Fonte: Maurizio Blondet http://www.ariannaeditrice.it/ 11/07/2017
“Contro l’Iran il primo colpo nucleare è talmudicamente etico” di Maurizio Blondet
Un attacco nucleare preventivo contro l’Iran è perfettamente morale per il Talmud. Lo ha sancito Moshe Halbertal, “stimatissimo studioso del Talmud”, co-autore del Codice Etico dell’IDF – l’esercito israeliano – la cui purezza delle armi ci stupisce ogni giorno. Moshe Halbertal è anche cattedratico della New York University Law School, la più eccelsa facoltà di diritto statunitense, dove insegna metà dell’anno. L’altra metà Moshe insegna alla Hebrew University of Jerusalem. Dunque una figura di peso nei due mondi. Egli è “uno dei pensatori più rispettati sui dilemmi morali della guerra moderna”. Anche chi ha intervistato il moralista di Tsahal per la rivista “culturale” Slate, Ron Rosenbaum, ha una psicologia ebraicamente esemplare. Giornalista letterario, storico ebraico, autore di libri su Hitler, dal dicembre 2015, “quando pubblicò l’articolo Thinking the Unthinkable [pensare l’impensabile] è cosciente che esiste al spaventosa possibilità che Israele possa non sopravvivere come nazione. Egli ha scritto: I palestinesi vogliono uno stato hitleriano “judenrein” [senza ebrei] per quanta violenza occorra ad ottenerlo. Non separazione, ma eliminazione. I palestinasi sono impegnati nell’incessante incitazione religiosa di assassinare ebrei. L’intifada dei coltelli non è una insurrezione, ma assassinio rituale di ebrei”: insomma un perfetto esponente dei sintomi psichici, complessi di colpa, proiezioni freudiane del piccolo popolo. Fra questi grumi psichiatrici, c’è ovviamente la sindrome che Gilad Atzmon ha felicemente identificato come “Stress pre-traumatico” (pre-TSS).
Come “monta” lo Stress Pre-Traumatico E’ il disturbo per cui l’ebreo si sente traumatizzato in anticipo da una minaccia futura, e per lo più immaginaria, di essere sterminato come razza, e per questo, in quanto vittima, si sente autorizzato a sterminare anticipatamente il nemico immaginario. Rosenbaum sa che Israele ha 200 bombe atomiche, mentre l’Iran non ne ha nessuna. Però, gli è venuto in mente che “Israele è ‘one bomb State’, ossia che può essere totalmente “distrutto da una sola bomba atomica da un megatone su Tel Aviv”. Orbene: “l’Iran ha un potenziale di costruite un’arma nucleare”. Per di più, dice Rosenbaum. Inoltre cita un leader iraniano, Rafsanjani, che secondo lui “avrebbe dichiarato: ben venga uno scambio nucleare con Israele, perché morirebbero solo 15 milioni di musulmani e non resterebbe sulla terra un solo ebreo in quella che fu un tempo Israele”. Sono andato a controllare: Hashemi Rafsanjani, che fu presidente iraniano dall’89 al ’97, disse nel 2001 una cosa totalmente diversa. Disse: “Se un giorno anche il mondo islamico fosse dotato delle armi [atomiche] che Israele possiede, allora la strategia imperialista si fermerebbe, perchè anche l’uso di una sola bomba atomica su Israele distruggerebbe tutto”. http://www.globalsecurity.org/wmd/library/news/iran/2001/011214-text.html Dunque Rafsanjani non auspicò una guerra atomica né minacciò Sion di distruzione; semplicemente ricordò l’effetto deterrente che ha il possesso dell’arma atomica nel trattenere e dissuadere gli avversari ad attuare le loro “strategie