce la posizione su Israele con un nuovo documento politico”. Il giornale in lingua inglese parla di riconoscimento di fatto del diritto all’esistenza di Israele alla vigilia del primo faccia a faccia domani a Washington tra Trump e Abu Mazen (Mahmud Abbas), il cui movimento Fatah rimane profondamente diviso da Hamas. Nena News
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