https://www.money.it/

6 Novembre 2017

 

Prezzo del petrolio: il caos in Arabia Saudita fa riflettere. Quali conseguenze?

di Cristiana Gagliarducci

 

Mentre il prezzo del petrolio decolla, uno dei suoi principali produttori, l’Arabia Saudita, viene gettata nel caos. Quali le conseguenze degli arresti e dell’incandescente situazione sui mercati?

 

Durante il weekend, il principe saudita erede al trono, Mohamed bin Salman, ha dato vita a quelle che sono già state definite come “purghe”, una serie di infiniti arresti contro la corruzione, che hanno fatto crollare il mercato azionario del Paese.

L’Arabia Saudita è uno dei principali produttori di greggio, e l’incandescente situazione politica interna sta portando a domandarsi quali potrebbero essere le ripercussioni sul prezzo del petrolio. I mercati internazionali sono già in ansia.

 

Cosa sta succedendo?

Nel pieno del rafforzamento della propria leadership, Mohamed bin Salman ha istituito una commissione anti-corruzione che nel fine settimana ha dato vita ad una molteplicità di arresti su 38 ministri, 11 principi e anche membri della stessa famiglia reale.

Ma come si inserisce in questo contesto il prezzo del petrolio? Secondo alcuni analisti, una lotta per il potere in Arabia Saudita potrebbe contribuire a destabilizzare l’area e di conseguenza a mantenere i prezzi piuttosto elevati. Per questo l’outlook di breve e medio termine appare rialzista.

 

Gli arresti degli ultimi giorni sono in realtà soltanto la ciliegina sulla torta. A settembre la già citata commissione anti corruzione di Mohamed bin Salman ha arrestato altre 20 persone, tra le quali esponenti e personalità di spicco del clero wahabita, contrari alla politica del principe.

La sua, insomma, è la volontà di un uomo pronto a salire al potere privo di intralci. Le sue azioni, però, stanno avendo ripercussioni sull’intero mercato. Tra gli arrestati del weekend c’è stato anche il miliardario Alwaleed bin Talal, proprietario della società di investimento Kingdom Holding. Le azioni dell’azienda sono crollate di oltre 9 punti percentuali e hanno trascinato nel baratro l’intero mercato azionario saudita.

 

Le conseguenze sul petrolio

Il primo a risentire degli sconvolgimenti in Arabia Saudita è stato sicuramente il prezzo del petrolio. Al momento della scrittura il Brent sta scambiando in rialzo dell’1% oltre i 62 dollari al barile, mentre il WTI sta mettendo a segno un +0,72% su quota 56 dollari.

L’outlook di breve e medio termine rimane bullish per Helima Croft, global head of commodity strategy della RBC Capital Markets. Nel breve periodo, gli analisti si stanno concentrando sul principe Mutaib bin Abdullah, ormai licenziato capo della Guardia Nazionale, con antiche pretese al trono e vicino all’ex principe ereditario Mohammed bin Nayef.

 

La lotta sarà più ampia e tumultuosa di quanto appare, ma la storia ha insegnato che ai tumulti politici in Arabia Saudita è sempre corrisposto un aumento del prezzo del petrolio.

Se nel breve periodo l’outlook rimarrà positivo grazie all’instabilità dell’area, nel medio termine il greggio continuerà a salire grazie all’OPEC, secondo quanto riportato dagli analisti. Il Cartello estenderà (probabilmente) lo storico accordo di Vienna il che allontanerà il prezzo del petrolio dai minimi degli scorsi mesi.

top