imperialiste” di ostilità al mondo islamico. Ma è una costante anche questa,come dice Gilad Atzmon: “La radicatissima tendenza giudeocentrica di interpretare ogni critica politica ad Israele come una dichiarazione di giudeocidio imminente è una forma severa di pre-TSS collettivo”. Rosenbaum, con l’idea che l’Iran ha una potenziale capacità atomica, non riesce più a dormire. Per calmare l’ansia, si è andato a rileggere quel che DEBKA scrisse nel 2009 sull’apparato di rotorsione aotmica di cui Israele dispone: “i sommergibili tedeschi Dolphin, pesantemente modificati”, coi “tubi lanciasiluri allargati per ospitare missili” fra cui “il missile da crociera di fabbricazione nazionale, 1500 chilometri di gittata, con una testata nucleare da 200 kilotoni”, che beninteso “possono raggiungere i siti nucleari e le strutture delle Guarie Rivoluzionarie. Tanto più che “i serbatoi del carburante dei Dolphin, ingranditi, danno loro la possibilità di agire a 10 mila chilometri dal porto israeliano nel Mediterraneo. E’ notorio che questi cinque missili regalati dalla Merkel non stanno poi nel Mediterraneo, ma navigano nel Golfo Persico a minacciare da vicino l’Iran. Lo stesso DEBKA lo fa capire: “La loro presenza al difuori dalle acque israeliane è un potente deterrente contro ogni aggressione di sorpresa nucleare o convenzionale, dotando Israele di una capacità istantanea di secondo colpo nucleare”. Dunque Israele dispone della massima dissuazione umanamente concepibile contro un avversario che volesse lanciare un attacco: lo distruggerebbe istantaneamente con decine di bombe da 200 kilotoni, incenerendo la sua popolazione. E’ la deterrenza, la Mutua Distruzione Assicurata, che ha impedito la guerra atomica fra le due superpotenze per 70 anni. Ma Rosenbaum, il pre-traumatizzzato, non si sente tranquillo: quella deterrenza, poi, dissuaderà davvero? Pensando ai “quei sottomarini, armi di ultima istanza, mi sono scoperto a domandarmi se la deterrenza fosse, o dovesse essere, un bluff, qualcosa che tu minacci ma non sarai autorizzato ad eseguire davvero….Se il nemico pensasse che quella minaccia è un bluff, sarebbe ancora più tentato di fare un attacco”. Dunque la ritorsione atomica certa, quella che frenò l’Uss dall’attaccare gli Usa e gli Usa dall’attaccare l’URSS con un primo colpo nucleare, non funziona nel caso di Israele. Anzi, rende un avversario “anche più tentato di lanciare il primo colpo”, lo incita ed ingolosisce al giudeocidio. Lungi dall’essere rassicurato, Rosenbaum passa da un incubo all’altro. Di qui la sua ricerca di persone altamente morali a cui porre la domanda: la ritorsione nucleare funziona? Felice coincidenza, anche il talmudista e docente di diritto Halbertal è contrario alla ritorsione nucleaere, dovesse l’Iran lanciare la sua bomba (inesistente) su Tel Aviv. Gli dice: “Io ritengo che la Suprema Emergenza non è un motivo per uccidere intenzionalmente tutti i civili. Penso che non sia giusto farlo, moralmente”. Sia ringraziato YHVH, direte voi: un esimio talmudista e moralista che si preoccupa dei civili di altre nazioni, di vite goym. Ma bisogna leggere anche dopo. Moshe Halbertal: “Ritengo che esista una minaccia reale di attacco nucleare contro Israele da parte dell’Iran, se si dota di armi nucleari. Parlano di