http://popoffquotidiano.it/ 08 luglio 2017
Il buio di Gaza e la cecità dell’UE di Marina Zenobio
Israele ha tagliato del 60% la fornitura di elettricità a Gaza. La popolazione gazawi vive un livello di povertà senza precedenti al mondo, ma per l’UE prima di tutto viene il business con Tel Aviv
Il decennale blocco (terrestre, marittimo e aereo) e le devastanti operazioni militari israeliane contro Gaza hanno trasformato le condizioni di vita dei due milioni di palestinesi intrappolati nella Striscia in disumane. Nonostante molti organismi internazionali hanno avvertito che su quel territorio è in corso una crisi umanitaria, il mondo, e l’Unione Europea per restare in casa, sembrano non sentire e non vedere. Persino il centro di informazione israeliano per i diritti umani B’Tselem riporta che il blocco di Israele ha portato i residenti di Gaza a vivere con un livello di povertà senza precedenti al mondo. Anche la Croce Rossa Internazionale ha affermato che l’intero sistema di Gaza – dall’idrico al sanitario – sta per collassare, in molte zone le acque reflue si sono riversate nelle strade.
Israele si nasconde dietro l’Anp Ma c’è qualcosa che rende questa situazione ancora più spietata: a chiedere a Israele di ridurre la fornitura elettrica alla Striscia di Gaza è stato Mahmoud Abbas, il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), nella speranza di logorare e indebolire il potere di Hamas che governa la Striscia. Non si può assolutamente dimenticare però quali sono e quanto sono gravi le responsabilità di Israele e della sua occupazione dei territori palestinesi. Quasi un centinaio di risoluzioni dell’Onu violate e la Convenzione di Ginevra carta straccia nelle mani di Israele.
UE-Israele, prima di tutto gli affari Ma Israele può agire così impunemente grazie all’appoggio delle potenze mondiali. Gli Usa perché riforniscono i suoi arsenali, l’Unione Europea perché suo principale partner commerciale. Parole che, anche se sono state scritte sulla carta, è come se fossero state scritte sulla sabbia. Diversi parlamentari europei hanno provato ad esortare Mogherini a rivedere se non addirittura a sospendere gli accordi tra UE e Israele per mancanza di quest’ultimo del rispetto di quella clausola, ma sono troppi gli interessi economici in ballo perché l’Unione Europa voglia prendere in considerazione le proteste sommesse di uno sparuto gruppo di europarlamentari. Il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici a Gaza possono aspettare, per l’UE prima di tutto viene il business.
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