http://www.lintellettualedissidente.it/ 6 giugno 2017
La notte delle lunghe scimitarre di Sebastiano Caputo
Con lo strappo tra Qatar e Arabia Saudita, Donald Trump affossa la politica estera di Obama ma rinforza l’asse Tel Aviv-Riad-Washington in chiave anti-iraniana e anti-sciita.
Più che una crisi diplomatica quella tra gli Al Thani e i Saud sembra un regolamento tra due clan diventati improvvisamente rivali. Lo strappo tra il Qatar e l’Arabia Saudita (nonché Egitto, Emirati Arabi e Bahrein) avviene in un momento storico che vede tutte le potenze riposizionarsi in vista della fine dell’esperienza del sedicente Stato Islamico in Siraq. Se laTurchia è stato il primo Paese a cercare un’intesa con la Russia e l’Iran – vedi colloqui di Astana – ora è il turno degli altri sconfitti – quelli che volevano indebolire l’asse sciita destabilizzando i governi di Damasco e di Baghdad – di salvare il salvabile. Il recente viaggio di Donald Trump in Medio Oriente è servito proprio a disegnare i nuovi orizzonti degli Stati Uniti d’America e dei suoi alleati nella regione. Il neo-presidente ha sostanzialmente affossato definitivamente la politica estera di Obama che fin dalle primavere arabe aveva puntato sui Fratelli Musulmani (caldeggiati anche da Doha) rinforzando l’asse Tel Aviv-Riad-Washington soprattutto in chiave anti-iraniana e anti-sciita. Così il Qatar – accusato dall’Arabia Saudita di finanziare dallo Stato Islamico di Al Baghdadi ad Al Qaeda in Siria, fino al “terrorismo” palestinese e i ribelli Houthi in Yemen – è divenuto il capro espiatorio perfetto a cui scaricare ogni responsabilità, in particolare per via della vocazione commerciale europea e dopo le aperture del piccolo e pluri-miliardario emirato a Russia e Iran. Nel cambio di di strategia, l’amministrazione Trump ha deciso dunque che lo sceicco Al Thani dovesse essere l’agnello da sacrificare sull’altare della realpolitik. Non poteva andare diversamente del resto. Con Riad il governo statunitense ha appena firmato una fornitura in armi record da 110 miliardi di dollari, mentre Israele condivide da anni informazioni di qualsiasi tipo con la certezza che la controparte saudita non solleverà mai la questione palestinese. E’ l’epilogo di una guerra per procura persa dai due grandi sponsor del jihadismo, Arabia Saudita e Qatar, amici dell’Occidente, che dopo aver finanziato il terrorismo in Siria e in altri parti del mondo; sostenuto le stesse fazioni armate nei tavoli diplomatici; nonché propagato notizie false attraverso i loro canali informativi Al Jazeera e Al Arabiya, ora si sbranano fra di loro. Eppure la lotta armata e politica contro l’asse sciita (Hezbollah, Siria, Iraq e Iran) si farà senza i Fratelli Musulmani e il Qatar e forse per la prima volta in assoluto vedremo Israele giocare da protagonista e non nelle retrovie come ha fatto in questi ultimi sei anni. E la Russia sarà costretta a scegliere da che parte stare.
|