distruggere Israele, possono dare le armi atomiche ad Hezbollah…Israele può essere spazzata via da una o due bombe, è molto piccola”. E dunque? “Io sono contro la ritorsione”, conferma Moshe Halbertal, “non ne vedo l’utilità. Ma la vedo in un attacco preventivo”. Ed ecco il seguito: “Ci può essere la situazione in cui il solo modo di prevenire un attacco atomico su Israele è di distruggere l’Iran come stato. Distruggere la sua capacità di funzionare come stato.E sarà strano dirlo, ma è il caso di uccisioni collaterali di civili. Ma non è puntata contro civili innocenti, non è Hiroshima o Nagasaki. Possiamo prendere di mira laboratori e fabbriche nucleare, reattori, quel che hanno.O l’apparato dello Stato che è necessario per ordinare l’attacco”. Nessuno creda che sia un’ossessione privata di Rosenbaum o di Halbertal. Da quando Mosca e Assad, con Iran ed Hebollah, hanno mandato a monte il progetto ebraico di frammentazione della Siria, col Sud siriano in mano agli amici terroristi “islamici” nutriti da Israele, i sonisti, ma anche tutta la diaspora, hanno l’incubo di trovarsi gli sciiti Hezbollah sui confini, riforniti di armi e uomini da Teheran attraverso l’Irak ormai in mano sciita, e la Siria di Assad. http://www.tabletmag.com/jewish-news-and-politics/58547/nuclear-options “Secondo l’intelligence israeliana, Teheran progetta di liberare le alture del Golan dalla presa israeliana, e ciò con l’aiuto di Hezbollah. E’ questo timore che ha spinto l’aviazione israeliana ad attaccare i siriani nel Golan, territorio conteso da 40 anni”. Siamo dunque in piena montata di sindrome da stress pre-traumatico, che deve servire per giustificare moralmente la guerra di distruzione totale e preventiva contro l’immaginato sterminatore. “Montata” della sindrome va intesa proprio nel senso culinario, come il cuoco monta la panna oppure il bianco d’uovo a neve:
“L’Iran dietro l’11 Settembre”, disse il New York Times “L’Iran è ancora alla caccia di tecnologia nucleare in tutta Germania”, titola ad esempio il Weekly Standard il 7 luglio, dando notizia dell’arresto di alcuni cittadini tedeschi che stavano comprando, per conto dlel’Iran, 51 valvole che “possono essere usate nel reattore ad acqua pesante di Arak”, il quale “può essere usato per sintetizzare plutonio”. E’ una notizia cui va fatta la tara opportuna, sapendo che il Weekly Standrad ha come direttore Bill Kristol, una colonna dei necon israelo-americani, forsennato promotore a suo tempo della guerra all’Irak, ed oggi all’Iran, ed il Weekly è l’organo ufficiale dei neocon, anch’essi in piena montata di pre-TSS. La veridicità di notizie emanate da ebrei in tali condizioni psichiche è tale, che il New Yorkk Times – giusto per fare un esempio – ha dovuto correggere la veridica informazione che “L’Iran ha sponsorizzato gli attentati dell’11 Settembre”, ossia l’abbattimento delle Towers,solo perché è stato citato in causa e condannato a rettificare. Rettifica che il grande giornale americano (j) ha pubblicato così: “…Nonostante un tribunale federale abbia stabilito che l’Iran ha qualche colpa [some culpability] per gli attentati dell’11 Settembre come stato sostenitore del terorismo, non è stato provato che l’Iran ha sponsorizzato gli attentati, che sono stati pianificati ed eseguiti da Al Qaeda”.
