http://nena-news.it/ 10 nov 2017
Il Libano vuole il rientro a Beirut di Hariri bloccato dai sauditi
Regna il mistero intorno al premier libanese Hariri, che è anche cittadino saudita, fermo a Riyadh da una settimana e forse rimasto coinvolto nella maxi retata di presunti corrotti lanciata dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman
AGGIORNAMENTI ORE 19 Nasrallah: sauditi spingono Israele ad attaccare il Libano “L’Arabia Saudita spinge Israele ad attaccare il Libano e la guerra” dell’estate 2006 in Libano “è avvenuta su richiesta dell’Arabia Saudita”. Lo ha dichiarato oggi in diretta tv il leader del movimento sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah . “L’Arabia Saudita sta fomentando lo scontro tra i libanesi, incita i Paesi arabi ad adottare misure contro il Libano. Ed esorta anche altri Paesi contro il Libano, ma quello che è più pericoloso è che incita Israele a colpire il Libano”.
ORE 14 Hariri ha incontrato oggi gli ambasciatori di Italia e Russia Saad Hariri ha incontrato oggi gli ambasciatori di Italia e Russia nella sua residenza a Riyadh. Lo riferisce l’ufficio Hariri, ripreso dal quotidiano libanese in lingua inglese The Daily Star, senza fornire dettagli.
Roma, 10 novembre 2017, Nena News –
Sarebbe libero di muoversi Saad Hariri, da una settimana bloccato a Riyadh da dove ha annunciato le dimissioni da capo del governo libanese, su pressione delle autorità saudite. Così sostiene il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian. “Pensiamo che sia libero di muoversi ed è importante che egli stesso faccia le sue scelte. Il tema che ci interessa è la stabilità del Libano e che ci sia una soluzione politica da mettere in atto rapidamente”, ha oggi detto Le Drian radio Europe 1.
Le dichiarazioni arrivano dopo il faccia a faccia avvenuto ieri a Riyadh tra due stretti alleati, il presidente francese Emmanuel Macron e il principe ereditario dell’Arabia saudita, Mohammed Bin Salman. Non è chiaro se Macron abbia chiesto che sia consentito il rientro in Libano ad Hariri, agli arresti domiciliari, pare, a Riyadh nel quadro della gigantesca retata in corso in Arabia saudita contro politici, principi e uomini d’affari presunti “corrotti”. Macron e bin Salman hanno discusso del quadro regionale e di quella che i sauditi definiscono la “minaccia missilistica iraniana” nella regione. Si è appreso inoltre che due giorni fa l’incaricato d’affari Usa a Riyadh, Chris Henzel, ha incontrato Hariri. Si sarebbe trattato di un colloquio “privato”, di “conversazioni diplomatiche”, hanno precisato gli Usa senza aggiungere nulla sul premier libanese.
La tensione tra Riyadh e Beirut è sempre molto alta. Mohammed bin Salman e i suoi principali collaboratori – il ministro degli esteri Adel al Jubeir e il ministro per gli affari del Golfo Thamer al-Sabhan - ripetono che Libano, tenendo nel governo il movimento sciita libanese Hezbollah, alleato dell’Iran e della Siria, “ha dichiarato guerra all’Arabia saudita”. I libanesi, o almeno la maggior parte di essi, respingono le accuse. Persino il partito di Hariri, “Mustaqbal”, e la sua famiglia, storici alleati dei sauditi, ora alzano la voce a sostegno del premier. La famiglia Hariri, secondo quanto riferisce oggi la stampa locale, ha respinto l’intimazione di Riyadh di giurare fedeltà a Bahia Hariri destinata, nei disegni sauditi, a prendere il posto del nipote Saad dimostratosi “troppo debole” nei confronti dell’Iran e di Hezbollah. Gli Emirati Arabi Uniti nel frattempo si sono uniti a Bahrein, Arabia Saudita e Kuwait nella richiesta ai propri cittadini in Libano di lasciare il paese. “Il mondo deve designare Hezbollah come un’organizzazione terroristica”, ha dichiarato da parte sua il ministro degli esteri Adel al Jubeir, alla tv Cnbc, “Il mondo – ha aggiunto – deve agire per limitare le attività di Hezbollah e deve respingere i suoi miliziani” ovunque operino. “Non possiamo permettere che il Libano sia una piattaforma da cui nuocere all’Arabia Saudita” ha concluso al Jubeir. Intanto la “retata anticorruzione” che ha portato ad oltre 200 arresti eccellenti, solleva “preoccupazioni” anche a Washington, stretta alleata dell’erede al trono saudito. Lo ha detto il capo della diplomazia statunitense, Rex Tillerson. “Ho parlato con il ministro degli esteri saudita al-Jubeir per avere chiarimenti e penso, sulla base della conversazione, che l’intenzione sia buona”, ha affermato il Segretario di stato che poi ha aggiunto “Personalmente, credo che (la retata, ndr) sollevi alcune preoccupazioni finché non c’è più chiarezza su ciò che accadrà ai detenuti”. Nena News
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