Leggere per credere: L’accenno alla “qualche” colpa dell’Iran è riferito al fatto che il Dipartimento di Stato ha messo l’Iran negli Stati “sponsor del terrorismo”, in quanto sostiene Hezbollah, che non fa’ attentati, ma combatte contro altri combattenti. E’ un altro esempio di dove porta la distorsione cognitiva da Stress Pre-Traumatico. Naturalmente, la Vittima di immaginario genocidio sta mobilitando anche la politica americana per scongiurare il rischio che Israele si trovi al confine qualche sciita. Specialmente adesso che non si sente più protetta dallo Stato Islamico, pressimo alla disfatta, che lo rassicurava perché sterminava sciiti. L’accordo di cessate il fuoco in Siria concordato fra Trump e Putin al G 20 è stato accolto dai media americani, e dai politici, con rabbioso scandalo e furore – come un cedimento a Mosca, e una prova della soggezione di Trump a Putin. Rex Tillerson, autore di questo accordo che in altri luoghi sarebbe considerato un successo della diplomazia Usa, ha subito un attacco insolitamente violentissimo da Bloomberg (j), segno per Bhadrakumar che “Tillerson ha contrariato la lobby israeliana pilotando questo accordo”. https://www.bloomberg.com/view/articles/2017-07-01/the-humbling-of-rex-tillerson Contrariamente a quel che hanno detto i media italiani, Israele ha rigettato l’accordo Putin Trump ed ha dichiarato che mantiene la sua libertà d’azione sulla Siria, nonostante le garanzie russe che la zona di de-escalation del Sud-Est siriano sarà controllata dalla sua polizia militare e non da “sciiti” E’ stata sicuramente la nota lobby a sostenere finanziariamente e organizzativamente il “Raduno per l’Iran Libero”, tenutosi a Parigi con la partecipazione di migliaia di fuoriusciti iraniani anti-ayatollah, un successo mai visto prima. C’era ovviamente John Bolton ex ambasciatore di Bsh jr, j neocon forsennato, che ha gridato: “Mentre la campagna per distruggere l’IS si avvicina alla sua conclusione definitiva, non dobbiamo permettere al regime di Teheran di raggiungere il suo obiettivo, a lungo perseguito, di avere il controllo di un arco dall’Iran, il governo di Baghdad in Iraq, il regime di Assad in Siria e i terroristi di Hezbollah “. Ha detto che nella nuova amministrazione sta avendo sempre più forza il progetto di un “cambio di regime” a Teheran.
Radio Radicale ha già indossato l’elmetto “Cambio di regime a Teheran!”, ha gridato in Italia, subito, uno degli elementi su cui la lobby può sempre contare, Radio Radicale. Che si è messa già l’elmetto, ed ha dedicato una trasmissione ai crimini orribili del regime degli ayatollah: esecuzioni capitali, elezioni-farsa, violazione dei diritti umani. L’Iran continua a pensare alla bomba! Attaccherà Israele ! Anai il mondo! E’ un pericolo per il mondo, e il mondo deve eliminarlo, questo bubbone! Sponsorizza il terrorismo!
La trasmissione è lunga, ma se avete tempo ascoltatela: https://www.radioradicale.it/scheda/514071
Se non altro per constatare che la distorsione cognitiva da stress pre-traumatico sia contagiosa. Per gli shabbos boys.
|
||
- James Petras non teme i tabù. Egli non ci racconta delle "strane teorie", ma rende pubblici dei fatti altrimenti ignoti al grande pubblico. - Fra Israele e gli USA esiste una relazione del tutto particolare. - La lobby proisraeliana controlla gran parte dei mezzi d'informazione, l'opinione pubblica ed il meccanismo elettorale negli USA. - Il risultato è che nel parlamento statunitense ci sono più sionisti che in quello israeliano. - Negli ultimi anni la politica estera degli USA è stata pesantemente influenzata dalla lobby sionista. - Gli USA conducono una guerra nel Medio Oriente che è addirittura in contrasto con i loro stessi interessi imperiali. - Israele demonizza l'Iran? Gli USA le fanno coro. - Agenti israeliani penetrano indisturbati tutti i gangli vitali della Nazione. - Apprendisti e maestri hanno scambiato i loro ruoli. Sono ora gli USA ad andare a scuola dagli esperti israeliani, raffinati conoscitori delle tecniche più adatte per piegare la volontà di arabi e mussulmani. Ad Abu Ghraib e Guantanamo dei volenterosi apprendisti mettono ora in pratica queste teorie. - Israele prepara in Palestina una "soluzione finale". Il furto di terre, la tortura ed i bombardamenti come strumenti di pulizia etnica. L'Europa e gli USA applaudono. Petras smaschera la natura colonialista dello stato di Israele. - Petras ridicolizza il preteso ruolo di vittima di Israele. Egli dà la parola alle vere vittime. - Egli critica anche l’atteggiamento di subdola critica, ma in realtà favorevole a Israele di molti intellettuali di sinistra nordamericani, tutti succubi del ricatto dell'accusa di "antisemitismo". - L’accusa di "antisemitismo" viene sollevata strumentalmente proprio da chi i semiti li tortura e li massacra con le armi più moderne. |
||